‘Toccare’ il paziente: l’uso del contatto fisico in psicoterapia
L’uso del contatto fisico in psicoterapia segue l’idea che lo sviluppo del lavoro e della consapevolezza dei propri processi e della propria salute mentale passi anche attraverso la conoscenza del corpo. Essa si fonda sui concetti di unità tra corpo e Sé di origine fenomenologica intrinseci nella psicoterapia della Gestalt. Il contatto corporeo è usato nella forma di ‘esperimento’ per aiutare e sostenere i pazienti nell’esplorare alcuni aspetti della loro natura corporea. Il lavoro con il corpo e l’atto del toccare devono essere concordati ed avere chiaro il fine del lavoro e l’obiettivo terapeutico. Ci sono differenti modalità di intervento corporeo: ‘tocco molto leggero’ che aiuta a mantenere l’attenzione in un punto del corpo; ‘appoggiare le mani’ serve a mettersi in contatto percepire ed influenzare il ‘campo’ di energia; ‘tocco mobile’ che serve a comunicare sostegno e presenza e a confortare; ‘dondolare’ serve a sciogliere le unità scheletriche e muscolari e riconnettersi con il fluire. Ogni tipologia ha un senso nel lavoro di quel paziente in quel momento. Il lavoro con il corpo aiuta a lavorare sui blocchi che si manifestano nel corpo e che sottendono blocchi emotivi. Esistono molti pazienti coni quali non è necessario lavorare con il corpo poiché gli obiettivi terapeutici e i temi che trattano non lo richiedono.