Il Circe-time
Il circle-time (o “tempo del cerchio”) è una metodologia utilizzata nell’ambito della psicologia di comunità, che ha come principale riferimento teorico la psicologia umanistica. In quest’ambito la psicologia di comunità ha sviluppato una serie di strategie d’intervento nella scuola. Tra queste tecniche un posto particolare hanno avuto le metodologie per l’educazione socio-affettiva che presuppongono che nella scuola siano predisposte attività volte non solo all’educazione della sfera cognitiva della personalità, ma anche a quella sociale ed affettiva. L’idea base che sta dietro a questi programmi d’intervento è che, trasmettendo alcune conoscenze e capacità psicologiche ai ragazzi, questi siano in grado di affrontare meglio i problemi della loro vita scolastica e familiare, ed inoltre siano più capaci di capire se stessi e le proprie interazioni con gli altri.
Questi riferimenti possono essere supportati e resi operativi da quelle tecniche e strumenti denominate metodologie interattive. Modalità d’intervento che potremmo definire calde, che si occupano cioè della soggettività, dell’interazione tra individui in un contesto specifico, dei processi comunicativi e psicologici, della relazione con l’ambiente.
Queste modalità propongono un’azione che richiede coinvolgimento, confronto, discussione critica, focalizzando l’attenzione sulla soggettività e sul potenziamento (empowerment) personale e di gruppo.
Il circle-time è un momento molto importante dell’intervento di educazione psico-emotiva, in cui i membri del gruppo si riuniscono seduti in circolo per discutere di un argomento da loro proposto. Può essere scelto come oggetto di discussione qualsiasi argomento e può ad esempio riguardare uno specifico problema del gruppo, con lo scopo di arrivare ad un risultato positivo che porti ad un miglioramento delle relazioni.
Il circle-time è un valido strumento che permette ai giovani di avere “un luogo” in cui confrontarsi, sperimentare l’empatia, esprimere le proprie emozioni, imparare ad ascoltare e a rispettare i sentimenti ed i pensieri dell’altro, pur esprimendo i propri; di mediare tra più idee, rispettare i tempi dell’altro e stimolare chi ha difficoltà, a parlare dinanzi a più persone.
E’ importante che la disposizione sia a cerchio per dare effettivamente l’idea di una circolarità nella comunicazione, che quindi è rivolta a tutto il gruppo e non solo al conduttore. Per essere realmente efficace non deve avere una modalità di relazione sporadica, ma è importante cercare di mantenere almeno questo spazio di pensiero una volta a settimana.
Il conduttore è un modello di accettazione e sostegno che i ragazzi dovrebbero interiorizzare. Egli sollecita, senza costringere, chi non vuole parlare, sostiene chi desidera esprimere le proprie idee, vigila che tutti abbiano l’opportunità di partecipare. Il suo atteggiamento verso i ragazzi è di autenticità e di accettazione, empatia ed ascolto attivo. All’interno del gruppo ci può essere un osservatore non partecipe. La sua funzione è quella di scrivere un verbale che funge da “ memoria del gruppo” che sarà riletto la volta successiva. Accanto a questa funzione di memoria storica del gruppo, il protocollo di osservazione svolge di volta in volta, l’importante funzione di specchio delle proiezioni del gruppo stesso. L’attesa della lettura scandisce, come un rituale, il tempo d’inizio.