Mantenere il legame di coppia

di Antonella Bellanzon

mantenere il legame di coppia

Se è vero che il legame di coppia non esiste senza i partner che lo costituiscono, è altrettanto vero che il legame riesce a sovrastare, trascinare e coinvolgere i partner. Già la scelta-decisione di costruire il legame di coppia, in parte inconsapevole, si dispone all’interno di tre registri:

personale o intrapsichico: è lo scenario interiore dei vissuti esperiti e i modelli interiorizzati di relazione con l’altro;

intersoggettivo: è lo scenario dello scambio con l’altro nel suo farsi e con i suoi effetti,

transgenerazionale: è lo scenario dello scambio tra le generazioni che comprende tanto i riferimenti alla matrice culturale, quanto alla specificità di storia e vicende familiari dei partner.

Questi tre registri si articolano tra le due persone che formano quel legame, in quel particolare momento della loro vita, con le loro specificità legate al genere, con le loro vicende familiari e personali. In questa scelta-decisione hanno un peso determinante motivazioni, attese, bisogni e paure che vanno al di là della personale consapevolezza.

Da più fonti (Stern, 1995; Kernberg, 1995; Siegel, 2001) viene evidenziata la natura relazionale della mente e la radicalità del bisogno dell’altro per la nostra specie; pertanto siamo portati a considerare la relazione come fondamento vitale e a riconoscere al legame di coppia una sua specificità.

Cigoli et al. (2005) individuano nel legame di coppia tre modalità fondamentali di relazione, cioè di essere-con ed essere-per  l’altro.

La prima è caratterizzata dalla reciprocità, la seconda dalla similarità e la terza dalla divisioni di parti. La reciprocità si fonda sul dialogo e il confronto con l’altro, sulla condivisione di gioie e dolori, sulla gestione del conflitto, sulla manifestazione del sentimento del noi. Questi aspetti favoriscono all’interno della coppia il riconoscimento e la valorizzazione della differenza del partner e nella relazione ciascuno si sente riconosciuto nella sua dignità di soggetto. 

La similarità si fonda su “l’essere medesimi, cioè il fare, sentire, pensare allo stesso modo”, negando la dialettica all’interno della relazione e la possibilità di una condivisione, di un sentimento di appartenenza. Essa si fonda sul registro mentale dell’omologazione della differenza dell’altro. In una relazione di coppia dove si verifica questa modalità di relazione, l’altro non è considerato come soggetto, si tende a oggettivarlo con l’obiettivo di renderlo similare rispetto ai propri schemi di significato, ai propri atteggiamenti. La similarità si fonda sul bisogno di negare la differenza e così come la reciprocità, può divenire ciò che unisce la coppia e la caratterizza.

La divisione di parti  si fonda su posizioni polari contrapposte e antitetiche da parte dei  partner. Ognuno si sente (e sente l’altro) si vive (e vive l’altro) sostanzialmente diverso. Le polarità più frequenti che si possono riscontrare sono. “buono/cattivo”,”capace/incapace”. Uno degli effetti pragmatici di tale modalità è l’incomunicabilità e la formazione di una barriera che mina l’alleanza della coppia.

É possibile verificare che nella similarità e nella divisione di parti, il riconoscimento dell’altro viene ridotto e svalorizzato nel tentativo di omologazione della differenza oppure, viene amplificato creando una barriera di incomunicabilità che mina il con-senso di coppia, nel tentativo di co-costruire un’alleanza.

Molti di noi sono cresciuti con la convinzione che la relazione di coppia sia una cosa semplice. Incontri qualcuno, te ne innamori e quello che conta per garantirsi un futuro felice è che ci sia l’amore. Ma nel mondo reale le cose non funzionano così. L’amore è certamente un elemento essenziale, ma da solo non è sufficiente a preservare l’intimità e la vitalità di una relazione. Molti altri aspetti concorrono infatti alla buona salute della coppia. La capacità di comunicare, la creatività nell’affrontare la vita quotidiana senza farsi soffocare dalla routine e dai doveri familiari e lavorativi, la consapevolezza delle aspettative e delle paure inconsce che ognuno nutre verso l’altro.

Se si è seriamente intenzionati a mantenere o  migliorare i propri rapporti col partner, è necessario acquisire quattro abilità:

1) come e quando ascoltare

2) come parlare in modo opportuno e quando

3) gestire i conflitti in modo che nessuno finisca col sentirsi perdente e quindi risentito

4) stabilire e mantenere un dialogo aperto.

Se pensiamo al diamante come ad una metafora che rappresenta il meglio di noi, possiamo interrogarci su come possiamo accedervi nella relazione col partner. Quando si è incastrati tra accuse e lamentele è difficile sia vedere il meglio che c’è nell’altro, sia mostrare il meglio che c’è in noi, e… il diamante non si trova.

Per riuscirci abbiamo bisogno di ridurre più possibile la critica, il disprezzo, l’atteggiamento difensivo e aprire i canali della comunicazione.

Per aprirli abbiamo bisogno di adottare alcuni comportamenti.

– Il primo è rivolgerci direttamente al nostro partner invece di voltargli le spalle. È importante dirgli subito con chiarezza cosa ci disturba, prima che l’irritazione aumenti.

-Il secondo è trattare il problema con calma, dopo aver chiarito con noi stessi il vero motivo di tanta rabbia.

-Il terzo è cominciare ad assumerci la responsabilità dei nostri sentimenti e desideri in vece di accusare l’altro: è importante a imparare a usare frasi che inizino con “IO” invece che con “TU”. Invece di dire “TU mi fai arrabbiare o mi fai sentire in colpa” possiamo dire “IO mi sento in colpa…

Infine è importante voler riparare la relazione quando si è rotta dopo un litigio: quando sbagliamo è salutare chiedere scusa. Questi sono modi amorevoli per mantenere il legame.

Stare a lungo insieme, per non dire per sempre, non è certo un’operazione semplice e richiede un impegno costante da parte dei partner.

Nel sistema “coppia” l’Entropia è espressa proprio da “quella fatica di stare insieme” che, viene modulata essenzialmente dall’incontro-scontro tra le istanze della ragione e quelle dei sentimenti. Le storie d’amore per via della inevitabile entropia, tendono a degradarsi, a trasformarsi in qualcosa di diverso da ciò che erano in partenza e l’ostinarsi a credere che non sia così e che l’amore, se è vero amore, non cambia mai, porta alla negazione del “principio di realtà” e inevitabilmente sfocia in quella forma di delirio tipico della “coppia felice”. Bisogna avere la capacità di saper trasformare le crescenti disillusioni derivanti dalla routine coniugale in occasioni di cambiamento innovativo. Paragonando la storia della coppia ad un romanzo, bisogna saper contrastare quello che si può definire come “impoverimento drammaturgico” mettendo in atto elementi di novità nella trama della vita sentimentale per mantenere o rinnovare quella complicità che tiene viva la relazione.

La vita è ricca, sempre mutevole, sempre stimolante e …gli architetti hanno il compito…di trasformare le aspirazioni umane in spazio abitabile e significativo”                                                                 Arthur Erickson.

BIBLIOGRAFIA                                                                                                                                                                 

“ La coppia viva” Hal Stone – Sidra Stone.

“Quando l’amore se ne va” Donato Torelli- Ignazio Grattagliano

“Relazioni efficaci” Thomas Gordon.

“L’incontro clinico con la coppia. Tra studio di risultanze e analisi del percorso di cura” 

Vittorio Cigoli, Marialuisa Gennari, Caterina Gozzoli, Davide Margola