La formazione dell’identità e della differenziazione del Sé
L’identità e la personalità di un essere umano si costruiscono attraverso le esperienze e le relazioni che ogni persona vive nella sua vita, soprattutto nei primi anni. Sono fondamentali i rapporti significativi, cioè quelli che nascono da una relazione che si costruisce giorno dopo giorno su uno scambio affettivo costante e condiviso.
È ampiamente risaputo che per la formazione dell’identità e del sé è necessario un rapporto primario solido ed empatico. Il caregiver il più delle volte è la madre del bambino e per tale motivo si è studiato a fondo negli anni il rapporto che quest’ultima ha con il figlio.
La funzione di specchio che la madre svolge nei confronti del bambino fin dai primi istanti di vita, è fondamentale per la formazione del Sé (Winnicott).
Dai primi istanti di vita si crea tra la madre ed il bambino un’area di adattamento reciproco: i ritmi materni esprimono una serie di segnali che la madre manda per dare un senso a ciò che dal figlio le arriva. Grazie a questo gioco di rimandi, torneranno al bambino gesti, sguardi e suoni, che genereranno in lui una struttura portante per la percezione di sé e per la formazione di un’immagine di sé. La continuità di questa struttura di base, in continuo sviluppo e adattamento, getterà la base per la continuità e stabilità del sé e degli oggetti che sono in torno a lui. Quanto più questa struttura si baserà sulla capacità di tollerare la frustrazione, più il bambino sentirà favorevolmente il senso della propria esistenza e del mondo che lo circonda. Quando, invece, queste condizioni favorevoli non si verificano, può svilupparsi un’incapacità a gestire le emozioni. Il vuoto d’origine può portare all’incapacità di provare sentimenti dolorosi di perdita poiché da bambini si è attraversato uno stato esistenziale di non esperienza. Questo vuoto d’origine riguarda deprivazioni basilari inflitte dalla madre al figlio che hanno colpito diversi piani: un mancato investimento libidico sul corpo del bambino con gravi ripercussioni sul confine e sul Sé corporeo; un’assenza d’investimento narcisistico, che crea una grossa lacuna sull’immagine di sé come oggetto amato e desiderato, un’impossibilità di tenere nella mente l’altro.
Questi bambini che non hanno potuto usufruire di oggetti-sé costanti,sentono di vivere di rifiuti, sentono la mancanza del senso del proprio essere al mondo. (Kohut). Mancando della continuità del sé, il loro sentimento sarà principalmente d’impotenza e di povertà interna, perciò nella loro vita tenderanno a distruggere piuttosto che a costruire.