Giovani adulti in pandemia tra solitudine e resilienza

giovani adulti in pandemia tra solitudine e resilienza

Durante la pandemia nei giovani adulti sono aumentati sentimenti di solitudine e isolamento, ma sono state messe in atto anche strategie di fronteggiamento delle difficoltà.

La pandemia COVID-19 ha creato grandi sconvolgimenti nella vita delle persone in tutto il mondo. Abbiamo visto nell’articolo precedente (qui) come la pandemia abbia avuto effetti sull’adattamento psicosociale dei giovani adulti a causa dell’incertezza che pervade le loro vite e il loro futuro. I giovani adulti rappresentano una popolazione con un elevato rischio di problemi di salute mentale, soprattutto depressione e ansia. 

Una delle priorità è comprendere i meccanismi che spiegano l’aumento delle problematiche di salute mentale nei giovani adulti.

Studi suggeriscono come, durante la pandemia, siano aumentati sentimenti di solitudine, con i giovani adulti che hanno riportato i livelli più alti[1]. La solitudine è strettamente collegata con problemi di salute mentale e fattori di rischio psicosociale, come sintomi depressivi, ansia sociale, dipendenze e comportamenti disfunzionali[2]. Tale situazione influenza inevitabilmente lo svolgimento del periodo di transizione che è l’Emerging Adulthood. Marchini e colleghi (2020) hanno infatti riscontrato un aumento della necessità, da parte dei giovani adulti, di avere un aiuto professionale per la loro salute mentale[2].

Tuttavia, quest’ultimo dato potrebbe anche essere considerato come una grande consapevolezza di sé e una buona capacità di resilienza da parte dei giovani adulti. Per resilienza psicologica si intende l’adattamento positivo alle avversità e la capacità di reagire alle sfide e di adattarsi al cambiamento. La resilienza è anche un processo adattivo che collega le singole risorse con eventi che si verificano nel mondo esterno. Gli individui resilienti possono “riprendersi” dalle avversità e ripristinare l’omeostasi poiché riducono efficacemente lo stress.

Le persone resilienti imparano anche dalle loro esperienze di coping, sia quando il loro coping è efficace e ottiene risultati favorevoli, sia quando non riesce a produrre i risultati desiderati. Il coping è un processo attivo e intenzionale che l’individuo mette in atto per rispondere ad un evento stressante. Se è funzionale alla situazione, può mitigare e ridurre la portata stressogena dell’evento, ma se è disfunzionale ad essa, può anche amplificarla.

La resilienza consente alle persone di perseverare, creando un cambiamento nell’ambiente per mitigare la minaccia e ottenere il risultato desiderato[3].

Ognuno di noi ha dovuto trovare le proprie risorse personali per affrontare le nuove sfide derivanti dalla pandemia e la resilienza è un’abilità fondamentale per fronteggiarle. Anche se soli e smarriti, i giovani adulti risultano essere resilienti e capaci di mettere in atto strategie di coping per fronteggiare le difficoltà. 

Shigeto e colleghi (2021) hanno esaminato le tipologie di coping messe in atto dai giovani adulti per fronteggiare gli stressor (fattori di stress) correlati alla pandemia. Avendo come punto di partenza la Teoria transazionale dello stress di Lazarus e Folkman (1984), i risultati dello studio suggeriscono come i giovani adulti abbiano utilizzato sei tipologie di coping qualitativamente distinte. Esse si differenziano in base al livello di percezioni degli intervistati della loro resilienza, l’uso di strategie di coping focalizzate sul problema o sulle emozioni e della flessibilità delle proprie strategie quando affrontano un fattore di stress (in questo caso, una pandemia globale). Essere resilienti e avere una buona flessibilità nella messa in atto delle strategie di coping permette ai giovani adulti di fronteggiare meglio l’imprevedibilità degli esiti della pandemia[3].

Il fattore che sembra avere un maggiore ruolo protettivo per la sofferenza psicologica nei giovani adulti è il supporto percepito[2].

Marchini e colleghi confermano, nella loro ricerca, l’importanza di differenti tipi di contatto sociale, sia online che offline, con amici e familiari, durante i momenti più duri della pandemia. Il supporto tra pari è risultato essere il maggiore fattore protettivo per la sofferenza psicologica durante i periodi di lockdown[2]. Il bisogno fondamentale di appartenenza, inteso come desiderio di attaccamenti interpersonali, sembra essere un fattore protettivo contro la solitudine e la potenziale depressione negli adolescenti e nei giovani adulti. 

In conclusione, le ricerche suggeriscono l’importanza di sviluppare nei giovani adulti resilienza e flessibilità, oltre a specifiche capacità di coping che possano aiutare a compensare gli effetti psicologici dei cambiamenti derivanti dalla pandemia o da altre crisi future. Inoltre, è necessario comprendere i sentimenti di solitudine dei giovani e mettere in atto interventi che permettano di creare connessioni e mitigarne gli effetti sulla salute mentale. I giovani dovrebbero poter fare affidamento sugli altri per alleviare il peso della crisi pandemica sulla loro salute mentale. Pertanto, la comprensione delle conseguenze della pandemia sulla salute mentale individuale e dei fattori protettivi e di rischio correlati può aiutare a fornire aiuto e assistenza mirati alla popolazione più giovane.

Fonti

[1] Lee C.M., Cadigan J.M. & Rhew I.C. (2020). Increases in loneliness among young adults during the COVID-19 Pandemic and association with increases in mental health problems. Journal of Adolescent Health, 67: 714-717. https://doi.org/10.1016/j.jadohealth.2020.08.009

[2] Marchini S., Zaurino E., Bouziotis J., Brodino N., Delvenne V. & Delhaye M. (2020). Study of resilience and loneliness in youth (18-25 years old) during the COVID-19 pandemic lockdown measures. J Community Psychol, 49: 468-480. DOI: 10.1002/jcop.22473

[3] Shigeto A., Laxman D.J., Landy J.F. & Scheier L.M. (2021). Typologies of coping in young adults in the context of the COVID-19 pandemic. The Journal of General Psychology, DOI: 10.1080/00221309.2021.1874864.

Lazarus, R. S., & Folkman, S. (1984). Stress, appraisal, and coping. New York, NY: Springer.