Genitori di adolescenti….. tranquilli! E’ tutto normale

di Loredana Luise

genitori di adolescenti

Condividere la propria vita con un figlio che ti cresce accanto richiede una capacità di adattamento e di riassestamento notevole. Dalla felicità per la comparsa dei primi sorrisi, alla grande preoccupazione per i problemi di salute o per le difficoltà relazionali dei nostri cuccioli, dalle aspettative rispetto al progredire delle abilità e delle acquisizioni, ai successi e gli insuccessi nelle prestazioni sociali sono solo alcune delle mille sfumature che colorano questa meravigliosa condivisione di percorso di vita. I rapporti con i nostri bambini possono essere semplici, divertenti,  difficoltosi e faticosi, ma all’arrivo della preadolescenza, ed in particolar modo dell’adolescenza, il vissuto del genitore subisce un enorme scossone che spesso lo destabilizza e gli crea molta preoccupazione.

E’ esperienza comune di molti genitori, in particolar modo di quelli di figli unici, provare un grande vuoto di fronte al quasi improvviso allontanamento e rifiuto che manifestano i figli quando, sulla spinta degli impulsi adolescenziali, iniziano a non cercarli, a mentire o a nascondere delle cose e in qualche modo a tradire la loro fiducia che fino ad allora sembrava essere il simbolo di un legame indissolubile. Soprattutto i genitori che, in questo periodo storico hanno investito molto sull’educazione e sulla crescita dei loro figli, si sentono traditi o in qualche modo depauperati del loro ruolo di genitore super attento e aperto a ogni prospettiva possibile. Tra le diverse  strategie di sopravvivenza alcuni genitori provano a rientrare nel mondo dei loro figli, bussando piano piano, scivolano coi gomiti come marines, altri invece buttano giù direttamente il muro, ma il contraccolpo del rifiuto e l’urlo del bisogno di privacy e di autonomia suonano spesso come pallottole che arrivano dritte dritte al cuore. I più preparati sanno perfettamente quanto lo sviluppo ormonale incida sull’umore dei ragazzi, ma questo non è sufficiente a giustificare quella strana sensazione di tradimento e di solitudine che i genitori provano spesso quando i loro figli varcano la soglia della preadolescenza ed entrano di petto sulla via dell’adolescenza ed in seguito in quella dell’età adulta. 

Per giustificare la comparsa di questi destabilizzanti comportamenti  messi in atto dai nostri figli nella seconda decade della loro vita, forse è necessario assumere la consapevolezza che in realtà non siamo noi l’oggetto del loro odio e della loro disapprovazione e la scienza viene in nostro soccorso a spiegarci cosa realmente accade nel cervello di un adolescente.

Uno studio condotto dalla  professoressa Blakemore, della University College of London, ha “fotografato” con la risonanza magnetica i cambiamenti del cervello nelle varie fasi di crescita. Il cervello degli adolescenti è completamente diverso da quello dei bambini e anche da quello degli adulti. Ogni essere umano ha a disposizione nel suo cervello circa 85 miliardi di neuroni e queste cellule, all’interno della scatola cranica, subiscono diverse mutazioni formandosi e disfacendosi continuamente e così anche le strutture che le mettono in connessione fra loro chiamate “sinapsi”. Questi studi recenti quindi hanno evidenziato come, a differenza di quanto si credeva fino a poco tempo fa, soprattutto in alcune fasi della crescita, il cervello sia un continuo fare e disfare. L’adolescenza è uno dei periodi in cui vi è uno sconvolgimento maggiore. E’ proprio in questa fase d’età che avviene il picco massimo dello sviluppo della materia grigia ed è sempre in questo periodo che inizia un fenomeno denominato “potatura delle sinapsi”.

Potrebbe in qualche modo sembrare un controsenso che nel periodo in cui il cervello ha più bisogno di sinapsi cerebrali ne perda molte e si riducano le connessioni fra i neuroni, in realtà è un fenomeno necessario al miglioramento dell’efficienza cerebrale e a sfoltire ciò che non serve più, o che non si usa più, lasciando  spazio ad una vera e propria rivoluzione. Quindi nell’adolescenza rimangono nel cervello meno sinapsi, ma quelle che rimangono diventano sempre più veloci.

Come ha evidenziato il Prof. David Bainbridge, docente di anatomia clinica all’Università di Cambridge e autore di diversi libri divulgativi su temi di neuroscienze, come per esempio “Adolescenti” (Einaudi, 2009), nel momento in cui figli adolescenti iniziano ad affrontare i problemi più complessi, cominciano i tagli a livello della corteccia prefrontale, sede del controllo del comportamento, ed in seguito della corteccia frontale che controlla le decisioni sociali e i rapporti con gli altri. Nello stesso periodo il “sistema limbico”, che controlla le emozioni e gli affetti, diventa sempre più attivo e di conseguenza i giovani iniziano a preoccuparsi  dell’opinione degli amici sfuggendo al controllo dei genitori cercando di sperimentare i rischi lontani dall’ambiente familiare.

Ciò che avviene quindi a livello cerebrale è un vero e proprio rimodellamento del cervello che abbandona vecchie strategie di adattamento che comprendevano la presenza costante dei genitori come elementi guida, con una forte spinta alla ricerca dell’esterno e alla sperimentazione di nuovi comportamenti in autonomia. Quindi dopo l’età infantile, caratterizzata dalla protezione familiare è proprio necessario questo scossone che proviene dall’interno e che spinge i ragazzi verso il nuovo, il passionale e l’imprudente.

Ed è proprio questo bisogno estremo di trovare uno spazio, di desiderare di sperimentare da soli che destabilizza spesso i genitori, ma essere consapevoli che non è un atto rivolto intenzionalmente a porsi in contrapposizione personale, ma una necessità di sviluppo, è importante per un genitore che deve comunque continuare ad accompagnare la crescita dei propri figli cercando di tutelarli dai possibili pericoli e di guidarli in un modo completamente nuovo. In tutto questo marasma di cambiamenti ed evoluzioni per l’adolescenza, lo sviluppo cerebrale non è comunque ancora completo e soprattutto la comunicazione tra le diverse regioni cerebrali non è così efficace dal consentirgli di prendere decisioni ponderando emozione e ragione. Ecco perché spesso le emozioni emergono in maniera veloce ed intensa; il fatto che lo sviluppo della corteccia prefrontale non sia terminato corrisponde ad un’incapacità del ragazzo di regolare le reazioni e di autocontrollarsi.

Quello che un genitore dovrebbe continuare a fare è soffermarsi con i propri figli a riflettere  sulle modalità di reazione da loro messe in atto, cercando assieme di ragionare sulle possibili alternative di risoluzione future dei problemi in modo da stimolare lo sviluppo cerebrale necessario alla pianificazione e alla previsione.

Se da una parte la scienza può in qualche modo rassicurare i genitori più attenti e sensibili al rapporto con i figli, spiegando loro la natura delle reazioni eccessive e delle nuove richieste di autonomia, dall’altra acquisire la consapevolezza che sia necessario vivere questo periodo della vita come un lungo allenamento al futuro distacco da loro può forse rappresentare una nuova chiave di lettura che fa un po’ meno male al cuore.

Riferimenti

Bainbridge D. Adolescenti – Una storia naturale –  Ed Einaudi Torino 2018

Blakemore S. J. Inventare se stessi. Cosa succede nel cervello degli adolescenti ED Bollati Boringhieri (2018)

Lancini M. Cirillo L. Scodeggio T. Zanellla T. L’adolescente – Psicopatologia e psicoterapia evolutiva –  Ed. Cortina 2020