Binge drinking e drunkoressia : l’abbuffata alcolica

di Anna Borriello, Francesca Dicè

“B i n g e drinking’’,‘‘drunkoressia’’, ti è mai capitato di imbatterti in queste espressioni? Proviamo a fare un po‘ di chiarezza su questo fenomeno che, come un vero e proprio trend, sta spopolando sempre più tra i giovani – e non – portando con sé molteplici risvolti non soltanto sul piano fisico, come p o t r e s t i a m p i a m e n t e immaginare, ma anche e soprattutto sul versante psicologico. Fin dagli albori dell’umanità l’uso e l’abuso di alcol ha accompagnato la vita dell’uomo assumendo, nel corso dei secoli, svariate valenze culturali. Le bevande alcoliche sono state utilizzate come alimento, simbolo di sacralità nei riti religiosi, mezzo di connessione con i s t a n z e u l t r a t e r r e n e , automedicazione, elemento di convivialità e strumento di aggregazione sociale. Stabilire il limite tra uso tradizionale e u s o p a t o l o g i c o è continuamente oggetto di studio in ambito medico, psichiatrico, sociologico e politico. Distinguendo dunque un’abitudine non patologica da u n a d i p e n d e n z a , raggruppiamo i bevitori in tre diverse categorie:

  1. I bevitori abituali e non abituali, la cui attitudine al bere non provoca danni e che possono, nel caso si renda utile o n e c e s s a r i o i n t e r r o m p e r e t a l e consuetudine;
  2. Coloro che, avendo s v i l u p p a t o u n a d i p e n d e n z a , n o n riescono a rinunciare al bere, nemmeno nel momento in cui tale c o m p o r t a m e n t o provoca evidenti danni a l l a s a l u t e , all’andamento delle loro relazioni interpersonali o lavorative.
  3. Coloro, per i quali ogni interesse, motivazione o iniziativa ruota intorno al bere.

Ma l’abuso alcolico è un vizio, una moda, un sintomo o una malattia? Oggigiorno al consumo moderato di alcol
durante i pasti, si stanno sostituendo i consumi fuori pasto, consumi eccessivi e ad a l t a i n t e n s i t à . Quando parliamo di Binge drinking, termine inglese introdotto nel panorama italiano all’inizio degli anni 2000, facciamo riferimento alla cosiddetta “abbuffata di alcolici”, ovvero ad una condotta disfunzionale assunta da una persona quando ingerisce volutamente quantità ripetute di alcol in misura maggiore alle sue capacità psicologiche e fisiologiche; nello specifico, come puntualizza la British Medical Association, con tale termine s‘intende il bere, con il preciso proposito di ubriacarsi ( r i c e r c a d e l l ‘ e f f e t t o psicoattivo), di solito in contesti di socialità, una quantità convenzionalmente misurata in “6 o più bicchieri di bevande alcoliche –in a rowin fila” in un breve arco di tempo. E’ dunque il numero di drink consumati in un’unica occasione che definisce q u a n t i t a t i v a m e n t e i l comportamento di Binge Drinking. I l dr ink v iene consumato molte volte in modo quasi consecutivo e r a p i d o , o v v e r o s e n z a sorseggiare, tutto d’un fiato. Si tratta di una tendenza che si a c u i s c e n e l fi n e settimana derivata dalla v o l o n t à d e i r a g a z z i d i provocarsi uno stat o di alterazione in determinate occasioni. Recenti studi americani hanno dimostrato come il più delle volte il binge drinking si associa a quella c h e v i e n e d e fi n i t a “ d r u n k o r e s s i a ” , o v v e r o la restrizione alimentare a cui si sottopongono soprattutto i ragazzi prima di consumare alcolici, al fine non solo di limitare l’introito calorico ed evitare di prendere peso ma anche di potenziare gli effetti euforizzanti e disinibenti dell’alcol, incrementando così il rischio di sviluppare in età adulta dipendenze patologiche e disturbi della sfera psichica. Lo scopo di tali abbuffate alcoliche risiede nel provare ebbrezza fino ad arrivare all’ubriacatura completa con p e r d i t a d i c o n t r o l l o e intossicazione. Se ripetuto nell’ arco di sei mesi, quattro sono i criteri per diagnosticare un episodio di Binge drinking:

– eccessivo consumo di alcol;
– assunzione di alcol rapidamente in un breve arco di tempo;
– bere fino ad ubriacarsi e a sentirsi male;
– bere in compagnia in p a r t i c o l a r i e v e n t i .

