Il breadcrumber nelle relazioni interpersonali
Una nuova parola mutuata dai social che riguarda le relazioni virtuali, e non solo, è breadcrumber.
Come molti altri termini ha una origine anglosassone e deriva dal verbo “spargere briciole”.
E’ ormai una parola di uso comune per definire un comportamento vero e proprio, con delle tecniche relazionali specifiche.
In primis, il breadcrumber utilizza questo atteggiamento, cerca di far avvicinare un’altra persona con piccoli e invitanti comportamenti.
Mette in atto cioè, degli atteggiamenti e allusioni, che denotano interesse. Una sorta di corteggiamento, in cui messaggi, complimenti, attenzioni in generale fanno abbassare le difese.
Per richiamare il termine stesso, sparge delle briciole per attirare a sé la propria vittima, per poi sparire del tutto senza un apparente motivo.
In effetti, non è una vera e propria sparizione. Dopo un po’, infatti al breadcrumber fa il suo ritorno con la stessa strategia comportamentale. Quindi si crea un circolo vizioso in cui si spargono briciole di avvicinamento e poi si sparisce.
In realtà questo atteggiamento ha una motivazione ben precisa e soprattutto di natura psicologica.
Insieme all’orbiting e al ghosting, il breadcrumbing rapprenta un comportamento molto diffuso nelle relazioni soprattutto virtuali, ma che poi si ripercuotono anche in quelle reali.
Innanzitutto è una forma di manipolazione dell’altro, della propria vittima che determina un senso di potere sull’altro, soprattutto se viene riaccolto nella relazione.
C’è un problema di autostima in entrambi i protagonisti: da un lato c’è colui che ha bisogno di conferme affettive, tornando all’attacco, e dall’altro un desiderio di affezione e cedimento alle lusinghe.
Ambedue, quindi, giocano la loro partita in una distorta relazione, in cui nessuno si assume la responsabilità delle loro azioni e di troncare definitivamente un rapporto del genere.