La crisi nel ciclo vitale della famiglia
Il termine crisi deriva dal greco e significa separazione, scelta, valutazione; essa rappresenta un momento di riflessione sulla condizione attuale per poi effettuare un cambiamento.
Gli sviluppi politici ed economici degli ultimi cinquant’anni hanno rafforzato purtroppo la connotazione negativa e nefasta del termine: in questo modo si è consolidata in noi l’idea che l’arrivo di una crisi comporti un peggioramento della situazione.
Nello specifico, l’arrivo di una crisi rompe l’equilibrio raggiunto e spinge verso una ristrutturazione della situazione fino al raggiungimento di una nuova stabilità.
La stessa famiglia, che è un sistema dinamico in continua trasformazione, subisce e affronta spesso momenti di crisi, durante il suo percorso.
Da tali crisi, infatti, sono emerse anche nuove tipologie di famiglia, basate su legami affettivi in aggiunta a quella tradizionale (qui).
A tal proposito, gli psicologi sostengono l’esistenza di un ciclo vitale della famiglia. Esso parte dalla sua formazione e attraversa degli stadi evolutivi, ognuno dei quali ha un vero e proprio evento cruciale.
Gli studi psicologici sulla famiglia hanno così suddiviso il ciclo di vita familiare in 6 stadi, che implicano un evento cruciale e specifici compiti di sviluppo personali.
Si studia, quindi, lo sviluppo della famiglia, osservando la sua evoluzione nel tempo, e col progredire dell’età dei membri.
Di conseguenza, gli stadi prevedono la classificazione della famiglia in:
Gli eventi critici sono quindi dei periodi di transizione, più o meno lunghi, in cui ogni familiare ha un ruolo attivo e ne subisce le conseguenze.
Ogni famiglia, partendo dall’evento stressante, attiva le proprie risorse e strategie personali per ristrutturarsi e far fronte al cambiamento.
La parola crisi, scritta in cinese, è composta di due caratteri. Uno rappresenta il pericolo e l’altro rappresenta l’opportunità.
(John Fitzgerald Kennedy)