Biblioterapia: il potere terapeutico della lettura
La lettura di libri e di poesie può avere un forte impatto sul lettore, toccando tasti che non sempre è facile esprimere o condividere. La lettura può innescare un processo di riflessione e cambiamento, attraverso l’immedesimazione nella storia narrata e la capacità di sviluppare empatia nei confronti dei personaggi. Proprio per tale capacità trasformativa, la lettura di libri e poesie può essere utilizzata come uno strumenti in terapia.
La biblioterapia può essere definita come una “terapia attraverso la lettura”, ovvero un metodo di terapia che utilizza la lettura di specifici libri. Il libro viene scelto tenendo conto della storia individuale del soggetto. Attraverso la lettura di qualcosa che risuona con la storia dell’individuo, la persona riesce ad attuare un processo introspettivo e riflessivo che gli permetterà di portare lo sguardo sul sé, sulle proprie emozioni e pensieri. Attraverso la biblioterapia la persona dovrebbe essere in grado di attuare un processo di crescita personale. I suoi obiettivi sono molteplici, dallo sviluppo della consapevolezza del sé, all’aumento di autostima e autoefficacia, al potenziamento delle proprie capacità (sia personali che sociali).
La lettura può quindi generare un processo di cambiamento, che trae dalle proprie emozioni e dalla propria sofferenza gli stimoli al superamento degli ostacoli.
Green (2022), nel suo articolo, ha cercato di esplorare l’impatto che i testi letterari, in particolare la poesia, possono avere sulla vita reale delle persone, con l’obiettivo di comprendere come la lettura possa “creare uno spazio in cui i lettori possono aprirsi alla possibilità di essere “segnati” o “colpiti” da un testo”, e come questi possano essere studiati obiettivamente. Per fare ciò, Green (2022) ha utilizzato una poesia di Wordsworth intitolata “The Ruined Cottage”, nella quale il poeta offre un linguaggio alternativo per pensare ai problemi ed esistere nel nostro dolore: non tentare di negare o alleviare la sua difficoltà, ma guidandoci in qualche modo a mettere a frutto quel trauma.
All’interno dell’articolo “Exploring the therapeutic potential of reading: Case studies in diary-assisted reading” (2022) vengono presentati tre casi, basati su diari di lettura tenuti per un periodo di 2 settimane e successive interviste semi-strutturate. Green, infatti, aveva dato ai partecipanti allo studio il compito di leggere per più giorni specifici versi della poesia e scrivere le proprie riflessioni, evidenziando le esperienze reali dei lettori mentre incontrano e interagiscono con un testo letterario sconosciuto.
I casi analizzati offrono uno sguardo sugli schemi di pensiero che la lettura può offrire e sui momenti di empatia e riflessione che suscitano, tra persone e tra versioni passate e presenti della stessa persona. In particolar modo, i casi riportati all’interno dell’articolo riguardano esperienze di lutto, perdita e dolore, questo a dimostrazione del potenziale valore trasformativo dei testi letterari nell’aiutare le persone a riflettere sulla loro esperienza di dolore.
Attraverso le ripetute letture della poesia di Wordsworth, i partecipanti sono stati in grado di “dire l’indicibile”: la poesia è stata in grado di guidare il lettore in aree di grande profondità emotiva e fornire un linguaggio per pensare, che ha aiutato a far emergere pensieri precedentemente non formati o inespressi. Inoltre, la poesia ha condotto il lettore nel trauma, nel bel mezzo della sua vita emotiva e ha trasformato ciò di cui normalmente sarebbe stato difficile se non impossibile parlare, in qualcosa di dicibile, quasi inevitabile.
I partecipanti lettori sono stati in grado di esplorare la loro vita, entrando rapidamente nelle aree di pensiero inconsce o inaspettate. La poesia, a tale scopo, è sembrata una guida, che ha permesso loro di essere ritrasportati nel loro passato emotivo, ma con nuove risorse e capacità per comprenderlo e affrontarlo. In questo modo, è stato possibile accedere a traumi non elaborati e sviluppare una comprensione precedentemente non realizzata delle loro esperienze passate, riconfigurando il dolore, attraverso il sentire e il vivere ciò che veniva narrato nella poesia. In definitiva, sono stati in grado di ottenere una sorta di svolta terapeutica.
“È forse in materia di dolore che le nostre modalità predefinite di pensare ed elaborare il mondo si dimostrano più inadeguate. Il dolore richiede di più dal linguaggio, anche se non solo in termini di articolazione o persino di vocabolario, richiede una sintassi più sfumata che possa accogliere l’inarticolatezza e il silenzio al suo interno.”
Bibliografia
Green K (2022) Exploring the therapeutic potential of reading: Case studies in diary-assisted reading. Front. Psychol. 13:1037072. doi: 10.3389/fpsyg.2022.1037072