LA TRAPPOLA DEL DOC

di Antonia Bellucci

I l disturbo ossessivo compulsivo di personalità è il terzo disturbo di personalità più comune (Zimmerman, Rothschild, Chemlinski, 2005; Rossi, Marinangeli, Butti, Kalyvoka, Petruzzi, 2000). I l d i s t u r b o o s s e s s i v o – compulsivo è caratterizzato da ossessioni e compulsioni: le o s s e s s i o n i s o n o i d e e , immagini o impulsi di tipo r i c o r r e n t e , p e r s i s t e n t e , involontario, intrusivo e ansiogeno. Le compulsioni (definite anche rituali) sono particolari azioni o atti mentali che i soggetti si sentono spinti a compiere ripetutamente per cercare di ridurre o prevenire l ’ a n s i a c a u s a t a d a l l e ossessioni.
Tal e disturbo (DOCP) è caratterizzato, secondo il DSM-5, dalla presenza di specifici tratti di personalità: p r e o c c u p a z i o n e p e r i d e t t a g l i , perfezionismo, eccessiva devozione per lavoro e produttività, estrema coscienziosità, difficoltà a delegare compiti, difficoltà a gettare oggetti inutili, avarizia, testardaggine e rigidità.
Tut to ciò compor ta una difficoltà nel funzionamento psicosociale ed una ridotta qualità della vita. I l funzionamento d e l l a personalità, a causa del disturbo, most ra evident i difficoltà nelle seguenti aree: identità, intimità, empatia, capacità di autodirezione, un rigido perfezionismo; possono essere presenti anche due o p i ù d e i s e g u e n t i t r a t t i psicopatologici di personalità: perseveranza, affettività r i s t r e t t a , e v i t a m e n t o dell’intimità. Ma cosa conduce a tutto ciò? Innanzitutto la qualità dell’attaccamento, come emerge dalle storie di vita di questi soggetti, è compromessa: spesso non si è formato un attaccamento sicuro e i pazienti hanno ricevuto poche cure ed un eccesso di protezione durante l’infanzia con un successivo fallimento nello sviluppo emotivo ed empatico (Nordhal, Stiles, 1997; Perry, Bond, Roy, 2007).
È al t resì impor tante (Di Maggio, Montano, Popolo, Salvatore, 2013) tenere in c o n s i d e r a z i o n e a n c h e circostanze relativamente r e c e n t i c h e p o s s a n o comunque aver contribuito alla cristallizzazione d i uno s c h e m a p a t o g e n o , consolidatasi nel tempo attraverso le esperienze ed u n a r a p p r e s e n t a z i o n e soggettiva del destino a cui andranno incontro i personali desideri nel corso delle relazioni con gli altri. E quindi, come risponde il paziente a questo suo mondo interiore? Tutto ciò mette l’individuo in condizione di r a g g i u n g e r e obbligatoriamente obiettivi, faticando a dedicarsi a m o m e n t i d i p i a c e r e e rilassamento; tali individui hanno bisogno di controllare gli altri e, se gli altri sfuggono al controllo, diventano ostili e possono avere esplosioni occasionali di rabbia sia a casa che al lavoro.
Un soggetto con disturbo ossessivo-compulsivo di personalità può avere il desiderio di autonomia ed esplorazione ma immagina c h e s e m o s t r a spontaneamente l e sue emozioni e propensioni, l’altro si mostrerà critico, aggressivo, punitivo ed impositivo; in risposta, il soggetto prova p a u r a e s o g g e z i o n e e controlla emozioni (inibizione emotiva) e comportamento, rinuncia all’esplorazione bloccando i piani spontanei autogenerati e si conforma alle a s p e t t a t i v e d e l l ’ a l t r o , sperimentando un senso di costrizione unitamente ad un senso di inefficacia personale, al quale segue un’ipertrofia della rilevanza delle regole (tratto ossessivo); può anche immaginare di mostrare le sue emozioni e propensioni, ma prevede che l’altro rimarrà deluso e soffrirà; in risposta, la persona prova colpa e perde convinzione nel desiderio, rinunciando all’esplorazione e bloccando i piani spontanei autogenerati. Si crea così un circuito di mantenimento dei problemi interpersonali. Ques t e s t rategi e che i l soggetto sviluppa nel tempo per adattarsi all’aspettativa su come l’altro tratterà i suoi desideri elicitano, a loro volta, nell’altro delle risposte emotive e c omp o r t ame n t a l i c h e spesso, inconsapevolmente, confermano le credenze negative iniziali della persona, generando, in tal modo, u n c i c l o interpersonale patogeno che contribuisce a mantenere il d i s t u r b o . S i p e n s i , ad esempio, a l l a tendenza c o m u n e n e l d i s t u r b o ossessivo-compulsivo di personalità a sovraccaricarsi di impegni, di compiti, con grande difficoltà a delegare o a chiedere aiuto. A quel punto, non vedendosi aiutato (non avendolo chiesto) il paziente percepisce l ’ a l t r o come disattento, senza la volontà di fornirgli aiuto. L’altro da parte sua, non ascoltando le richieste d’aiuto, e a n z i f r o n t e g g i a n d o l’autosufficienza obbligata del paziente con personalità ossessivo-compulsiva, preferisce tenersi a distanza sentendo il proprio aiuto inutile e i propri interventi come inadeguati e criticabili. Il paziente però in alcuni momenti, sovraccarico dal lavoro e irritabile per la fatica, scoppia rabbiosamente alla vista dell’altro che non lo supporta e protesta per il supporto che, immoralmente, gli è stato negato. L’altro a q u e s t o p u n t o s i s e n t e f a c i l m e n t e c r i t i c a t o ingiustamente e reagisce alle a c c u s e i n m o d i c h e d i m i n u i s c o n o l a s u a disponibilità a dare l’aiuto stesso.
I pazienti con disturbo ossessivo-compulsivo di personalità, inoltre, a causa della difficoltà a stabilire priorità tra i propri compiti, spesso si sentono come bloccati, sospesi, ritenendo che il tempo non sia mai sufficiente e l’impegno profuso mai abbastanza e come conseguenza faticano a rispettare le scadenze. .
La comprensione dei propri pensieri, di quelli degli altri e delle proprie emozioni oscilla, nella stessa persona, al variare della qualità delle relazioni. Ricordiamo che nei pazienti con disturbi di personalità la metacognizione dipende in larga parte dal contesto emotivo e dalla q u a l i t à d e l l a r e l a z i o n e (Dimaggio et al., 2013).