Ad oggi, nella popolazione giovanile, il consumo di alcol è in forte crescita già tra gli 11 e i 15 anni di età. I dat i dell’Istituto Superiore della Sanità fanno emergere come il 42% dei ragazzi di età compresa tra i 18 e i 34 anni che mette in atto il binge drinking beve alcolici fuori pasto. In tale contesto, le ripetute bevute raramente hanno carattere occasionale, tendono perlopiù a diventare un atteggiamento frequente sino a trasformarsi in vera e propria dipendenza, fisica e psichica, da alcool, con conseguenti sintomi da astinenza quali: depressione, a l t e r a z i o n e d e l l ’ a t t i v i t à circadiana e disturbi del sonno, disturbi sessuali, irritabilità nonché problemi di performance c o g n i t i v e ,compromettendo così attività scolastiche, lavorative, ma anche le più semplici attività che scandiscono la routine quotidiana. Secondo Hudolin (2015) bere grandi quantità di alcol, in forte concentrazione e molto velocemente, deprime fortemente il sistema nervoso provocando abbattimento o comportamenti aggressivi e alterazioni delle percezioni visive, uditive e motorie, fino ad arrivare a forme di perdita del controllo e della coscienza d i s é . L ‘ i n i z i a z i o n e a l comportamento avviene s o l i t a m e n t e a l d i f u o r i dell’ambiente familiare, in contesti particolari come feste, concerti, serate in discoteca e locali con il rito dell’happy hour e termina all’after hour. Tali abbuffate alcoliche sono associate ad una forma di pericolosità che definiamo “indotta”, ovvero relativa alla quantità eccessiva di alcool assunta, e ad una pericolosità che identifichiamo come “dovuta”, cioè, legata alla modalità d i ingestione. Tuttavia, il fatto che l’alcol sia una sostanza socialmente accettata e giuridicamente l e g a l e , p u ò i n d u r r e a sottovalutare i rischi in cui spesso incorrono i Binge Dr inkers sotto l’influenza dell’alcol. Pertanto, prendendo in considerazione i rischi alcol correlati, ritroviamo oltremodo i disagi e le compromissioni per la salute organi ca, cognitiva e psichica, nonché per il benessere individuale. A l i v e l l o fi s i c o , le conseguenze del binge drinking sono molteplici. In prima istanza, quando si è ancora i n uno stato d i e b r e z z a , s i p o s s o n o s p e r i m e n t a r e nausea, vomito, mancanza di e q u i l i b r i o e d i coordinazione. Altri effetti comuni sono:
– la disidratazione,
– la sonnolenza,
– la sudorazione incontrollata,
– i tremori.

Il binge drinking determina inizialmente una depressione d e l l ‘ a t t i v i t à del sistema nervoso centrale facendo diminuire l’ansia, la tensione e le inibizioni comportamentali. Al contempo, però, calano l’attenzione e la capacità di giudizio e di concentrazione; provoca talvolta disturbi della memoria e incordinazione motoria. L’umore è alterato e le percezioni sono fortemente rallentate. L’andatura si fa incerta e l’eloquio impacciato. Sono frequenti danni a lungo termine, per effetto degli squilibri cognitivi. Sul versante i n t e r p e r s o n a l e , f a r e e s p e r i e n z a d e l B i n g e d r i n k i n g c o m p o r t a inevitabilmente problemi nelle attività quotidiane, nelle amicizie, nei rapporti affettivi, nelle dinamiche familiari, nelle aree sociali e personali nella misura in cui l’individuo ha quasi sempre difficoltà a gest i rsi dato lo stato di alterazione in cui si trova dopo un’abbuffata alcol ica. Le conseguenze del binge drinking nella propria vita sociale sono strettamente c o n n e s s e a n c h e a g l i eff e t t i che le abbuffate alcoliche hanno sulla salute mentale. Le conseguenze psichiche durante il binge d r i n k i n g r iguardano prettamente un’alterazione d e l l ‘ u m o r e : è p o s s i b i l e sperimentare un senso di tristezza e disforia, nervosis mo e a g g r e s s i v i t à ma anche iperattività. Non solo: lo stato di ebbrezza può rendere le persone più propense a compiere gesti estremi. Nel lungo periodo, molteplici sono le conseguenze negative per la propria salute mentale:
– si sviluppa una maggiore irritabilità,
– si ha la tendenza a essere violenti,
– si sperimentano m o m e n t i di depressione,
– si sviluppano disturbi del sonno,
– si innalza il livello di stress,
– si hanno vuoti di memoria,
– si compromette la facoltà cognitiva.

