Il caso di Sidney Bradford: l’uomo deluso da ciò che vide
Cosa succede quando poniamo la felicità al di fuori di noi? Il caso di Sidney Bradford: l’uomo deluso da ciò che vide
Sidney Bradford perse la vista a 10 mesi a causa di una malattia che fu, all’epoca, definita inoperabile. Nonostante la cecità, egli era un macchinista di professione, ammirato da vicini e colleghi per le imprese che era riuscito a compiere oltre il suo handicap. Eppure, Sidney non era mai riuscito a riscoprirsi soddisfatto di ciò che aveva, percependosi un eterno svantaggiato a causa della propria condizione.
Con il progredire della scienza, Sidney fu operato e, all’età di 52 anni, riacquisì la vista. Riuscì a vedere sua moglie e il mondo circostante per la prima volta, così come aveva sempre desiderato! Eppure, ben presto, Sidney si scoraggiò ed entrò in un profondo stato di rassegnazione e depressione.
Sidney disse di trovare la vista una grande delusione: questo nuovo dono non gli consentiva di vivere la vita che desiderava. Infatti, per certi versi continuava a comportarsi come un uomo cieco, lavorando con gli occhi chiusi e al buio per molte ore. Persino coloro che lo ammiravano per i successi raggiunti nonostante la cecità, ora lo consideravano soltanto “strano”.
In effetti, Sidney aveva inconsapevolmente fatto della propria cecità una risorsa, riuscendo con successo a compensare l’handicap. Ciononostante, sembra che egli non abbia mai veramente accettato il proprio limite, facendo dipendere l’aspettativa della felicità costantemente al di fuori del proprio controllo e costantemente in ciò che gli mancava… dalla vista!
Sidney Bradford muore, da uomo spezzato, nel 1960, meno di due anni dopo dall’intervento. Ci ha però insegnato dove poter guardare per trovare la felicità: alla scoperta delle nostre risorse, in seguito ad un profondo e duro lavoro di accettazione della nostra persona.