La buioterapia: curare attraverso il buio

La Buioterapia  è una innovativa modalità terapeutica che utilizza il buio, la musica e la pratica psicoterapeutica sistemico relazionale come strumento per la conoscenza e la cura del sé. Questa modalità terapeutica riesce a predisporre la persona al cambiamento. In particolare modo sembra essere efficace nel promuoverne il benessere psicofisico.

In cosa consiste?

La buioterapia è una pratica che si basa sull’esposizione controllata dell’oscurità per periodi di tempo stabiliti. Il focus principale è sul mio, in quanto capace di aiutare il corpo e la mente a raggiungere uno stato di profondo rilassamento. Si basa su esperienze guidate di “full immersion” nell’oscurità e viene condotta in ambienti per l’appunto privi di luce. In tali spazi, tutti gli stimoli esterni devono essere eliminati per garantire la possibilità ai partecipanti di:

  • praticare la mindfulness: per approfondire la connessione con sé stessi.
  • riflettere nel silenzio: al fine di cogliere l’esperienza sensoriale.
  • praticare una sorta di isolamento visivo: attivando la respirazione profonda che “calma” corpo e mente.

Esistono programmi che prevedono ritiri di più giorni che garantiscono una maggiore introspezione e di conseguenza conducono ad una stato di consapevolezza superiore. Altri invece possono essere strutturati diversamente e durare solo poche ore.

Cosa ci dicono gli esperti?

La ricerca sulla buioterapia è ancora agli albori, ma gli studi sul sonno supportano l’importanza del buio. Essa, infatti, è vista come una modalità del tutto innovativa per connettersi con il proprio mondo interiore e per prestare attenzione a quegli “elementi del sé” a cui non si dona molta luce. Essendo una pratica nuova non ha ancora ottenuto un consenso unanime, ma molti esperti in psicologia e neuroscienze ammettono benefici dell’oscurità sulla salute mentale.

Nello specifico è utile per:

  1. La regolazione del ritmo circadiano: gli esperti ritengono che l’esposizione al buio consente di regolare i ritmi sonno-veglia
  2. La riduzione dello stress: molti psicologi spiegano che il buio può ridurre il sovraccarico emotivo.
  3. La salute mentale: attraverso tecniche di minfulness, il buio favorisce ai pazienti la possibilità di connettersi con le proprie emozioni più profonde.
  4. La stimolazione della creatività: la mente, quando entra in uno stato di ritiro può dedicarsi all’elaborazione di idee nuove ed in linea con implicazioni creative.

Come si struttura l’intervento?

Il modello di intervento prevede la possibilità di utilizzare la Buioterapia sia in un percorso individuale, che di coppia, di gruppo o familiare. Ognuno di questi presuppone una motivazione diversa della persona o delle persone che si accostano a tale esperienza, ma l’idea comune a tutte le modalità è proporre un lavoro di conoscenza profonda delle proprie emozioni. La persona, immersa nel buio potrà senz’altro contare sull’apporto di un “altro” da sé col quale interagire e con il quale si appresta a trasformare.

La coppia che vive un momento di difficoltà, di solitudine, di crisi nel vivere l’esperienza insieme può ritrovare il senso del proprio amore originario, dare un nuovo senso al presente per progettare un futuro più luminoso. Sostare insieme al buio può riattivare quella complicità e quella intimità sulle quali fondare una relazione d’amore di coppia o sulla quale immaginare un’altra scelta di vita.

Il gruppo è una dimensione molto particolare, quello che si crea tra le persone accomunate dalla stessa esperienza e, nello specifico di questi incontri, quello che avviene al buio tra più persone che non possono conoscersi attraverso gli occhi, è qualcosa di molto arricchente per i singoli, per i conduttori, e per il gruppo in sè. Quello che permette tutto questo è il senso di appartenenza al gruppo e la creazione di una specie di “mente gruppale” che agisce per la crescita di ogni membro.

La famiglia è come un gruppo tenuto insieme dall’appartenere alla stessa storia e dall’avere una pregressa intimità che rende unica la loro relazione. Insieme si può percorrere un viaggio di discesa nella profondità della propria storia per permettere ai singoli di non vivere la famiglia come una prigione, ma di sentirne l’appartenenza.

Conclusioni

Studi recenti dimostrano che tale tecnica è ancora preliminare e necessita di ulteriori studi affinché si possano confermare i suoi benefici. In tal senso, infatti, la buiotrapia, intesa come pratica strutturata, è ancora in fase di sviluppo e necessita di ulteriori studi per confermare appieno i suoi benefici.