Adolescenti isolati
di Giulia Tarabbo
Gli adolescenti mostrano un profondo disagio emotivo conseguente l’isolamento e le restrizioni alla loro libertà. Essere adolescenti oggi significa vivere confinati nelle proprie camere e isolati dai coetanei. Tutto ciò ha ripercussioni sulle loro vite emotive e si manifestano in profondi disagi psicologici.
Spesso ci troviamo difronte ragazzi che cercano un contenimento alle loro angosce. Il nostro intervento si articola intorno alle storie psichiche che di volta in volta sfilano difronte a noi. Osserviamo la vita con i loro occhi e proviamo ad assumere un atteggiamento empatico e distaccato, cercando di stimolare quel processo di crescita ed autodeterminazione, di separazione ed individuazione che dovrebbe appartenere agli adolescenti.
La pandemia e le conseguenti misure per il contenimento hanno costretto noi tutti ad uno stile di vita molto lontano da quello a cui eravamo abituati. Il vivere privati di qualsiasi forma di svago e socializzazione ha portato alla luce ombre di cui avevamo il sentore.
Gli adolescenti, a causa anche del periodo di vita che si trovano a vivere, rappresentano la lente d’ingrandimento dei disagi che pian piano emergono.
Per limitare i contagi è stato chiesto, soprattutto in Campania, a tutti gli studenti di rinunciare alla scuola, a favore di una didattica definita “a distanza”. In conseguenza di tale decisione i bambini ed i ragazzi si sono adeguati ad uno stile di vita che li vuole arenati sui letti e sui divani davanti ad un piccolo schermo alla ricerca di un contatto con coetanei, e di un sapere scolastico che dovrebbe essere loro tramesso attraverso il web.
Lontano dall’idea di dare un pensiero sull’appropriatezza di tali provvedimenti, appare opportuno però osservare le loro conseguenze e provare a prevenire o quantomeno lenire il dolore psichico che emerge dalla storia che i ragazzi ci raccontano.
Chiudere la scuola ha significato una forte forma di isolamento dai pari. Le loro relazioni sociali si sono ridotte a quelle veicolate dal web: chat, giochi online, social e gruppi whattapp hanno rappresentato, nell’ultimo anno, l’unica modalità comunicativa e di relazione.
Sembra pertanto opportuno domandarsi cosa significa per gli adolescenti perdere il contatto con i coetanei, a cosa hanno dovuto rinunciare durante quest’anno.
Le conseguenze legate alla necessità di tenere lontani i ragazzi gli uni dagli altri sono osservabili nella pratica clinica, dove con sempre crescente preoccupazione si osserva il manifestarsi di quadri psicopatologici complessi e diversificati.
Forme di autolesionismo, anoressia e più in generale disturbi del comportamento alimentare, disturbi ossessivo compulsivo, depressione, ansia sociale sono solo alcuni tra le sintomatologie osservate ed in forte crescita tra gli adolescenti.
Già prima che fossero adottate le misure di prevenzione al Covid si osservava un malessere che si esplicava in atteggiamenti di distanziamento sociale e che aveva come conseguenza l’utilizzo di Internet come unico ponte di socializzazione.
Il mondo per molti adolescenti era pericoloso, ed oggi questa pericolosità è ancor più marcata poiché li abbiamo privati dei contatti con i coetanei rendendo così la rete amicale fragile.
“I legami d’amicizia sono definiti come relazioni interpersonali stabili nel tempo, di natura intima e privata, frutto di scelte volontarie, i quali si riconoscono nella relazione, con reciproco sostegno e piacere nello stare insieme e nel condividere esperienza.
Tali relazioni rivestono nello sviluppo un ruolo maggiormente rilevate rispetto ai rapporti con i coetanei più in generale.” (Rischi in adolescenza. Comportamenti problematici e disturbi emotivi, Acura di Elena Cattaneo. Carocci Ed. pag.91).
È stata osservata l’esistenza di una correlazione tra legami amicali e adattamento. Da ciò si desume che privare gli adolescenti della possibilità di istaurare legami d’amicizia aumenta notevolmente la possibilità che si manifesti malessere psicologico.
In oltre il gruppo dei pari svolge un ruolo fondamentale nel promuovere lo sviluppo verso l’età adulta e soprattutto promuove l’acquisizione dell’autonomia e della ridefinizione della loro identità.
Costringendoli in un ambiente domestico per tanto tempo, il processo di separazione ed individuazione che in questa fase evolutiva rappresenta un’importantissima tappa, ha subito un arresto importate. I ragazzi si sono ritrovati ad essere nuovamente figli piccoli e dipendenti di genitori controllanti e accudenti. Ciò il ha ricollocati ad una fase dello sviluppo evolutivo precedente costringendoli ad una profonda frustrazione dei loro bisogni evolutivi ed emotivi.
La loro identità, che nel gruppo dei pari trova possibilità di sperimentarsi e sostegno per le angosce e le paure legate al vivere esperienza di vita nuove, ha perso la possibilità di strutturarsi e fortificarsi nel rispecchiamento con i coetanei.
Va fatta in oltre un’ulteriore osservazione, questi adolescenti sono gli stessi a cui da sempre viene rimproverato l’uso eccessivo dei dispositivi elettronici. A causa di utilizzo privo di buon senso e di una mancata educazione in tal direzione, i ragazzi si trovano sprovvisti anche delle più rudimentali capacità di socializzare di persona. L’uso delle chat ha preso il posto, ormai quasi completamente, degli incontri e delle relazioni vis a vis. Supportati e sostenuti dalle norme ora in vigore sembra che non abbiano motivazioni per uscire dalle loro tane casalinghe.
Si viene a creare così un circolo vizioso perverso in cui ai ragazzi viene vietato di fare ciò che li consentirebbe di adempiere ai loro compiti evoluti e loro, frustrati da queste privazioni, si ancorano sempre di più a quei comportamenti che li mettono al riparo dal rischio di una relazione autentica e concreta. Ed in questo continuo oscillare tra proibizioni e paure che si instaura il malessere psicologico.
Dove il sintomo, nelle sue varie declinazioni diventa il simbolo di una mancata capacità da parte di noi adulti di assolvere al ruolo di “base sicura”, di “madre sufficientemente buona”. Tale mancanza appartiene al periodo precedente la pandemia, l’isolamento sociale e le angosce legate alle paure fisiologiche conseguenti il periodo contestuale.
Oggi, purtroppo, raccogliamo i frutti di una mancata capacità di supporto emotivo nei confronti di bambini ed adolescenti, che precede il Covid, le cui cause vanno ricercate nelle modalità relazionali adottate.
Bibliografia
Rischi in adolescenza. Comportamenti problematici e disturbi emotivi, Acura di Elena Cattaneo. Carocci Ed.
Il gioco che guarisce. La psicoterapia della Gestalt con bambini ed adolescenti. Vaiolet Oaklander. Ed. Pina Catania 2015
Dipendenza da Internet. Adolescenti ed Adulti. Raffaella Perrella, Giorgio Caviglia. Maggioli Editore.2014