Lo stress fa male? Dipende da come la pensi
Le ricerche sullo stress, negli ultimi anni, hanno rivoluzionato il modo di guardare a questa reazione psicofisica che tutti conosciamo. Il cuore che batte più forte e la vasocostrizione ci fanno male se pensiamo che sia davvero così: la scienza rivela che le nostre opinioni sullo stress modificano in maniera misurabile il suo effetto su di noi.
Partiamo dalle ricerche di Kelly Mc Gonigal, che rivelano come pensare in modo positivo allo stress provochi effettivamente un cambiamento rilevabile in modo oggettivo nella nostra risposta fisica.
Ma come funziona questo cambiamento? I ricercatori sottopongono i soggetti a test di stress sociale dopo averli istruiti a considerare lo stress come utile per loro in quella circostanza: il cuore che batte più forte è un modo per prepararsi all’azione, il respiro affannoso è un modo di portare più ossigeno e più velocemente al cervello. Le persone che sono sottoposte a questo training imparano a considerare lo stress come un vero ed efficace sistema per affrontare una situazione con maggiori strumenti per superarla.
Risultato? Il loro corpo si comporta di conseguenza. La loro risposta fisica allo stress cambia in modo oggettivo: il cuore che pulsa più forte e l’aspetto dei vasi sanguigni, infatti, appaiono agli esami strumentali molto simili a quanto rilevato in situazioni in cui le persone fanno esperienze di gioia, di coraggio, di entusiasmo.
Può apparire incredibile, ma tutti conosciamo come un atteggiamento positivo e pensieri ottimistici possano influenzare le nostre esperienze. Secondo Mc Gonigal e collaboratori, vedere lo stress come utile, e cioè come una condizione che ci predispone ad affrontare meglio e a superare una situazione difficile, è un modo per convincere il nostro corpo a considerare le modificazioni di respiro e battito cardiaco come benefiche.
Ma non finisce qui: uno degli aspetti più interessanti è legato all’ormone dell’ossitocina. In situazioni stressanti, paura, difficoltà, insicurezza, il nostro cervello produce sì adrenalina, che fa aumentare il battito del cuore. Ma anche l’ossitocina è un ormone dello stress; e quando viene rilasciata, nella risposta di stress, assolve a un compito importantissimo: ci spinge a chiedere supporto e aiuto. Stare vicini, nei momenti difficili, ci può salvare la vita, e l’ossitocina ci spinge sia a chiedere prossimità sia ad offrire aiuto.
La buona notizia è che l’ossitocina svolge un’importante azione antinfiammatoria sul nostro corpo e ha una straordinaria proprietà: il nostro cuore ha recettori per questo ormone, che è in grado di rigenerare le cellule danneggiate dallo stress.
È quindi il caso di ricordare due cose, quando il nostro cuore accelera e il nostro respiro diventa affannoso: che tutto questo è utile per la nostra risposta, più ossigeno, più preparazione, più forza di reazione; e che, inoltre, produciamo immediatamente una risorsa ormonale che ci spinge alla vicinanza e che ripara i danni della situazione stressante. Un modo di proteggerci e di proteggere chi ci è vicino, con beneficio per tutti: la risposta allo stress diventa più salutare, più vicina al coraggio che alla paura. In questo modo, sia in senso emotivo sia in termini strettamente fisici, pensare in modo diverso allo stress fa davvero bene. Al corpo e al nostro cuore.