Ma quali sono i motivi sottostanti alle abbuffate alcoliche? Le motivazioni che s p i n g o n o i g i o v a n i ad avvicinarsi all’alcol sono molteplici e possono risiedere nel bisogno di uniformarsi al gruppo di appartenza, nonchè quello di provare sensazioni piacevoli, lo sperimentare sentimenti di solitudine, la necessità di evadere dai problemi quotidiani, dal senso di vuoto; l’atteggiamento che eme r g e d a l l e i n d a g i n i statistiche, per una rilevante percentuale di giovani, è una intenzionale ricerca dello “sballo” soprattutto nel fine s e t t i m a n a . Un sempre maggiore numero di giovani fa oggi uso di alcol, ritenendolo un elemento socializzante ed in alcuni casi automedicativo dei mali dell’anima, quali depressione, noia ed ansia. L’adolescenza è senza dubbio un periodo delicato e di transizione: le pressioni s o c i a l i , i l b i s o g n o d i emancipazione e il processo di costruzione di un sé adulto, p o s s o n o t a l v o l t a , i n determinate circostanze, trasformarsi in oneri molto pesanti. Spesso, si assiste nei g i o v a n i a t e n d e n z e all’omologazione acritica verso il gruppo di pari, alla messa in atto di condotte rischiose e talvolta devianti cosicché il consumo di alcolici riesce a calmierare tutte queste spinte, fornendo una soluzione semplice e immediata allo stress, ovvero l’evitamento dello stesso. L‘adolescente, alle prese con una fase del p r o p r i o c i c l o d i v i t a caratterizzata dal bisogno di definire la sua identità, f r o n t e g g i a r e l o s t r e s s , acquisire uno status di adulto attraverso riti di iniziazione, è fisiologicamente portato ad assumere nelle sue azioni una certa dose di rischio (“risk taking”). Pertanto, tali condotte a r i s c h i o a s s umo n o u n significato ‘‘funzionale“ al raggiungimento degli obiettivi di crescita specifici quali acquisizione di autonomia, individuazione e sviluppo. Più specificatamente tali obiettivi si concretizzano nel bisogno di s p e r i m e n t a r e n u o v e sensazioni e ricerca d i esperienza, autoaffermazione ed autonomia, sfida agli adulti e trasgressione delle regole, acquisizione di una visibilità sociale, fuga da situazione a n s i o g e n e . Ta l v o l t a i l comportamento a rischio può costituire un rito di passaggio che permette di assumere lo status di adulto oppure una strategia per fronteggiare lo stress (coping). Possiamo quindi affermare che molteplici sono le motivazioni che spingono al consumo di a l c o o l , r a g g r u p p a t e i n corrispondenza di diversi stati d’animo:
– la sofferenza fisica o psichica che si esplicita i n a n s i a , p a u r a , p r e o c c u p a z i o n e , a n g o s c i a , fi n dall’antichità;
– il desiderio di emergere sugli altri, il bisogno di approvazione sociale, di fin dall’antichità;
– l’esigenza di evadere d a l l a n o i a d e l l a quotidianità, ampliando la propria possibilità creativa, artistica ed immaginativa.

