
Oltre la Seduta: un Processo Terapeutico Spesso Invisibile

Nella pratica clinica, spesso ci concentriamo su ciò che accade durante la seduta, ponendo sullo sfondo il fatto che una parte essenziale del processo terapeutico si giochi dopo l’incontro, nel tempo “inter-seduta”, dove si attivano fenomeni complessi e spesso sottovalutati. E’ proprio in questo tempo, infatti, che l’esperienza si trasforma in cambiamento.
Il tempo inter-seduta come spazio psichico
Il lavoro psicoterapeutico è, per sua natura, un processo non lineare. La seduta rappresenta un “momento”, ma ciò che viene evocato, risuonato e mobilitato ha spesso bisogno di tempo per essere elaborato. In tal senso, dunque, la mente del paziente continua a lavorare anche al di fuori del Setting Clinico. Molti pazienti riferiscono di avere insight o nuove prospettive dopo l’incontro con il terapeuta. Alcune intuizioni emergono immediatamente, altre si manifestano nei giorni successivi, in maniera indiretta, attraverso sogni, scelte quotidiane o anche emozioni. E’ come se qualcosa cominciasse a “fermentare” non appena terminato il tempo dell’incontro. Uno degli aspetti clinici rilevanti da legittimare è l’esperienza post-seduta, ovvero renderla pensabile e condivisibile. Da un punto di vista clinico è utile considerare strategie che aiutino il paziente a mantenere vivo il lavoro svolto anche al di fuori delle sedute. E’ possibile alimentare nel paziente la capacità di coltivare riflessioni, un invito esplicito a “stare con ciò che è emerso” senza fuggire nella dimenticanza.
Emozioni post-seduta: ricadute cliniche
Dopo una seduta, infatti, le emozioni provate possono diventare via via più intense e ciò che nella stanza del terapeuta è stato solo sfiorato può riecheggiare con forza nel quotidiano. Le emozioni provate possono essere varie e vanno attenzionate al fine di poter essere raccolte nelle sedute successive. Spesso è utile che il paziente impari a comprendere che queste reazioni fanno parte del processo e che l’incontro è un momento fertile in cui ciò che è stato condiviso può essere integrato in modo più personale e profondo.
La psicoterapia non è solo ciò che accade durante l’ora condivisa col paziente, bensì ciò che si muove nel tempo “inter-seduta”. E’ proprio lì che l’esperienza si trasforma in cambiamento ed è per questo che sarebbe utile permettere al paziente di avere del tempo per scrivere, riflettere o semplicemente stare con ciò che è emerso.
Conclusioni
La seduta di psicoterapia non è un contenitore chiuso, a compartimenti stagni, ma un attivatore di processi che si dipanano nel tempo. Per noi psicologi e psicoterapeuti riflettere su “cosa accade dopo” significa riconoscere l’importanza del tempo post seduta e inter seduta come parte integrante di tutto il processo di cura. E’ proprio attraverso i piccoli cambiamenti, difatti, che possiamo evidenziare il vero e proprio “riposizionamento interiore”. Dopo le sedute il viaggio continua ed è attraverso di esso che si scopre che la psicoterapia permette di spingersi “oltre confini”.