Ennui, la noia è un’emozione che nessuno vuole
Il termine Ennui è tradotto dal francese con noia.
Essa è una delle emozioni che prende forma man mano, attraverso le interazioni con l’ambiente e con gli altri.
L’esperienza emotiva dell’ennui, in effetti, nasce da una insoddisfacente stimolazione ambientale. Quest’ultima, poi, non porta alcuna reazione, nè fisiologica nè comportamentale.
L’aspetto positivo della noia è innanzitutto la transitorietà, la durata breve di essa, intrinseca in ogni emozione.
Nella concezione comune, la noia sembra il risultato di un’assenza di azione, dovuta al non voler fare nulla o addirittura al non avere nulla da fare.
È considerata una sorta di abitudine alla routine, in cui la monotonia dell’ambiente non crea interesse o stimoli adeguati all’azione.
Spesso questa emozione è associata all’insoddisfazione, al fallimento o ancora a stati depressivi in assenza di motivazione o soddisfazione.
Per questa sfaccettatura negativa, la noia risulta essere un ostacolo al benessere psicologico.
Siamo continuamente alla ricerca di qualcosa da fare e ci sottoponiamo ad un bombardamento di stimoli, come se vivere l’ennui fosse un problema.
La frenesia della quotidianità avvalora ancora di più la sua accezione negativa, facendo in modo da evitare il più possibile l’ozio, l’inattività e la noia stessa.
Se guardiamo ai bambini, ad esempio, sono talmente impegnati in tante attività, proprio perché i genitori vogliono evitare che sperimentino il disagio dell’ozio.
Al contrario, gli adolescenti vivono di Ennui, al limite dell’ apatia per ogni cosa e relazione.
Ovviamente la libertà di annoiarsi è un diritto di ciascuno di noi.
Innanzitutto è una richiesta del corpo per isolarsi temporaneamente da una realtà confusionaria e invadente.
D’altro canto, l’ennui è una vera e propria spinta creativa.
Essa serve infatti ad interrompere il flusso dell’abitudine e della monotonia, per sperimentarsi in nuove sfide.
È una batteria che si ricarica, in cui da una riflessione si trova la soluzione.