La Sindrome Psiconeoplastica

di Ilenia Gregorio

La scoperta del cancro (soprattutto se maligno), può comportare uno shock da trauma, che dà vita ad una serie di reazioni le quali si configurano come una sindrome, definita “SINDROME PSICONEOPLASTICA” che tende ad abbracciare tutto il periodo di malattia.
Possiamo considerare la sindrome Psiconeoplastica non tanto come una malattia fisica in senso stretto, ma piuttosto come un insieme di reazioni psicologiche e sintomi che emergono in risposta alla diagnosi di un cancro. Essa Include: sentimenti di shock, rabbia, depressione e negazione, nonché un senso di perdita dell’identità, paura della morte, e il
vissuto di un corpo tradito con smarrimento sulla percezione della propria immagine corporea. La gravità e la manifestazione dei sintomi variano, chiaramente, in base a fattori individuali come la personalità e il supporto sociale.


I sintomi psicologici riscontrati in questa condizione sono:

  • Senso di morte
  • Spiacevole alterazione del vissuto corporeo
  • Angoscia di disgregazione
  • Modificazioni imposte dello stile di vita
  • Perdita del ruolo familiare
  • Riduzione delle capacità lavorative
  • Dubbi sulla capacità di mantenere un ruolo attivo nei legami affettivi e sessuali
  • Senso di perdita del gruppo di appartenenza sociale
  • Senso di frustrazione e depressione più o meno profonda
  • Distress psicologico
  • Ostilità e aggressività verso l’ambiente circostante
  • Senso di colpa, di invidia, di ingiustizia
  • Senso di ineluttabilità della malattia, senso di impotenza
  • Uso massiccio dei meccanismi di difesa quali negazione e rimozione.

Depressione, ansia e rabbia possono essere viste come normali risposte adattive alla situazione che l’individuo sta affrontando. L’eccessiva presenza di queste ultime non deve essere considerata necessariamente come la presenza di disturbi o espressione di una malattia, ma è fondamentale essere a conoscenza del fatto che un certo livello di depressione e ansia è inevitabile. Il paziente affronta il trauma della malattia con meccanismi di difesa come la negazione o la rimozione, cercando di mantenere una parvenza di normalità nella vita quotidiana ma qualora il suo sistema di strategie di difesa dovesse indebolirsi e si dovessero mettere in atto strategie difensive immature o patologiche, possono intensificarsi i livelli di ansia e di depressione e il paziente può, inoltre, sperimentare un
Disturbo Post Traumatico da Stress. La presenza di un forte supporto sociale e relazionale può fungere da fattore protettivo, mitigando l’impatto emotivo della malattia ma sicuramente la gestione del disagio che scaturisce da una diagnosi di malattia oncologica ha necessità di essere presa in carico da personale specializzato come lo Psicologo che ha esperienza e adeguata formazione in campo Psiconcologico. Lo Psiconcologo stabilisce con il paziente una relazione di supporto empatico e non giudicante, offrendo uno spazio sicuro per esprimere ansia, paura, rabbia e altre emozioni legate alla diagnosi e al percorso di malattia. Il suo ruolo è quello di integrare il supporto psicologico nel team di cura, aiutando il paziente e i familiari a gestire il distress, a trovare strategie adattive per affrontare la malattia, a migliorare la qualità della vita e a trovare un nuovo significato nell’esperienza, anche nel fine vita.
La sindrome psiconeoplastica evidenzia la necessità di un supporto e di un intervento psicologico mirato a gestire queste reazioni, offrendo al paziente le risorse per affrontare il trauma e le sfide della malattia e soprattutto, laddove è possibile, per ritornare ad uno stato ottimale di benessere biopsicosociale.