Adolescenti e Genitori: Istruzioni per l’uso

di Veronica Lombardi

adolescenti e genitori

Un viaggio burrascoso, l’adolescenza!

Quante volte abbiamo sbattuto la porta della nostra cameretta e pensato che il mondo ci cadesse addosso? Certo oggi magari, ripensandoci arrossiamo dall’imbarazzo, oppure ricordando taluni episodi con un fratello o un genitore ci ridiamo teneramente sopra. Eppure quei momenti, apparentemente disperati, delineano il periodo in cui molte certezze sono messe in discussione, è il periodo in cui si immagina il proprio futuro e ci si prepara anche ad affrontarlo, è sicuramente un periodo importante della vita di tutti noi, un periodo che può essere particolarmente difficile, in una parola, l’adolescenza.

Entrare nel periodo adolescenziale, come detto, costituisce un momento di forti cambiamenti, è in questo periodo che risulta importante il raggiungimento di una nuova stabilità e continuità personale, necessaria per poter prendere decisioni consapevoli sulla propria vita futura. Tale stabilità corrisponde al sentimento di identità personale.

Ma guardando più a fondo, possiamo dire che la dotazione biologica, l’organizzazione e l’esperienza personale e l’ambiente culturale contribuiscono a dare significato, forma e continuità all’esistenza unica di ciascuno di noi. La visione di Erikson è quella di concepire a vita dell’individuo come una successione di fasi, a ognuna delle quali è assegnata un a funzione evolutiva di natura psicologica. Nell’adolescenza uno degli aspetti fondamentali è l’acquisizione dell’identità sessuale e di ruolo, che è anche la ricapitolazione delle acquisizioni raggiunte nelle tappe precedenti dello sviluppo. L’acquisizione di tale identità comporta:

  • Il raggiungimento della percezione matura del tempo;
  • La certezza stabile nella percezione di se;
  • L’assunzione e la sperimentazione dei ruoli;
  • L’acquisizione di un’identità sessuale;
  • La capacità di avere un confronto con l’autorità o l’assunzione di autorità;
  • La definizione di un orientamento consapevole nei propri ideali personali e sociali.

L’età adolescenziale conosce diversi momenti di esplorazione e crisi che possono risolversi oppure no a seconda dell’orientamento assunto nell’insieme delle forze in gioco, nella costruzione di una componente rilevante dell’identità del soggetto. È tuttavia importante che gli adolescenti affrontino anche problemi più gravi, magari pochi per volta, in successione.

Quest’età cosi piena e frenetica, piena di pulsioni e falsi miti, di sentimenti radiosi ed esplosioni ormonali in cui, poco per volta il bambino lascia il posto all’adulto, dura quasi per l’intera seconda decade della vita e molti cambiamenti hanno luogo in questo periodo dando la possibilità al soggetto che li vive di recuperare la propria forza psicologica dopo ogni episodio di coinvolgimento emotivo più intenso e di affrontare la difficoltà successiva.

Fondamentale è il rapporto dell’adolescente con la famiglia d’origine, la famiglia caratterizzata da una storia passata e da una prospettiva di vita futura, in cui centrale è il concetto di ciclo di vita familiare, ed il susseguirsi delle varie fasi. Il criterio più adeguato per dividere in fasi il ciclo di vita familiare è quello di identificare alcuni eventi critici che la famiglia incontra durante il suo percorso e l’ingresso nell’età adolescenziale dei figli rappresenta proprio uno di tali eventi critici.

In particolare la famiglia si trova a dover affrontare due movimenti antagonisti che si presentano con un forte impatto: La tendenza all’unità, al mantenimento dei legami affettivi e al sentimento di appartenenza da un lato e dall’altro la spinta verso l’autonomia del singolo individuo e la differenziazione. Certo queste “crisi” sono da intendersi fisiologiche, in relazione ai cambiamenti dei rapporti in atto e non come contrapposizione, ostilità o conflitto permanente. Ciò che più spesso accade in questa fase è che i genitori non sono più l’unico punto di riferimento e inevitabilmente si sviluppino dei conflitti che riguardano ambiti di indipendenza quali per es. il modo di vestire, le amicizie, i tempo libero e le dolenti note….l’orario! (tutti abbiamo sentito frasi del tipo “questa casa non è un’ albergo!”).

Nonostante tutto, numerose ricerche dimostrano un sostanziale accordo tra gli adolescenti e i genitori sui valori più importanti come ad es. la famiglia viene rivalutata per l’importante funzione affettiva che svolge. Sarebbe errato parlare di “conflitti” tra genitori e figli come solo una guerra tra generazioni   invece di  concentrarsi sui  punti principali del cambiamento nella relazione:

  • Lo sviluppo dell’autonomia e il distacco emotivo;
  • Rivalutazione del rapporto tra dipendenza ed autonomia
  • Affermare la propria identità ed il rispetto della privacy;

Va sottolineato il grande cambiamento della funzione genitoriale.

