Educazione socio-affettiva
L’ educazione sessuale dovrebbe includere l’educazione emotiva ed affettiva, per un’aspetto, quello della sessualità, che è parte integrante della salute e del benessere di ogni individuo. In Italia è consigliata ma non obbligatoria come altre materie scolastiche.
Quando si vuole educare alla sessualità quindi, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, non ci si deve confondere con l’educazione riguardante il solo “comportamento sessuale”, ma si devono comprendere molte aree (Ufficio Regionale per l’Europa dell’OMS e BZgA, 2010).
L’educazione affettiva ed emotiva dovrebbe accompagnare e completare l’educazione sessuale. Le molteplici emozioni che esperiamo quotidianamente sono rappresentate dai desideri, dalle simpatie/antipatie, dagli innamoramenti e dagli amori che ci mettono in gioco.
Educare individui nella loro interezza, sia dal punto di vista cognitivo che affettivo, è un compito difficile ma fondamentale che spetta alla famiglia, alla scuola e alla società intera.
Il primo gruppo sociale del bambino è la famiglia; poi ci sarà l’asilo nido e/o la scuola dell’infanzia. I fatti di cronaca sempre troppo frequenti legati ad amori violenti, femminicidi, aggressioni da parte di persone fidate o sconosciute danno l’idea di quanto l’educazione all’affettività sia centrale nello sviluppo dell’essere umano fin dalla sua infanzia.
Piaget, uno dei più importanti psicologi dell’età infantile, considera essenziale ai fini dell’apprendimento l’interazione fra lo sviluppo dell’affettività e quello delle funzioni intellettuali già dal periodo preverbale.
L’apprendimento avviene sempre all’interno di una relazione significativa: il bambino, in quanto “essere sociale”, già dai primi mesi di vita inizia a svilupparecompetenze interpersonali: decifrare segnali sociali ed emozionali, ascoltare, mettersi dal punto di vista dell’altro, capire quale comportamento sia accettabile in una situazione.
Se pensiamo all’organizzazione del nostro sistema scolastico, l’apprendimento avviene all’interno delle classi, composte dall’insegnante e dagli studenti pari d’età, ognuno portatore della propria unicità.Lavorare con il gruppo e sul gruppo per sviluppare e apprendere un “alfabeto emotivo” è la grande sfida della scuola italiana che non riguarda una disciplina specifica, ma le interessa tutte.
Prevedere momenti in cui bambini e ragazzi possono condividere emozioni e stati d’animo crea rispetto e fiducia nell’altro che accoglie; diventano occasioni importanti per de-costruire vecchi e nuovi stereotipi e conoscere e valorizzare le differenze.
Educare all’affettività vuol dire anche educare alle differenze di genere. Il genere è un particolare costrutto sociale in cui si intersecano elementi biologici (i corpi sono differenti), psicologici (le identità, le personalità), culturali e storici (la peculiare declinazione di femminilità e mascolinità che ciascuno apprende e la sua evoluzione nel tempo).
Il riconoscimento delle differenze di genere può produrre un’apertura sulle differenze e sulla capacità relazionale che è anche capacità di convivenza..