Sfatiamo un falso mito: i vaccini non causano l’autismo!
Vaccini e autismo: uno studio sulle convinzioni delle madri
Secondo il Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (DSM-5®), i disturbi dello spettro autistico (ASD) sono un disturbo dello sviluppo neurologico caratterizzato da deficit persistenti nella comunicazione sociale e nell’interazione sociale (p. es., deficit nella reciprocità socio-emotiva, comportamenti comunicativi non verbali , e lo sviluppo, il mantenimento e la comprensione delle relazioni) che causano una menomazione clinicamente significativa in aree sociali, occupazionali o di altro tipo (American Psychiatric Association, 2013). Inoltre, nell’ASD sono generalmente presenti modelli di comportamento, interessi o attività limitati e ripetitivi (es. semplici stereotipie motorie, ecolalia, schemi di pensiero rigidi). L’autismo è noto come disturbo dello “spettro” perché esiste un’ampia variazione nel tipo e nella gravità dei sintomi che le persone sperimentano. Sebbene l’ASD possa essere un disturbo permanente, i trattamenti e i servizi possono migliorare i sintomi e la capacità di funzionamento della persona. L’insorgenza dei segni comportamentali dell’ASD è solitamente concettualizzata in due modi: uno schema ad esordio precoce, in cui i bambini dimostrano ritardi e deviazioni nello sviluppo sociale e della comunicazione all’inizio della vita, e uno schema regressivo, in cui i bambini si sviluppano principalmente come previsto per un certo periodo per poi andare incontro ad un sostanziale declino o perdita di competenze precedentemente sviluppate. Studi recenti hanno anche notato che la regressione nei bambini con ASD potrebbe essere sottostimata.
Sebbene i fattori che contribuiscono all’insorgenza di tale disturbo non siano affatto chiari, (Benvenuto et al., 2009; Istituto Nazionale di Salute Mentale, 2019), le convinzioni sulle cause dell’ASD tra i genitori di bambini affetti sono particolarmente importanti per comprendere il modo in cui essi comunicano con gli operatori sanitari e le decisioni di questi ultimi in merito alle pratiche di trattamento, alle pratiche di vaccinazione e all’assistenza sanitaria (Anziano, 1994; Mercer et al.,2006; Mire et al. 2017). Ad esempio, molti genitori mantengono solida la credenza che i vaccini contribuiscano allo sviluppo di disturbo dello spettro autistico interrompendo, quindi, o modificato le pratiche vaccinali (Bazzano et al.,2012).
L’origine delle convinzioni sul legame tra vaccinazioni e autismo
Negli ultimi anni c’è stata una grande preoccupazione per quanto riguarda i potenziali legami tra le vaccinazioni infantili e lo sviluppo dell’ASD, malgrado la storia dell’opposizione ai vaccini sia abbastanza datata (Fischbach et al.,2016; Mendel-Van Alstyne et al., 2018 Yaqub, Castle-Clarke, Sevdalis e Chataway, 2014).
Le vaccinazioni che sono state al centro della maggiore attenzione sono quelle contro il morbillo-parotite-rosolia (MMR). Un ruolo fondamentale è stato svolto dalla pubblicazione dello studio di Wakefield del 1998 nel La lancetta sostenendo che esiste un legame tra la somministrazione del vaccino MMR polivalente e la comparsa di autismo e malattie intestinali. Successivamente, lo studio è stato completamente screditato e La lancetta ha ritrattato l’articolo nel 2010, sottolineando che elementi del manoscritto erano stati falsificati.
In risposta a questa convinzione, una serie di studi rigorosi su campioni di grandi dimensioni ha prodotto un corpo sostanziale di prove che dimostrano che la somministrazione del vaccino MMR non era associata a un aumento del rischio di ASD (Goin-Kochel et al.,2016; Hviid, Hansen, Frish e Melbye, 2019). Nonostante questi studi, le convinzioni sul legame tra vaccini e autismo si sono diffuse in molte parti del mondo, in particolare nell’Europa occidentale e nel Nord America. Per di più internet è diventata un’importante fonte di informazioni sanitarie per il pubblico e ha offerto un’opportunità senza precedenti per gli attivisti dell’antivaccinazione di diffondere i loro messaggi a un pubblico più ampio e reclutare nuovi membri (Hobson-West, 2007; Kitta, 2012). I ricercatori hanno documentato una ridotta fiducia nei medici da parte dei genitori e un aumento delle preoccupazioni sui vaccini. ( Brown et al., 2010; Hussein et al. 2018; Smith et al.,2011).
Titubanza vaccinale
Tra il pubblico in generale, il grado di fiducia nel collegamento vaccino-autismo è stato riscontrato come il principale fattore associato a un ritardo o all’omissione di uno o più vaccini tra quelle famiglie (Rosenberg et al.,2013).
Per quanto riguarda i genitori di bambini con ASD, gli studi hanno dimostrato che alcuni di loro continuano ad attribuire l’autismo del loro bambino alle vaccinazioni (Chaidez et al.,2018; Fischbach et al.,2016; Hebert & Koulouglioti, 2010; Toméni et al.,2017). Le convinzioni dei genitori sulle cause dell’ASD variavano in termini di tipo di esordio: congenito o regressivo. I genitori hanno più spesso sostenuto la genetica come causa dell’autismo quando i loro figli hanno mostrato il tipo congenito, mentre hanno sostenuto i meccanismi esterni ( es., vaccinazioni) quando i loro figli hanno presentato il tipo regressivo.
Anche se un ampio corpus di letteratura ha escluso qualsiasi legame tra vaccini infantili e autismo, questa convinzione è ancora presente nelle rappresentazioni delle madri. I genitori sono preoccupati per la salute dei propri figli e fanno regolarmente scelte sanitarie per essi (Poltorak et al., 2005). Sospetto e cospirazione sono stati trovati nel nucleo centrale delle rappresentazioni sociali della vaccinazione da parte dei genitori. Essi hanno sperimentato la paura intorno all’ipotesi che i vaccini potessero far parte di una cospirazione per diminuire la popolazione mondiale al fine di ristabilire l’equilibrio tra la popolazione e le risorse mondiali disponibili (Arhiri, 2014). Di conseguenza, è fondamentale esaminare ed approfondire gli attuali sistemi di credenze materne riguardo alle cause dell’autismo.