È questo un periodo caratterizzato da ansie e ambivalenza per i genitori e le ragioni possono riscontrarsi nel senso di inutilità nel momento in cui i figli sembrano non aver più bisogno di loro rispetto alla lunga abitudine di dominio e di controllo quasi assoluto. Un ruolo fondamentale lo gioca la modalità comunicativa che assume una funzione costruttiva. La comunicazione ideale tra genitore e figlio adolescente richiede:

  • La capacità di esprimere con chiarezza i punti di vista propri;
  • La capacità di esprimere la differenza tra se e gli altri;
  • La capacità di essere aperti ad idee ed ideali diversi, degli altri;
  • La capacità di essere sensibili e rispettosi nelle relazioni con gli altri;

La presenza di questi fattori nelle relazioni familiari contribuisce sia alla formazione dell’identità e dell’autostima dell’adolescente sia all’elaborazione di capacità interpersonali, come per esempio l’abilità di negoziazione con gli altri.

Fondamentale nell’adolescenza è il confronto con il gruppo dei pari.

I coetanei, rappresentano un riferimento importante per esplorare nuovi spazi e valutare in modo autonomo le proprie scelte a prescindere dal controllo degli adulti. La condivisione degli stessi problemi porta alla ricerca di soluzioni condivise, in condizioni di parità ed empatia. Dal gruppo dei coetanei provengono varie forme di aiuto come ad es. a livello emotivo, di comportamento, psicologico e cognitivo. Se il gruppo rappresenta un buon oggetto di identificazione, può offrire un valido aiuto nelle difficoltà.

È di estrema importanza che l’adolescente trovi un equilibrio nel processo di identificazione con i diversi soggetti sociali senza dipendere eccessivamente da nessuno, in modo da non compromettere lo sviluppo della sua individualità.

Ovviamente in questo gioco di equilibri ed equilibristi, un ruolo fondamentale lo gioca la realtà sociale più prossima al soggetto adolescente, cioè la scuola.

L’esperienza scolastica può profondamente incidere sullo sviluppo dell’adolescente sia nel processo di costruzione dell’identità sia nella verifica delle proprie abilità cognitive e sociali.

In età adolescenziale i ragazzi si trovano a dover affrontare alcune situazioni scolastiche particolarmente impegnative che possiamo considerare come compiti di sviluppo tipici della loro età, come ad esempio il passaggio tra cicli di studio, la scelta del ciclo scolastico successivo all’istruzione dell’obbligo che inevitabilmente inciderà sul futuro adulto. Nel momento dell’inserimento nella scuola superiore, quindi nella transazione tra cicli di studio, l’adolescente ha l’occasione di verificare le proprie capacità e il superamento delle difficoltà lo porta a migliorare l’autostima e la fiducia di essere in grado di affrontare i compiti successivi. Nella scelta del tipo di ciclo di studi che il soggetto adolescente deve compiere, entrano in gioco le esperienze pregresse, le aspettative personali, le influenze degli altri come ad es. la scuola frequentata, il gruppo dei pari e la famiglia.
L’immagine di se, si limita nell’esperienza scolastica, attraverso l’interazione prolungata con insegnanti e il confronto e/o la competizione coi coetanei. Nell’esperienza scolastica, l’adolescente vive problemi ed insuccessi che possono diventare talvolta una minaccia e svalorizzare il processo di identità. In caso di insuccesso prolungato l’adolescente tenderà a dare solo una attribuzione interna, riconducibile a se. Lo studente (adolescente) che vive in modo problematico l’impatto con la scuola superiore e che sperimenta continui insuccessi, tende ad abbassare la stima di se e a perdere fiducia di superare i compiti che gli si presentano. Tuttavia non bisogna pensare che un percorso scolastico problematico sia necessariamente causa di comportamenti sociali non accettabili, infatti, un adolescente può compensare gli insuccessi scolastici con risultati ad esempio nello sport o nelle relazioni di amicizia o di coppia.

L’esperienza scolastica può si, incidere sul processo di sviluppo ma non in maniera esclusiva, fornendo all’individuo molteplici occasioni di sperimentazione di se e di verifica delle proprie capacità cognitive e sociali.

Tra porte di camerette sbattute, notti insonni nell’attesa di una telefonata o che rientrino nella casa oramai divenuta “un Hotel”, tra una versione di greco ed il primo innamoramento, le istruzioni d’uso per il ruolo di genitore in questa delicatissima fase di crescita del figlio è senza dubbio dotarsi di una buona dose di pazienza e flessibilità creando momenti di ascolto attivo.

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