Di conseguenza, per i l ragazzo, l’azione “rischiosa” è, da un certo punto di vista, quasi necessaria sia allo scopo di capire chi è e chi vuole diventare, sia per verificare quali sono i suoi limiti e poter quindi meglio definire le proprie potenzialità e le risorse da incrementare. D’altra parte, l’adolescente sente il bisogno di modellare e presentare al gruppo dei pari, assunti ora come punto di riferimento al posto dei genitori, una immagine di sé diversa da quella che si era costruito all’interno del gruppo familiare. Numerose ricerche infatti dimostrano che i l contesto dei pari rappresenta uno dei maggiori predittori per l’uso di alcol negli adolescenti ed in particolar modo per il fenomeno delle abbuffate alcoliche. Il bisogno di essere accettati e d’identificarsi nel gruppo aderendo alle sue regole aumenta le probabilità, per chi frequenta amici che c o n s u m a n o a l c o l , d i sperimentarlo a propria volta. Tuttavia, occorre distinguere il c o n c e t t o d i “ s e n s a t i o n seeking” inteso da Martin Z u c k e r m a n n c o m e “ e c c i t a z i o n e fi s i c a e p s i c o l o g i c a , r i c e r c a d i sensazioni intense, complesse e correlate alla disponibilità a correre rischi a livello fisico, sociale, legale e finanziario” da quello di “risk taking”, “prendersi i l r ischio” da intendersi in un’area più i n d i r i z z a t a a l processo evolutivo in cui l’intraprendere un’attività dall’esito incerto può e s s e r e d a u n l a t o potenzialmente dannosa al soggetto, ma dall’altro anche in grado di condurlo ad acquisizioni importanti per la sua crescita. Tuttavia, negli ultimi anni, questa fisiologica attitudine a comportamenti “a rischio”, si estrinseca sempre più in attività in cui il rischio rappresenta un concreto e reale pericolo che può mettere a repentaglio la p r o p r i a v i t a . I l b i n g e drinking rappresenta uno dei più grandi problemi di salute a t t u a l e s i a p e r l ‘ a b b a s s a m e n t o d e l l a percezione d e l r i s c h i o correlata all’ubriacatura, sia p e r l e c o n s e g u e n z e d e l l ‘ i n t o s s i c a z i o n e a l c o l i c a a c u t a che ne risultano. Tale modalità di consumo, considerata a tutti g l i eff e t t i una forma di alcolismo, è i n f a t t i una problematica psico-sociale in emergenza che ha moltissime ripercussioni sulla vita del soggetto e può provocare la progressione verso forme più gravi di abuso di alcol. Il c o n s u m o d i a l c o l i c i r a p p r e s e n t a o g g i u n comportamento in rapida evoluzione, favorito dalla pubblicità e dalle sofisticate tecniche di marketing che inducono ad associare il bere ad uno stile di vita moderno e vincente. L’alcol viene così p r o p o s t o i n v e s t e d i facilitatore delle relazioni interpersonali, della capacità d i s e d u z i o n e , d e l m i g l i o r a m e n t o d e l l e p r e s t a z i o n i , d e l raggiungimento del successo sociale e sessuale, mentre il fenomeno d’abuso viene sempre più “normalizzato”. Dalle evidenze statistiche r e g i s t r a t e s i evince l a necessità di attuare strategie di prevenzione più efficaci, mirate alla maturazione di una cultura del benessere al fine di t u t e l a r e l a s a l u t e promuovendo specialmente nei giovani nuovi stili di vita. Appare quindi importante definire una strategia diprevenzione rivolta alla diminuzione dei consumi alcolici e all’adozione di stili di vita sani nei giovanissimi. Fare p r e v e n z i o n e s i g n i fi c a “ p r o d u r r e d e i cambiamenti stabili nel tempo e c h e v a n n o a l d i l à dell’intervento individuale. È necessario creare programmi che non si limitino a interventi riparativi e limitati nel tempo bensì che coinvolgano le p e r s o n e e l e r e n d a n o c o n s a p e v o l i d e l l e l o r o scelte” (Bastiani Pergamo & Drogo, 2012). I l Binge Drinking emerge come un fenomeno nuovo che sta coinvolgendo l e giovani generazioni di adolescenti e preadolescenti che non associano l ‘ a l c o l ad un piacere, ma ad una necessità. Ta l e f o r m a i n i z i a l e d i dipendenza da alcol non è solo individuale, ma diventa c o l l e t t i v a . Q u a n d o direttamente interrogati, di solito i giovani rispondono c h e b e v o n o p e r c h é è divertente e permet te di sentirsi più a loro agio in mezzo agli altri, diventando più loquaci e più sicuri di sé. Infatti, tali abbuffate alcoliche s i c o n c e n t r a n o q u a s i esclusivamente in contesti d o v ’ è r i c h i e s t a una prestazione sociale. Può dunque configurarsi come una strategia di copingdisadattiva messa in atto per abbassare i livelli di stress connessi all’interazione (Bear, 2002) o per ovviare a bassi l i v e l l i d i a u t o s t i m a . Indubbiamente alla base del f e n o m e n o e s i s t e u n a commistione di fattori biop s i c o – s o c i a l i , q u a l i l a mancanza di autocontrollo (Gibson, Schreck, & Miller, 2004) o di modelli familiari p o s i t i v i , f a t t o r i genetici predisponenti all’abuso (Stickel, Moreno, Hampe & Morgan, 2017) e schemi cognitivi (Roper, Dickson et al., 2009) ed emotivi peculiari. Non ultimo, a differenza della maggior parte delle sostanze psicotrope finalizzate allo “sballo”, l’alcool è socialmente accettato. Di fatto, sebbene p o s s a s e m b r a r e un comportamento giovanile v o l t o a l l o s v a g o e alla spensieratezza, il binge drinking rientra tra i fenomeni di dipendenza riconosciuti a livello sanitario nell’ambito dell’alcolismo.
“ A l l ’ i n i z i o tu t i bevi un bicchiere, poi il bicchiere si beve un bicchiere, poi il bicchiere si beve te” (Francis Scott Fitzgerald).

Bibliografia alla rivista Psicologinews del 22 Gennaio 2024, p. 11-12