Perché non c’è più? Come spiegare la morte ai bambini

di Cinzia Iole Gemma

lutto bambini

Il termine lutto indica un insieme di reazioni emotive alla morte di una persona cara. Si tratta di un processo comune a tutti gli esseri umani, tanto che pur avendone un senso soggettivo doloroso, viene solitamene vissuto come un’esperienza triste ma anche fisiologica. Ognuno di noi è portato ad instaurare intense relazioni affettive con le persone di riferimento. L’interruzione di una relazione di questo tipo provoca una serie di risposte intense ma prevedibili e finalizzate al recupero del legame spezzato.

J.Bowlby, uno degli studiosi più autorevoli riguardo i processi di attaccamento e separazione, identifica un cammino suddiviso in quattro fasi che l’individuo percorre per giungere a ridefinire la relazione con il defunto e a potersi legare emotivamente con altre persone. Le fasi identificate sono protesta, nostalgia, disperazione ed infine rielaborazione. È proprio in quest’ultima fase che si sviluppa una nuova identità che non si disperde più in quella antica.

L’elaborazione del lutto è perciò un processo graduale e complesso attraverso il quale chi resta progredisce al fine di ricercare un nuovo equilibrio personale ed esperienziale. Se per l’adulto il lutto è un’esperienza dolorosa, per i bambini la morte di una persona cara è davvero molto difficile sia da capire che da esprimere. Eppure ancora oggi nella nostra società esistono dei tabù rispetto all’esperienza del lutto e della malattia, tanto più se si tratta di introdurre tale tematica ad un bambino. Il forte istinto di protezione verso i bambini, porta spesso l’adulto ad allontanarli dal tema della morte, attraverso il silenzio, l’evitamento o il tentativo di mascherare la verità.

Di fronte ad un evento come la morte di un caro, il bambino può reagire nei modi più disparati. Possono, per esempio, non reagire, ascoltare senza commentare nulla, o allontanarsi e riprendere a giocare. Questo atteggiamento può riflettere la non comprensione di quello che è successo, ma può essere anche indice di un rifiuto ad accettare quanto accaduto. Qualche bambino può sintonizzarsi con l’adulto di riferimento e modellare il proprio comportamento in modo simile. Altri invece possono piangere, perché il ricordo del defunto stimola in loro il desiderio di averlo accanto. Quest’ultimo atteggiamento è forse più frequente per bambini in età scolare. I bambini in età prescolare, infatti, non comprendono la permanenza della morte e il significato del distacco definitivo, è portato a pensare che l’adulto può tornare in vita come ad esempio nei cartoni animati, come “willy il coyote” in cui il bambino non percepisce l’irreversibilità del concetto di morte.

La logica alla base della scarsa comunicazione su questo tema dipende dal fatto che spesso gli adulti sottovalutino l’esperienza traumatica della perdita da parte del bambino, convinti che parlarne li esporrebbe troppo alla sofferenza. Tuttavia ciò che accade è che, evitando l’argomento, i bambini non vengono preparati a comprendere cosa può avvenire fuori e dentro di sé, gli s’impedisce di pensare all’esperienza di perdita che sta vivendo e alla possibilità di attivare le risorse personali e relazionali a sua disposizione per affrontarla e gestirla.

Al contrario di ciò che si pensa, i bambini, sono in grado di gestire realtà tristi, sconvolgenti, a modo loro. Non devono perciò essere tenute nascoste informazioni importanti, ma al contrario guidare il bambino nell’elaborazione del lutto, utilizzando un linguaggio appropriato all’età, rispondendo a tutte le domande con franchezza e chiarezza. Potrebbe essere utile in questo caso introdurre delle letture che trattino l’argomento in modo da rafforzare l’idea che la morte è una parte naturale della vita. Bisogna lasciargli lo spazio per capire, per esprimere ogni emozione (stupore, curiosità, dolore, angoscia, paura, rabbia, senso di colpa), per ogni domanda o pensiero sull’accaduto e sulle sue prospettive future, correggendo le idee errate e confermando la sensatezza delle emozioni. Per aiutare il bambino ad esprimere i propri sentimenti, e le proprie emozioni potrebbe essere utile coinvolgerlo in attività come il disegno, la narrazione, creazioni con materiali plastici, attività fisiche, narrazioni.

Uno degli effetti più profondi del lutto in età infantile è la necessità per il bambino di avere vicino a sé un adulto significativo che possa essere in grado di accogliere il suo dolore e che sia in grado di ascoltarlo. Il sentirsi ascoltato e il sentirsi visto contribuiscono a dare al bambino un senso di realtà e di fiducia in sé stesso, nelle proprie capacità e nelle proprie risorse.


Bibliografia
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