La scolarizzazione di un figlio: il ruolo della famiglia
L’ ingresso a scuola di un figlio è certamente uno degli eventi più significativi e critici con cui una famiglia con bambini piccoli deve confrontarsi. La scolarizzazione infatti è considerata il primo momento di passaggio tra la famiglia e la società.
Grazie alla scuola, il bambino ha la possibilità di sperimentare e soddisfare, da un lato, il bisogno di indipendenza e, dall’altro, quello di protezione.
Con la scolarizzazione, il bambino frequenta altri adulti, gli insegnanti, che diventano insieme ai genitori delle nuove figure di riferimento esterne alla famiglia. Questo nuovo legame affettivo, finalizzato all’istruzione e all’educazione, potrà influire il rendimento scolastico dell’ alunno.
Oltre all’ insegnante, il bambino si confronta anche con il gruppo dei pari, mettendo in pratica e migliorando le sue competenze sociali. Grazie ai suoi amici, si svilupperanno nuove competenze comunicative e relazionali, sperimentando il bisogno di accettazione, coinvolgimento, e la capacità di negoziazione.
La facilitazione dell’ inserimento nel gruppo di classe non è dettata esclusivamente dall’ insegnante, ma coinvolge anche la famiglia: il clima di collaborazione tra tutti gli educatori coinvolti favorisce il benessere del bambino.
Al contrario, un irrigidimento del pattern genitore-insegnante può determinare delle modalità disfunzionali che metteranno l’alunno in una posizione di disagio, sviluppando il fenomeno della triangolazione alunno-famiglia-scuola che può assumere diverse forme.
ALUNNO-GENITORE VS INSEGNANTE: porta il bambino a sentirsi solo a scuola, svalutato e incapace di raggiungere risultati adeguati.
ALUNNO-INSEGNANTE VS GENITORE: tra la famiglia e la scuola non c’è collaborazione e il bambino non ottenendo risultati, non riceve sostegno né dai genitori né dagli insegnanti.
La scuola, inoltre, costituisce un importante orologio temporale, perchè cadenzando le età, definisce competenze e in un certo senso ritualizza la crescita.