La motivazione, quella brutta bestia
di Marcella Tantillo
Cosa vuol dire essere motivati? Significa avere quella grinta che non fa perdere di vista l’orizzonte, mentre ci si dirige verso una meta. Ecco, in due parole il nocciólo della questione sembrerebbe giusto la meta, ma in verità la faccenda è ben più complessa. Non solo perché talvolta la meta non è affatto chiara ed anche se lo fosse non è detto che sia una meta che la persona si è scelta autonomamente. E, ammettendo pure ciò, il discorso non finisce tutto qui, poiché non basta fissare un obiettivo per tenere testa alla sfida accolta. Intervengono infatti nel frattempo una serie di variabili legate alla percezione della fattibilità, della sforzo richiesto e una valutazione del tempo da impiegare per raggiungere l’obiettivo. Sicuramente gli esperti direbbero che basterebbe procedere per piccoli steps fino al raggiungimento della meta, e ciò aiuta, non c’é dubbio, ma anche qui intervengono ulteriori questioni che si frappongono: per cominciare l’energia in ogni singola marcia innestata, cioè.. È vero che non si può partire in quinta e si parte con la prima, ma bisogna anche partire pure se vi va piano… “provare” ad andare non é efficace: o si decide di andare o non si va, non ci sono vie di mezzo in questo, anche se si va a ritmo di lumaca. Il partire non contempla il “ci proveró” piuttosto il prefigurarsi ossia l’mmaginare l’azione. Ma… Non è mica finita qui! Talvolta fra il dire e il fare c’è un tempo breve, lungo, o lunghissimo, e il tempo che gli studiosi chiamano della “precontemplazione”, un momento in cui balena l’idea e poi, gradualmente si arriverebbe ad un bilancio tra vantaggi ma anche svantaggi di una scelta di agire oppure no…senza contare che, una volta che si é partiti, momenti di marcia in “folle”, rallentamenti, retromarcia, arresti e ripartenze sono molto frequenti…. Un percorso irregolare insomma quello che porterebbe alla meta. Una meta che acquista un valore inestimabile per l’impegno, il tempo che ha comportato e la cura di non aver buttato la spugna, mai.