DIVERSI MODI DI ESSERE FAMIGLIA: TRA EREDITÀ E CAMBIAMENTO

di Carola Battistelli

Diversi modi di essere famiglia: tra eredità e cambiamento

Nel 1993 è stata istituita la Giornata Internazionale della Famiglia, che si celebra ogni anno il 15 maggio.
La famiglia ha da sempre rivestito un ruolo centrale per la psicologia, uno degli ambiti più esplorati essendo la prima realtà con cui l’individuo entra in contatto e in cui inizia a sviluppare le proprie competenze relazionali ed affettive.
La famiglia si caratterizza per essere un sistema in costante interazione con ciò che la circonda, ragione per cui è fortemente influenzata dai cambiamenti sociali. Ad esempio, le difficoltà che i giovani riscontrano nel trovare un lavoro stabile influiscono sulla scelta di avere figli, comportando un calo delle nascite e/o una tendenza a diventare genitori più tardi. Allo stesso modo, rispetto alle generazioni precedenti si possono notare dei cambiamenti rispetto all’aspettativa della donna circa il suo futuro professionale. Questo aspetto incide sulle dinamiche familiari, comportando compiti genitoriali che gradualmente stanno diventando meno distanti tra i due generi.
A fronte dei molteplici cambiamenti del nostro tempo, è ragionevole pensare che il concetto stesso di famiglia meriti di essere ripensato in quanto affronta delle sfide ed opportunità prima inesistenti. Siamo spettatori del passaggio da un unico modello di famiglia a una pluralità di modi di essere famiglia, modalità che vengono scelte non più subite, segnale inequivocabile di una volontà sempre più forte di vivere da protagonisti la propria biografia.
Fino a qualche decennio fa le famiglie monogenitoriali rappresentavano una rara circostanza “dovuta” per lo più a circostanze esterne, per esempio alla morte del coniuge. Oggi il legame coniugale appare più fragile in quanto si è più consapevoli che si tratta di un progetto condiviso per scelta e che, in quanto tale, può essere rinegoziato in qualsiasi momento. Da qui, la decisione di separarsi sempre più frequente.
Collegato a questo aspetto, vi è l’incremento delle famiglie ricostituite, nate dalla scelta di investire su una seconda unione dopo aver sperimentato una separazione. Queste forme familiari possono rappresentare un’importante risorsa per gli individui che la compongono, seppur richiedano un importante sforzo da parte dei membri per arrivare ad un nuovo equilibrio. In questi casi, infatti, è probabile che ogni membro metta in campo modalità relazionali già acquisite e che possono rilevarsi inadatte al nuovo sistema Famiglia che si è venuto a creare, a volte ripetendo gli stessi meccanismi disfunzionali che hanno portato alla precedente separazione. Se ci sono minori il raggiungimento di un equilibrio potrebbe richiedere uno sforzo aggiuntivo, soprattutto nel caso ci fosse un trauma derivato dall’uscita di scena di uno dei genitori. Pertanto, appare fondamentale la ridefinizione dei ruoli e dei confini familiari.
Anche le famiglie adottive sono caratterizzate da dinamiche peculiari che rendono ogni esperienza adottiva unica. I vissuti e le fantasie che accompagnano le fasi dell’adozione incideranno sulla qualità relazionale che si instaurerà con il nuovo arrivato, aspetti che per tale ragione vengono esplorati con cura nel corso del processo. L’obiettivo, infatti, è favorire un buon vincolo tra i membri, un’integrazione funzionale che tenga conto del passato e della soggettività del figlio adottivo, evitando che venga investito di aspettative che non gli appartengono.
Parlando di integrazione, non si può non pensare alle famiglie immigrate, che sovente si ritrovano di fronte all’arduo compito di consolidare i propri legami in un contesto estraneo, evento che gli provoca un senso di sradicamento, un ossimoro rispetto al concetto stesso di “legame”. Tenere insieme il proprio passato e guardare verso il futuro diviene un compito centrale per le famiglie immigrate, una negoziazione necessaria che può comportare esiti anche molto diversi per persone della stessa famiglia.
Una forma familiare che tutt’ora provoca molte resistenze, talvolta fino ad arrivare ad atti discriminatori, è la famiglia omosessuale, spesso relegata a contesti di marginalità sociale. La lettura psicopatologica che ha caratterizzato l’omosessualità per molti anni non ha sicuramente favorito un’adeguata sensibilizzazione della
società, provocando disapprovazioni e rifiuti anche molto duri di genitori di fronte ai coming out dei figli. Nonostante il diritto all’identità e alla libertà siano riconosciuti per la loro inalienabilità e universalità, continuano ad esserci ostacoli ad una piena accettazione di questa famiglia che, di fatto, rappresenta una modalità ulteriore di essere famiglia al pari delle altre.
L’elenco dei diversi tipi di famiglia ovviamente non si esaurisce qui, le sfumature sono tante e tutte sono accomunate dalla scelta di costruire legami affettivi autentici. L’essere umano, così, ci appare in divenire, in una costante dialettica tra cambiamento e continuità.
Promuovere una narrativa che legittimi l’esistenza di diversi modi di essere famiglia alleggerisce il senso di colpa che spesso accompagna il cambiamento, riportando alla luce il principio di autodeterminazione che caratterizza ogni essere umano. Ci spinge, inoltre, a conoscere meglio queste forme familiari esplorando come si declina per ciascuna la ricerca dell’equilibrio individuale tra appartenenza e separazione, ricerca che spesso dura tutta la vita e che assume connotazioni diverse in ogni famiglia. L’invischiamento, ad esempio, implica un’assenza di confini tra i membri, un eccesso di appartenenza che non contempla una separazione ed è uno degli esiti disfunzionali a cui può portare questa ricerca. All’estremo opposto c’è il cosiddetto taglio emotivo, messo in atto da chi si separa bruscamente dai legami familiari con l’illusione di aver raggiunto una separazione, questo bisogno inappagato di appartenenza produce un vuoto affettivo, che l’individuo cercherà di colmare in maniera disfunzionale nelle relazioni future.
Conoscere le dinamiche che possono caratterizzare le diverse famiglie ci permette di comprendere e di contemplare il concetto di famiglia come un’evoluzione continua che, per quanto potenzialmente diverso, è frutto di una progettualità, di una scelta.
“La stragrande maggioranza degli esseri umani sceglie di seguire non la propria strada ma le convenzioni; essi di conseguenza non sviluppano se stessi, bensì un metodo, e quindi una dimensione collettiva, a spese della propria interezza”
C.G. Jung 1934

Bibliografia

Andolfi, M. (2003). Manuale di psicologia relazionale. La dimensione familiare. Accademia di psicoterapia della famiglia.
Barbagli, M., Saraceno, C. (1997). Lo stato delle famiglie in Italia. Bologna: Il Mulino.
Bowen, M. (1979). Dalla famiglia all’individuo. Roma: Astrolabio.