
L’anginofobia è una paura limitante

Una fobia trasversale che può manifestarsi sia nei bambini che negli adulti è l’anginofobia.
Essa si presenta come una paura, spesso irrazionale ed esagerata di deglutire.
La sensazione di soffocamento, dovuta all’inserimento di cibo o liquidi, diventa così importante da limitare non solo l’alimentazione, ma anche la vita sociale in generale.
L’insorgere di questa fobia spesso è legata ad una esperienza traumatica vissuta in prima persona, in cui si è stati protagonisti di un episodio di soffocamento.
Da ciò scaturisce quindi un pensiero ansiogeno e ricorrente non solo di fronte allo stimolo del cibo, ma anche in assenza.
Si instaura una forma di anticipazione del problema che porta a stati ansiosi e attacchi di panico.
In un contesto del genere, spesso anche le relazioni sono disfunzionali.
In primis, si tende ad evitare il più possibile situazioni di convivialità, per ridurre l’esposizione a stimoli che generano angoscia.
D’altro canto, anche le relazioni più intime possono subire danni.
Questo perché la vittima dell’anginofobia, purtroppo limita le occasioni di ingestione di cibo solo ed esclusivamente in presenza di qualcuno che possa eventualmente soccorrerlo.
Talvolta si sceglie qualcuno in particolare su cui riporre la propria fiducia di salvataggio e ci si aspetta da quest ultimo forme estreme di comprensione più che di soccorso.
Altra caratteristica dell’anginofobia è la monopolizzazione della conversazione: il fobico concentra su di sé l’attenzione degli altri, lasciando poco spazio ad altri argomenti.
Psicologicamente parlando, è un disturbo che porta con sé problemi legati all’autostima, la creazione di rituali ossessivo-compulsivi onde scongiurare il soffocamento.
Ragion per cui, una volta escluse cause di natura organica, bisogna lavorare sul controllo della reazione allo stimolo stressante.