In generale, nei pazienti con disturbi di personalità la m e t a c o g n i z i o n e è disfunzionale: pazienti con d i s t u r b o o s s e s s i v o – compulsivo di personalità c o r r e l a n o c o n s t i l i d i personalità rigidi e che aderiscono inflessibilmente alle regole. Lo stile rigido c o r r e l a c o n p r o b l e m i metacognitivi nelle aree di d i f f e r e n z i a z i o n e e integrazione, ma in modo inverso rispetto alle attese.


T ipologie di Disturbi ossessivo compulsivi
I Di s t u r b i Os s e s s i v o – Compulsivi possono assumere forme diverse. Ecco l e principali tipologie di DOC, classificate in base ai sintomi ossessivi e compulsivi.
D i s t u r b o o s s e s s i v o compulsivo di lavaggio e pulizia (Washers e Cleaners):

  • Le persone che soffrono d i u n D i s t u r b o o s s e s s i v o compulsivo di lavaggio e p u l i z i a s o n o o s s e s s i o n a t e d a l terrore di contrarre una m a l a t t i a o essere contaminate o infettate da germi, batteri, virus o sostanze chimiche pericolose. Può essere presente anche la forte preoccupazione d i i n f e t t a r e l e a l t r e persone.
  • Per eliminare ogni p o s s i b i l i t à d i contaminazione, esse mettono in atto uno o più rituali, come lavare le mani o i denti in modo eccessivo, fare lunghe docce o pulire la propr i a cas a o gl i oggetti di casa per molte ore.
  • La persona che soffre di un Disturbo ossessivo compulsivo di lavaggio e pulizia farà di tutto per evitare il contatto con le sostanze contaminanti. Potrebbe, per esempio, tenere chiuse certe stanze della casa o rifiutarsi di toccare cose che cadono a terra.
    D i s t u r b o o s s e s s i v o compulsivo d i controllo (Checking)
  • Chi soffre di un Disturbo o s s e s s i v o c o m p u l s i v o d i controllo ha paura di essere responsabile, per propria negligenza, di eventi terribili (ad esempio, incendi o furti), di poter far del male a se stesso o alle altre persone. La persona si sente costretta a controllare ripetutamente – e s e n z a u n a r e a l e necessità – di aver chiuso i l gas (per prevenire un incendio), porte e finestre, le portiere della macchina o la saracinesca del garage (per prevenire i furti), o l’armadietto dei medicinali (per non provocare incidenti); di non aver inves t i to i n v o l o n t a r i a m e n t e q u a l c u n o c o n l a macchina, di non aver commesso errori nel proprio lavoro o di non a v e r s b a g l i a t o a compiere q u a l c h e azione di routine. Di solito quando queste persone controllano la prima volta, subito dopo sono a s s a l i t e d a l d u b b i o s e h a n n o controllato bene e devono controllare un’altra volta. Molte compulsioni di controllo non sono osservabili dall’esterno, perché si svolgono soltanto nella mente della persona c h e , ad e s e m p i o , ripercorre col pensiero tutte le azioni compiute in un certo lasso di tempo, per assicurarsi d i a v e r l e s v o l t e correttamente.
  • Per trovare sollievo, q u a l c h e v o l t a , l e persone che soffrono d i D O C d i controllo chiedono ad altri di prendersi la r e s p o n s a b i l i t à d i svolgere alcuni compiti, come chiudere la porta di casa quando escono.
    D i s t u r b o o s s e s s i v o compulsivo di ripetizione e conteggio
  • Nel Disturbo ossessivo c o m p u l s i v o d i ripetizione e conteggio, la persona si sente costretto a ripetere delle azioni precise, allo scopo di evitare che un pensiero ossessivo che lo spaventa si avveri. Questo tipo di pensiero v i e n e c h i a m a t o “pensiero magico”: un esempio è il timore che ad un familiare possa accadere una disgrazia, s e n o n v e n g o n o ripetute alcune attività oconteggi.
