Demenza. Cinque minuti per sapere se sei a rischio.
È basata sull’intelligenza artificiale ed è in grado di rilevare i primi segni di decadimento cognitivo lieve e altri disturbi in meno di cinque minuti: si tratta di un’app per determinare il rischio di sviluppare demenza ed è stata messa a punto da Sina Habibi e Seyed-Mahdi Khaligh-Razavi.
Potrebbe diventare negli Stati Uniti, e poi nel mondo, un efficace strumento di prevenzione per una delle patologie più frequenti e invalidanti. Si stima che nel 2019 fossero 57 milioni di persone a soffrirne nel mondo e che nel 2050 il numero potrebbe arrivare quasi a triplicare, secondo una ricerca dell’Università di Washington: andiamo verso una vera e propria pandemia di Alzheimer, con cifre destinate a salire in pochi anni. I metodi diagnostici rapidi potrebbero fare la differenza, inducendo le persone a modificare il proprio stile di vita e a cambiare il proprio futuro.
Ipertensione, fumo, diabete, obesità, esercizio fisico, dieta, consumo di alcol, depressione, isolamento sociale e inquinamento atmosferico: una commissione Lancet ha recentemente osservato che fino al 40% delle demenze potrebbe essere prevenuto o ritardato modificando i fattori di rischio dello stile di vita delle persone. La metà dei fattori di rischio ha un impatto sui futuri pazienti prima dei 65 anni e la diagnosi precoce potrebbe aiutare a indirizzare le persone verso interventi tempestivi, più efficaci e preventivi di un ulteriore peggioramento o in grado di ritardare il declino nel tempo.
Ma come funziona l’app? Si tratta di un test in cui vengono presentate 100 immagini in scala di sfumature di grigio. Cinquanta immagini rappresentano animali e cinquanta altre categorie: appaiono in rapida successione; le persone devono distinguerle e ricevono un punteggio in base alla velocità e precisione di risposta. Il software è in grado di rilevare sottili alterazioni nella velocità di elaborazione delle informazioni e l’Intelligenza Artificiale confronta i tempi di reazione con la risposta media delle persone appartenenti alla fascia di età della persona testata. Il risultato, in misura grezza, indica il livello di funzionamento di una persona rispetto a individui normali, lievemente compromessi o gravemente compromessi dal punto di vista cognitivo.
Il deterioramento cognitivo lieve è lo stadio tra il declino cognitivo atteso, quello del normale invecchiamento, e il declino più grave: quello della demenza.
Siccome il cervello umano elabora visivamente circa l’80% delle informazioni, una ridotta velocità di elaborazione visiva è presente nelle prime fasi del lieve deterioramento cognitivo. Secondo i ricercatori, l’uso delle immagini degli animali è particolarmente efficace perché attiva vaste aree del cervello, visto che la l’umanità ha dovuto primordialmente classificarli in modo rapido, distinguendoli tra fonte di minaccia o fonte di potenziale cibo.
Molte aziende stanno lavorando a test di rilevamento della demenza basati sull’intelligenza artificiale: i test visivi, come quello dell’app presa in considerazione, hanno il vantaggio di poter essere applicati a culture e lingue diverse.
Strumenti di rilevamento del rischio di demenza potrebbero cambiare il destino di una persona:
il fatto che, una volta approvati dai sistemi nazionali e internazionali, possano essere anche autosomministrati – come nel caso di un test con un’app – facilita la richiesta di eventuale e tempestivo aiuto al sistema sanitario e offre un’evidenza per agire sui propri fattori di rischio e aiutare se stessi a fermare, o rallentare in modo significativo, l’insorgenza di un problema grave e conservare più a lungo una buona qualità di vita.