La cogenitorialità una prospettiva più ampia sui sistemi familiari
Per molto tempo le ricerche scientifiche e i resoconti sullo sviluppo dell’adulto, del bambino e della famiglia hanno fatto riferimento principalmente ad una visione parziale, in cui il focus era messo sulla relazione di un solo genitore con il bambino (McHale, Kuersten-Hogan e Rao, 2004).
Negli ultimi trenta anni c’è stato un cambio di “rotta”, che ha visto la crescita di un nuovo campo di studi noto come coparenting.
Il coparenting o cogenitorialità è un costrutto che affonda le sue radici nella teoria della famiglia strutturale di Salvador Minuchin (1974); nei suoi scritti, Minuchin ha sottolineato l’importanza in ogni famiglia di una leadership collaborativa e solidale fornita dai genitori.
È principalmente intorno agli anni ’90 del Novecento, grazie al crescente interesse per le relazioni primarie, che si inizia a studiare e definire cos’è il costrutto del coparenting.
La cogenitorialità si contrappone ad un’idea più tradizionale di genitorialità, che possiamo denominare “genitorialità individuale o parallela”, nella quale ciascun genitore svolge le funzioni parentali individualmente e separatamente rispetto all’altro genitore (Merenda, 2019; Palkovitz, Fagan, & Hull, 2013). Inizialmente, il focus viene posto sui sistemi familiari con due genitori e sulla comprensione del sistema di relazione triangolare che lega insieme una madre, un padre e un bambino (McHale & Cowan, 1996).
McHale (2010) definisce la cogenitorialità come “un’impresa familiare”, cogestita da due o più adulti che si assumono la cura e l’educazione dei bambini per i quali ne condividono la responsabilità» (Merenda, 2019, pag. 61). In sostanza, gli studiosi si riferiscono al modo in cui i partner genitoriali si coordinano e collaborano reciprocamente per il benessere del bambino.
Quando una coppia si prepara all’arrivo di un bambino, il sottosistema coniugale si trasforma e si viene a creare anche la coppia genitoriale. In questo sottosistema i due partner cooperano per la crescita di un terzo, ciò comporta un’ulteriore evoluzione: la nascita della triade.
In realtà, la ricerca sottolinea come la cogenitorialità sia una funzione che nasce e si evolve già a partire dalla gravidanza, periodo in cui i futuri genitori si preparano all’incontro con il figlio (McHale & Cowan, 1996; McHale & Fivaz-Depeursinge, 1999).
Alcuni studiosi della cogenitorialità (Belsky, Crnic e Gable, 1995; McHale, 1995; Van Egeren e Hawkins, 2004) hanno individuato le principali dimensioni che caratterizzano il funzionamento cogenitoriale: il grado di solidarietà e sostegno tra i cogenitori, l’antagonismo presente negli sforzi coparentali e la misura in cui entrambi i partner partecipato attivamente allo sviluppo del bambino.
La relazione cogenitoriale è, quindi, qualcosa di diverso rispetto alla relazione di attaccamento duale – non si riferisce né alla diade madre-figlio né a quella padre-figlio; le funzioni cogenitoriali si collegano alla triade familiare, con ciò si intende che l’essere genitori comprende sia la relazione che si instaura con il figlio che quella che c’è tra i due partner (Ardone e Chiarolanza, 2007; Merenda, 2019; McHale, 2010).
La letteratura empirica è concorde sull’idea che il modo in cui gli adulti riescono a essere cogenitori ha importanti implicazioni per la qualità dell’adattamento dei loro figli (Mangelsdorf, Laxman & Jessee, 2011).
Bibliografia
- Ardone, R. & Chiarolanza, C. (2007). Relazioni affettive. I sentimenti nel conflitto e nella mediazione. Il Mulino.
- Belsky, J., Crnic, K., & Gable, S. (1995). The determinants of coparenting in families with toddler boys: Spousal differences and daily hassles. Child Development, 66(3), 629–642.
- Mangelsdorf, S., C., Laxman, D., J. & Jessee, A. (2011). Coparenting In Two-Parent Nuclear Families. In McHale, J. P., & Lindahl, K. M. (Eds.). Coparenting: A conceptual and clinical examination of family systems (pp. 39-59). American Psychological Association.
- McHale, J. P. & Cowan, P. (1996). Understanding how family-level dynamics affect children’s development: Studies of two-parent families. New Directions for Child and Adolescent Development, 74.
- McHale, J. P. & Cowan, P. (1996). Understanding how family-level dynamics affect children’s development: Studies of two-parent families. New Directions for Child and Adolescent Development, 74.
- McHale, J. P. & Fivaz-Depeursinge, E. (1999). Understanding triadic and family group interactions during infancy and toddlerhood. Clinical Child and Family Psychology Review, 2 (2), 107-127.
- McHale, J. P. (1995). Co-parenting and triadic interactions during infancy: The roles of marital distress and child gender. Developmental Psychology, 31, 985 – 996.
- McHale, J. P. (2010). La sfida della cogenitorialità. Milano: Raffaello Cortina.
- McHale, J. P., Kuersten-Hogan, R. & Rao, N. (2004). Growing points for coparenting theory and research. Journal of Adult Development, 11, 221 – 233.
- Merenda, A. (2019). La coppia cogenitoriale. In A. Merenda (a cura di). Psicodinamica delle famiglie contemporanee (pag. 59-70). ISBN (online): 978-88-5509-042-1.
- Minuchin, S. (1974). Famiglie e Terapie delle Famiglie. Astrolabio Ubaldini.
- Palkovitz, R., Fagan, J. & Hull, J. (2013). Coparenting and children’s well-being. In N. J. Cabrera & C. S. Tamis-LeMonda (Eds.), Handbook of father involvement: Multidisciplinary perspectives (p. 202–219). Routledge/Taylor & Francis Group.
- Van Egeren, L. A. & Hawkins, D. P. (2004). Coming to terms with coparenting: Implications of definition and measurement. Journal of Adult Development, 11, 65–178.