ADHD: indicazioni per la scuola e per gli insegnanti

Cosa possono fare gli insegnanti per i bambini con ADHD? Vediamolo insieme.

Il Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività, o ADHD, è un disturbo del neurosviluppo. I disturbi dello sviluppo neurologico sono condizioni neurologiche che appaiono nella prima infanzia, di solito prima dell’entrata a scuola, e compromettono lo sviluppo del funzionamento personale, sociale, scolastico e/o lavorativo. Esso include difficoltà di attenzione e concentrazione, di controllo degli impulsi e del livello di attività. Questi problemi derivano sostanzialmente dall’incapacità del bambino di regolare il proprio comportamento in funzione del trascorrere del tempo, degli obiettivi da raggiungere e delle richieste dell’ambiente.

L’ADHD genera sconforto e stress nei genitori e negli insegnanti, i quali si trovano impreparati nella gestione del comportamento del bambino.

Come può rispondere la scuola?

Gli interventi psicoeducativi non fanno sparire i sintomi dell’ADHD, ma creano condizioni
per cui al bambino è possibile vivere delle relazioni sociali più appaganti in un contesto di
più adeguato benessere per la crescita della persona. Possono migliorare l”impatto” del
disturbo, attenuandone gli effetti. Ad esempio sarebbe opportuno occuparsi di:

  • Strutturare una routine: la giornata può essere organizzata secondo un preciso “copione” (es.: si entra, si saluta, ci si prepara il banco). L’insegnante controlla se tutti hanno il materiale, presenta le attività del giorno e indica i tempi previsti, comunica quando si può fare una pausa.
  • Attenuare i distrattori: far sedere l’alunno nei primi posti o togliere quanto di distraente è solitamente appeso alle pareti della classe risulta essere da subito una buona strategia. Inoltre, ridurre gli elementi di disturbo presenti sul banco, utilizzare solo il materiale strettamente necessario allo svolgimento dell’attività proposta.
  • Permettere i movimenti possibili. Vale il principio della sostituzione: tra due comportamenti non adattivi, se non possiamo eliminarli del tutto, tolleriamo il meno disadattivo. Piuttosto che l’alunno corra per la classe, scappi, butti giù il materiale dal banco del compagno, consentiamogli ogni tanto di stare in piedi al suo banco, di giocherellare con qualcosa mentre aspetta che gli correggiamo il compito, di scarabocchiare su un foglio apposito. Possiamo concordare con lui queste concessioni, contribuirà a rasserenare il nostro rapporto reciproco.
  • Individuare i punti di forza del bambino e rinforzarli.
  • Stabilire un accordo condiviso. Creare una token economy di classe può essere utile per lavorare sui comportamenti più problematici.