LA PRESENZA DI ALTRI CI INFLUENZA?
La mera presenza di un’altra persona ha degli effetti sul nostro comportamento?
Prima di rispondere a questa domanda, è necessario fare una puntualizzazione. Con “mera presenza” intendiamo una condizione dove le persone presenti non fanno attività con le quali possono competere/remunerare/punire gli altri presenti.
Questa domanda è sorta per la prima volta molti anni fa a Triplett, uno psicologo appassionato di gare ciclistiche. Egli ha notato che i ciclisti registravano tempi migliori quando si trovavano in gruppo rispetto a quando correvano da soli.
Il fatto che la presenza di altre persone migliori le nostre prestazioni in molte attività può essere considerata oggi come una banalità. Ma è anche vero che altre volte avere altri intorno non ci ha aiutato, ma anzi può averci fatto peggiorare nella prestazione.
Questo duplice effetto oggi prende il nome di facilitazione sociale. La facilitazione sociale può influenzare in maniera opposta due persone che stanno eseguendo lo stesso compito.
Come mai? Cosa succede?
La presenza di altre persone aumenta l’attivazione fisiologica (detta arousal) di un individuo, che ha un effetto diverso su attività semplici e già apprese rispetto a compiti nuovi e complessi.
In caso di compiti semplici (come l’effetto notato tra i ciclisti), la presenza di altre persone migliora la performance.
Questo perché l’aumento di arousal tende a potenziare le risposte dominanti, ovvero le risposte che sono più naturali e automatiche per l’individuo. Se il compito è semplice o ben appreso, la risposta dominante è solitamente corretta, quindi la performance migliora.
In caso di compiti complessi o nuovi, la presenza di altre persone peggiora la performance.
In questo caso, l’aumento di arousal può aumentare la probabilità di errori perché la risposta dominante in compiti nuovi o complessi potrebbe non essere la più efficace o corretta. Pertanto, la maggiore attivazione fisiologica può causare una diminuzione della qualità della performance.
Resta, però, da capire perché gli esseri umani si attivano fisiologicamente in presenza di altri loro simili.
Alcune delle principali cause individuate sono il timore della valutazione e la distrazione.
In primo luogo, ben sappiamo che la nostra autostima è fortemente condizionata da quello che gli altri pensano di noi e questo ha degli effetti sul nostro comportamento quotidiano. La presenza di altri che possono giudicarci produce il timore della valutazione. E’ proprio per questo motivo che magari aumentiamo la falcata quando incrociamo gli altri durante la nostra solita corsetta serale!
Un secondo motivo è che gli altri ci distraggono. La loro presenza ci distrae dal nostro compito perché siamo portati a osservarli e a controllare quanto stanno facendo.
In conclusione, comprendere questi meccanismi può essere fondamentale in vari ambiti, dall’educazione allo sport, fino all’ambiente lavorativo, permettendo di creare contesti che massimizzino il rendimento e riducano lo stress
BIBLIOGRAFIA
Marta, E., & Lanz, M. (2013). Psicologia sociale. New York: McGraw-Hill Education