  • Le compulsioni di ripetizione e conteggio possono essere dirette ad ogni tipo di oggetto o azione, come contare le mattonelle, i semafori rossi, pensare a delle s e r i e d i numeri o s chemi . Come per il DOC di controllo, queste persone tentano d i p r e v e n i r e o neutralizzare possibili c a t a s t r o fi m a , a differenza dei primi, non è possibile individuare una connessione logica fra l’ossessione e la compulsione, perché nel loro pensiero è e s p r e s s a u n a componente magica.
    D i s t u r b o o s s e s s i v o compulsivo d i ordine e simmetria
  • Chi soffre di un Disturbo o s s e s s i v o compulsivo di ordine e simmetria, ha pensieri, impulsi o immagini mentali che riguardano il posizionare oggetti o compiere azioni in modo “simmetrico” o “perfetto”.
  • Con questa tipologia d i D O C , i c o m p o r t a m e n t i compulsivi messi in atto possono comportare il disporre gli oggetti in un certo ordine – ad e s e m p i o p e r dimensione, colore o funzione –, rileggere o riscrivere le cose in m o d o e c c e s s i v o , ripetere a t t i v i t à di routine – come varcare avanti e indietro una porta o pettinarsi i capelli – in maniera eccessiva.
    D i s t u r b o o s s e s s i v o compulsivo di accumulo/ accaparramento
  • Nel Disturbo ossessivo c o m p u l s i v o d a a c c u m u l o / accaparramento(o Hoarding), le ossessioni sono connotate dalla paura di buttare via gli oggetti, anche se questi sono completamente i n u t i l i , dal disagio provocato dagli spazi vuoti nella propria casa – e dal bisogno di riempirli – e dal piacere nel collezionare oggetti, usati e non.
  • Le compulsioni di accumulo v a r i a n o dall’acquisto di più pezzi dello stesso oggetto al conservare oggetti acquistati senza utilizzarli, al raccogliere da terra oggetti usati o i n u t i l i z z a b i l i , conservandoli in casa propria. Le persone affette da questo tipo di DOC non si rendono c o n t o , s e n o n p a r z i a l m e n t e , dell’eccesso in cuii n c o r r o n o , e sono solitamente le famiglie a r i c h i e d e r e u n trattamento terapeutico.
    D i s t u r b o o s s e s s i v o compulsivo con ossessioni pure
  • Nel Disturbo ossessivo c o m p u l s i v o c o n ossessioni pure, non ci sono rituali mentali né c o m p u l s i o n i , m a s o l t a n t o p e n s i e r i ossessivi. Si tratta di pensieri o, più spesso, immagini o impulsi, relativi a scene in cui vengono messi in atto c o m p o r t a m e n t i i n d e s i d e r a t i e inaccet tabi l i per la persona, privi di senso, pericolosi o socialmente sconvenienti. Gran parte di queste paure possono r i s u l t a r e comprensibili e razionali nel loro contenuto, t u t t a v i a l e misure i n t r a p r e s e p e r contrastarle e le loro c o n s e g u e n z e immaginate non sono correlate al rischio. Le t r e aree i n c u i s i c o n c e n t r a n o , principalmente, queste p a u r e , s o n o l a superstizione e la conta (contare oggetti, vedere numeri f o r t u n a t i o sfortunati o colori con significati particolari), la religione o la moralità (paura di non rispettare dei precetti religiosi, di essere omosessuale, pedofilo, perverso o sessualmente violento), e le ossessioni riferite a l corpo ( c o n t r o l l i eccessivi di parti del proprio corpo o funzioni – c i r c o l a z i o n e sanguigna, pressione – o sul proprio aspetto).

