L’ansia. Il vortice che blocca il fluire della vita
L’ansia è un’esperienza naturale, fa parte della vita. Tuttavia, può sfociare in forme patologiche anche gravi e di sofferenza estrema.
La parola ‘ansia’, dal latino angere, vuol dire ‘stringere’. Nel dizionario di Battaglia, l’ansia corrisponde a uno “stato tormentoso dell’anima, provocato dall’incertezza circa il conseguimento di un bene sperato o la minaccia di un male temuto”.
Che cos’è l’ansia?
Secondo la psicoterapia della Gestalt, l’ansia è una eccitazione. Un’energia vitale e creativa fondamentale per la sopravvivenza e la realizzazione di se stessi. Ogni persona ha una tensione naturale verso il soddisfacimento dei propri bisogni e desideri e tutte le risorse per affrontare la vita. Tuttavia, se dentro di sé, o nell’ambiente, viene a mancare il sostegno necessario per entrare in contatto con l’esperienza, l’eccitazione si blocca. Il sintomo dell’ansia nasce da una costrizione involontaria del petto che priva l’organismo della quantità adeguata di ossigeno. Rappresenta l’esito di un conflitto, tra l’eccitazione forte e l’autocontrollo eccessivo. Quando l’eccitazione è bloccata, la crescita creativa è bloccata. Di conseguenza si crea un accumulo di tensione psichica che genera malessere. E così, l’ansia perde la sua funzione naturale e si trasforma in un disagio.
Ansia e emozioni: l’evitamento del contatto
Esiste, dunque, un’ansia naturale, che fa parte della vita, e un’ansia patologica, che nasce da una perdita di contatto e di sé. Nell’articolo “l’inganno del tempo“, abbiamo visto come l’emozione sia sempre presente, in ogni momento dell’esistenza. In condizioni naturali, infatti, l’energia scorre in modo continuo, nel fluire della vita. Tuttavia, l’uomo occidentale tende a escludere dalla consapevolezza la continuità della sua esperienza. Poiché, sin da bambino, impara a considerare le emozioni come turbamenti da evitare. A privilegiare le esigenze del mondo esterno, a scapito del suo sentire e in cambio di riconoscimento. L’evitamento del contatto con l’esperienza proibita lascia insoddisfatti i propri bisogni autentici. Blocca la tendenza naturale all’autorealizzazione. Impedisce di ancorare la propria esistenza al tempo, come continuità della coscienza, fino a procurare, all’estremo, una dolorosa lacerazione interiore. Una perdita di significati che svuota la vita di senso.
Le forme dell’ansia
L’ansia può assumere varie forme. Può essere un’ansia generalizzata e manifestarsi nel vivere quotidiano in modo più o meno costante, come difficoltà di attenzione e stato di agitazione. E, tra gli altri possibili sintomi, con tachicardia, senso di oppressione al petto, nausea. Oppure, può essere un’ansia che si esprime mediante pensieri ossessivi e azioni ossessive che si impongono senza tregua. L’ansia si rivela in modo acuto, invece, con una esplosione dei sintomi, nelle fobie e negli attacchi di panico. In questi ultimi, vi è una scompensazione emozionale improvvisa e imprevedibile. Si tratta di un’angoscia devastante, che assume il volto del terrore, sconvolgendo una vita, fino a quel momento, in apparenza normale. Le cose dentro e fuori di sé diventano di colpo estranee. In pochi minuti si viene trascinati nella percezione di una incombente fine del mondo. Nello stato d’animo di una morte imminente.
Il vortice di passato, presente e futuro
Nell’ansia si crea un vortice di passato, presente e futuro, in cui predominano sentimenti di colpa, paura, solitudine e morte. Il passato, che non può essere storicizzato, oscura il presente con i ricordi. Mentre il futuro si spegne come orizzonte del possibile, per attualizzarsi mediante un’anticipazione di eventi densa di inquietudini. Fritz Perls definisce l’ansia come “la lacuna tra l’ora e il poi”. Chi non vive nel qui e ora, ma attraverso l’aspettativa del futuro, vive in una realtà falsamente presente. A differenza di chi si rifugia nel passato, non è fissato su ciò che è perduto, bensì su ciò che potrà accadere. Ma il suo modo di anticipare non è libero e aperto a ogni possibilità: segue una forma fissa. Una certa rigidità dettata dagli ideali e dal copione di vita. L’ansia fa vivere la vita come una insondabile ripetizione.
L’ansia è energia vitale che chiede di essere liberata
L’ansia è il sintomo basilare di ogni disagio. Talvolta presente in figura, talvolta sullo sfondo. E’ una richiesta di attenzione, che l’organismo invia, verso una parte di sé non riconosciuta che chiede di essere vista e accolta. E’ una situazione del passato rimasta incompiuta. Un bisogno insoddisfatto che reclama gratificazione. E’ l’energia vitale che non può fluire, intrappolata nei ‘devi‘ e nei ‘non essere‘ del mondo esterno, messi dentro sin da piccoli come pezzi propri. Nelle paure, che non trovano adeguato sostegno. Liberare l’energia bloccata implica un confronto doloroso con vissuti e aspetti che spaventano. Richiede uno spazio di cura e fiducia. Un lavoro di terapia che accompagni e sostenga questo contatto. In modo che ci si riappopri di se stessi e la vita possa essere vissuta nel qui e ora della realtà presente. Con consapevolezza e responsabilità.
“La vita non è una domanda che deve trovare una risposta,
ma un’esperienza che deve essere vissuta”.
(Søren Kierkegaard)
Bibliografia
- Borgna E. (2011). Le figure dell’ansia. Feltrinelli. Milano
- Iorio V. (2021). Il vortice dell’ansia. Articolo pubblicato in “Psicologi news scientific”. Anno I, n. 1-2
- Perls F. Hefferline R. F. Goodman P. (1997). Teoria e pratica della terapia della Gestalt. Vitalità e accrescimento della personalità umana. Astrolabio. Roma.