Sperimentazione di uno sportello di assistenza psicologica in un centro-trapianti
di Daniela Di Martino
L’iter da affrontare per un trapianto d’organo solido è un’esperienza che può d e t e r m i n a r e d i f fi c o l t à psicologiche o psicosociali notevoli nei pazienti.
S e p e r a l c u n i r e p a r t i o s p e d a l i e r i è o r m a i consolidata la presenza di una figura dedicata alla salute mentale (ad es. nei reparti di oncologia o maternità); per contro, l’inserimento stabile di psicologi nei centri-trapianto è ancora diffuso a macchia di l e o p a r d o s u l t e r r i t o r i o nazionale.
Sono molte le aree di rischio e di potenziale necessità di intervento psicologico in un evento come il trapianto:
- la fase pre-intervento e postintervento (molto differenti anche in base al tipo di organo da trapiantare)
- aderenza terapeutica
- assistenza ai familiari e in particolar modo a quelli che donano organi ai propri congiunti
- a c c omp a g n ame n t o e sostegno per suppor tare un’adeguata qualità della vita nel pre e post-trapianto
- c o n t e n i m e n t o e d elaborazione di fattori emotivi fortemente impattanti a causa della drammaticità esistenziale di un evento di questo tipo. Va da sé che è fondamentale considerare in questi pazienti la necessità di un approccio multidisciplinare che guardi al paziente nella sua totalità. Scindere corpo e mente nel trattamento di questi pazienti non solo non conduce ad un’adeguata presa in carico dei bisogni di cura, ma potrebbe essere quanto mai pericoloso in considerazione del fatto che buona parte del successo terapeutico è determinato dalla gestione comportamentale nel posttrapianto: a partire dalla compliance terapeutica, per arrivare al monitoraggio delle proprie condizioni di salute nel tempo. Il riconoscimento e la presa in carico del paziente n e g l i a s p e t t i umani ed esistenziali sono aspetti funzionali a garantire la riuscita del processo di cura, p e r c o n s e n t i r e c i ò è indispensabile inglobare nell’intervento terapeutico gli aspetti psicologici,etici e psicosociali.
Sul territorio campano si è m o s s a i n t a l s e n s o l ’ e s p e r i e n z a d i un’associazione volontaristica nata in seno al Reparto di Medicina Interna, Epatologia ed Ecografia Interventistica dell’ U.O. di Gragnano (Na). L’associazione, denominata A s t r a O n l u s , o v v e r o , “Associazione Trapiantati di Fegato e cura delle malattie epatiche”, è un’ associazione nata con l’obiettivo di tutelare gli interessi morali e materiali dei trapiantati di fegato. Tra le tante attività svolte, si occupa anche di sostenere il reparto offrendo ai pazienti servizi di natura specialistica e socioassistenziale. Tra le attività di natura specialistica è stata offerta, per un certo periodo di t e m p o , l a c o n s u l e n z a psicologica ai pazienti afferenti al reparto.L’esperienza può essere così sintetizzata: il paziente in a t t e s a d i t r a p i a n t o o trapiantato è un paziente complesso, il cui trattamento in termini psicologici varia a seconda del momento storicoclinico del percorso e a seconda della patologia che porta a l l a necessità d i trapianto d’organo. Nel periodo pre-trapianto è importante la gestione dello stress derivante dalla mutata condizione di salute; i l paziente va sostenuto e a c c o m p a g n a t o nell’adattamento alle nuove c o n d i z i o n i d i v i t a che impattano su molteplici livelli: individuale,familiare,sociale e lavorativo. L’alterazione dell’immagine corporea, la perdita della propria routine e capacità lavorativa, la modifica delle relazioni f a m i l i a r i possono essere esperienze fortemente penose a livello psichico, tali da ingenerare forme depressive,ansiose o atteggiamenti evitanti. Il posttrapianto è caratterizzato dalla consapevolezza di dover convivere per tutta la vita con una condizione diversa rispetto alla precedente; indurre il paziente a ritrovare una nuova normalità non è un’operazione semplice e richiede che il trapiantato v e n g a s o s t e n u t o nell’individuazione delle i s o r s e p r e s e n t i p e r ricominciare a riappropriarsi progressivamente della sua vita.
Il ritorno alla vita quotidiana n e l p o s t – t r a p i a n t o è un’esperienza lenta e talvolta difficoltosa, pertanto un paziente andrebbe seguito nell’immediato post-intervento, ma anche nel medio e lungo periodo. E’ stato osservato che nell’immediato posttr a p i a n t o v i una f o r t e percezione di un’esperienza di “rinascita”, trasversale in quasi tutti i pazienti, tuttavia nel tempo possono emergere con forza vissuti depressivi o ansiosi correlati alla propria condizione; essi vanno a s s o l u t a m e n t e g e s t i t i , soprattutto con l’obiettivo di sostenere un’adeguata qualità della vita nel tempo. E’ chiaro che seguire un paziente da trapiantare o t rapiantat o r ichiede una g r a n d e p r e p a r a z i o n e psicologica in tutti i curanti, la presenza di una figura esperta in salute mentale nei centritrapianto si integra nel processo di cura con la sua competenza specifica. I l trattamento di simili pazienti è infatti di tipo multidisciplinare e richiede equipe ben formate sia sugli aspetti squisitamente clinici e fisiologici del pre e post-trapianto, oltreché sugli a s p e t t i p s i c o l o g i c i che impattano sulla vita del paziente i n una s i m i l e esperienza.
In considerazione della natura strategica di figure con c omp e t e n z a i n ma t e r i a psicologica e in ambito socioassistenziale sono stati aggiornati i nuovi Livelli Essenziali di Assistenza da garantire in tutte le attività ospedaliere, siano esse di ricovero ordinario, sia in day h o s p i t a l , s i a i n ospedalizzazione domiciliare (DPCM 18 marzo 2017 che sostituisce integralmente il DPCM 29 novembre 2001, con cui i LEA erano stati definiti per la prima volta). Il p r o v v e d i m e n t o , c h e rappresenta il risultato di un lavoro condiviso tra Stato, Regioni, Province autonome e Società scientifiche, ribadisce la necessità di prevedere la presenza di psicologi e assistenti sociali in diverse attività ospedaliere, tra cui quelle che si occupano di trapianto di cellule, organi e tessuti.
L a l e g g e r i c o n o s c e i n sostanza che la dimensione psichica è fondamentale nell’orientare gli atteggiamenti, i comportamenti, le relazioni e gli equilibri adattativi delle persone, pertanto è in grado di incidere fortemente nella prevenzione, nella promozione della salute, nella cura e nella gestione di tutte le condizioni morbose che possono essere a g g r a v a t e o d i c o n t r o migliorate dalla qualità dell’assetto psicologico del paziente. Parol e chiave: t rapiant o d’organi, psicologo in centrotrapianti.
Bibliografia
Comazzi A.M. e Dimonopoli T., Il ruolo dello psichiatra e d e l l o p s i c o l o g o n e l l a donazione degli organi.
Lovera G., Basile A., Bertolotti M. et al. – L’assistenza psicologica nei trapianti d’organo –Ann. Ist. Super. Sanità, vol.36, n.2(2000), pp.225-246.