Cause e fattori di rischio dei D i s t u r b i o s s e s s i v o compulsivi
Non sono ancora state scoperte le cause, organiche o ambiental i , del Disturbo ossessivo compulsivo. È per questo che, piuttosto che di cause, si preferisce parlare di “fattori di rischio”, cioèelementi che aumentano la probabilità che il DOC si manifesti. Tra questi, si annoverano la storia familiare (avere un familiare stretto che soffre di Disturbo ossessivo compulsivo), eventi di vita traumatici o estremamente stressanti e la presenza di altri disturbi di natura psicologica, come l’abuso di sostanze o la depressione.

Trattamento del Disturbo Ossessivo-Compulsivo
L’efficacia del la Terapia C o g n i t i v o C o m p o r t a m e n t a l e n e l t rat tamento del Disturbo ossessivo compulsivo è ormai scientificamente comprovata; può essere scel ta come trattamento d’elezione oppure combinata con il trattamento farmacologico, in entrambi i casi con un’ottima efficacia clinica. Lo scopo è trovare modi per imparare che le paure sono infondate e possono essere affrontate senza rituali; si tratta di unlavoro congiunto tra paziente e terapeuta mediante il quale il paziente impara ad esporsi (gradualmente e solo quando si sente pronto) agli oggetti o alle situazioni temute e a prevenire la risposta di neutralizzazione abituale (rituali, evitamenti, ecc.). Di solito l’esposizione si svolge con una modalità graduale,iniziando con i compiti più facili e procedendo con quelli più difficili poiché i cambiamenti devono avvenire un passo alla volta e sempre secondo il ritmo del paziente. Per alcune persone che compiono pochi rituali o nessuno, in cui il problema principale sono gli s t e s s i p e n s i e r i t e m u t i , potrebbero anche essere necessari trattamenti diversi che implicano l’apprendimento sia del controllo dei pensieri, sia di modi per preoccuparsi meno di essi, in modo che diventi più facile gestirli e, infine, estinguerli.

Bibliografia alla rivista Psicologinews del 22 Gennaio 2024, p. 50-51