Settembre e i Buoni Propositi

Una delle consuetudini di inizio anno più diffuse è quella di stilare una lista di buoni propositi. Spesso hanno a che fare con abitudini che vogliamo cambiare, obiettivi che desideriamo raggiungere e nuovi progetti che vogliamo realizzare.

Altrettanto spesso, però, con il passare delle settimane, l’impegno a mantenere fede ai buoni propositi comincia ad affievolirsi, mettiamo da parte la lista e pian piano abbandoniamo ogni buon proposito fatto a inizio anno. Ma perché questo accade? 

Il buon proposito è un’ambizione rispetto a se stessi: più che una decisione, si tratta di un progetto per il futuro, legato al concetto di ideale dell’io che riflette le aspirazioni e le aspettative che abbiamo su noi stessi.

Il buon proposito è differente però da un obiettivo, perché è qualcosa che ha a che fare con l’esame di realtà: un’analisi delle nostre capacità oggettive e delle nostre potenzialità che ci fa creare un piano concreto e oggettivo per realizzare quello che abbiamo pensato per noi stessi, nella concretezza. 

Senza dubbio, fare tanti buoni propositi ci dà una spinta molto positiva e accende il motore della motivazione. Del resto, sono i sogni e le aspirazioni a mantenerci vivi! Va bene anche avere delle aspirazioni ambiziose, un po’ sopra le righe o che ci mettono alla prova e ci possono far realizzare qualcosa di inaspettato. 

Proprio perché si tratta di spinte, però, bisognerebbe viverle come tali, dando loro il giusto peso. Quando non riusciamo a fare ciò che ci siamo proposti, rischiamo infatti di provare ansia e avere paura di non essere abbastanza (atelofobia).

È qui che può nascere il problema! 

Anche se siamo spinti da una forte motivazione, capita di non riuscire a realizzare un buon proposito. Questo accade perché possiamo avere ambizioni che non rispecchiano chi siamo veramente. Se non conosciamo bene noi stessi, facciamo buoni propositi partendo da aspirazioni che non ci appartengono e che sono piuttosto della società o del nucleo familiare.

Capita così di fallire la realizzazione di un buon proposito proprio perché, nel profondo, non ci appartiene. Questo ci fa sentire inadeguati e non all’altezza, facendoci pensare di voler raggiungere degli standard che, però, non rispecchiano i nostri reali obiettivi.

Ognuno di noi raggiunge gli obiettivi che si è posto nel momento in cui può farlo. Se non ce la facciamo, forse c’è un problema che non conosciamo: ignorarlo senza andare alla radice ci porterà sempre al fallimento.

 In quest’ottica, una terapia psicologica può esserci di grande aiuto perché ci condurrà a scoprire cosa vogliamo davvero e le ragioni profonde per cui non riusciamo ad ottenerlo.