Pratiche di cura del sè in psicoterapia
Pratiche di cura del sè in psicoterapia
Quando si intraprende un percorso di terapia personale, si hanno alte aspettative sul viaggio che ci aspetterà, su ciò che scopriremo, sulle corde profonde che faremo vibrare. Tali aspettative spesso ci fanno lasciare da parte le cose semplici. Come se il bello di una passeggiata, la sensazione del sole sulla pelle, divenissero consigli scontati di un vecchio zio boomer poco avvezzo al riconoscimento del disagio psicologico.
Talvolta mi capita di suggerire dei piccoli rituali quotidiani, ad accompagnare il percorso dei miei pazienti. Tra questi, emerge la cura del sé: brevi ma costanti azioni di cura, come la skin care. Inizialmente, non vengono accettate di buon grado, se non addirittura lette come uno sminuire la loro sofferenza. In questo breve articolo spiego quattro motivi per cui la cura del sé potrebbe accompagnare il percorso di terapia.
- L’autoconsolazione dei sensi. Azioni come la skin care, aiutano grazie a ciò che chiamiamo autoconsolazione dei sensi. Una crema dalla temperatura fresca, dalla consistenza piacevole, il profumo dei prodotti, la concentrazione sui passaggi necessari, facilitano la stimolazione gradevole dei cinque sensi. Questa pratica, ha un effetto breve ma immediato abbassando gli stati emotivi di sofferenza (M. Lineham 2019).
- Un’esperienza di autocura. La cura del sé richiede un momento da dedicare all’ascolto, l’osservazione e soprattutto la carezza del proprio corpo. È un’azione spesso in contraddizione con la voce critica e svalutante con cui siamo soliti rivolgerci a noi stessi. Essendo un’azione pratica, e non un’attività mentale, risulta più facile da praticare, da controllare e il messaggio inviato è potente: sono meritevole di cura. Una vera e propria pratica esperenziale immediata.
- L’azione opposta. La skincare, il trucco, la crema idratante, sono tutte azioni opposte a ciò che ci verrebbe automatico fare quando siamo ansiosi o depressi: trascurarci, lasciarci andare. È un’azione semplice ma potente nella sua esperienza. L’azione opposta rientra tra le skills di regolazione emotiva.
4. È una pratica in solitudine. È una pratica che genera piacere, calma e rilassamento in solitudine. Anche qui il messaggio è penetrante: posso stare bene anche da sola, posso provare piacere in solitaria