E’ possibile evitare di pensare a quello che non si vuole pensare?
Strategie per evitare di rimuginare e amplificare stati d’animo negativi.
Quante volte è capitato a tutti noi di avere un pensiero rispetto al comportamento di un’altra persona e di iniziare a rimuginare, rimanendo intrappolati in qualcosa che sembra non avere soluzione.
Perchè accade?
I pensieri diventano oggetto di rimuginio quando perdono il contatto con i fatti. Per questo motivo, vengono valutati non per quello che sono, ma per le emozioni a cui danno vita. Le emozioni allora generano pensieri giudicanti e chi soffre a causa delle emozioni negative, crede di poterle diminuire utilizzando i pensieri che esse stesse producono. Facciamo un esempio: penso che Michele non abbia una buona opinione di me, mi sento triste, penso che ha ragione in fondo. Cerco di non provare tristezza e di non pensarci, amplificando in realtà il contenuto del mio pensiero.
Cosa si potrebbe fare?
Tradurre i pensieri in descrizione dei fatti potrebbe essere la cosa più utile da fare. Comprendere da quali fatti hanno avuto origine determinate emozioni consente di scegliere poi i comportamenti più efficaci per uscire dalla sofferenza, anzichè rimuginare. Il pensiero viene utilizzato come uno strumento potentissimo per affrontare i problemi, ma questo ci porta spesso ad allontanarci dalla realtà delle cose. Dimentichiamo che l’esperienza deriva sempre dal contatto, attraverso i sensi, con l’esterno.
Quando siamo agganciati a pensieri che ci limitano la visione esterna, dovremmo imparare a distinguere tra giudizi/opinioni e fatti; imparare a riconoscere quali sono le reazioni automatiche che avvengono e a osservare e descrivere ciò che accade. In questo modo si può agire consapevolmente. Seguire una regola senza tener conto del contesto è una forma di pliance. Il tracking serve invece a spostare l’attenzione dal contenuto di una regola alla sua funzione. In questo modo si può tenere traccia dei propri comportamenti e degli effetti reali.