UNA TECNOLOGIA REALMENTE A MISURA DI ANZIANO: L’ESPERIENZA DI UNA PSICOLOGA E DEL SUO SOGNO

di Annapaola Prestia

UNA TECNOLOGIA REALMENTE A MISURA DI ANZIANO

Chi è S.O.F.I.A.?

S.O.F.I.A., che sta per Sostenere Ogni Famiglia In Autonomia, è una start up innovativa che si mette al fianco di ogni famiglia che abbia bisogno di supporto, per poter permettere ai propri membri in stato di difficoltà o fragilità (persone anziane, malati di demenza ed altre patologie degenerative, persone con disabilità e chiunque abbia bisogno di sostegno) di poter rimanere a casa propria il più a lungo possibile.

Da chi è composta e com’è organizzata S.O.F.I.A.?

S.O.F.I.A. è formata una rete capillare di professionisti che ruotano a 360°attorno alla persona in stato di fragilità ed alla sua famiglia, disponibili al bisogno, adatti a ciascuna situazione, flessibili, di pronta e rapida riposta, supportati da uno staff ed un coordinamento dedicato ad ogni caso, capaci di fare squadra e proporre soluzioni efficaci e su misura per quella persona/ nucleo familiare in quel momento specifico.

Di che cosa si occupa S.O.F.I.A.?

S.O.F.I.A. fornisce soluzioni di domotica, Internet of Things, collegamenti tra oggetti di uso quotidiano in grado di rendere “intelligente” e realmente supportivo il domicilio della persona in difficoltà e di garantire, allo stesso tempo, privacy e sicurezza per tutta la  famiglia. Allo stesso tempo, porta a casa di chi ne ha bisogno, i professionisti di maggiore supporto in quel preciso momento per quella determinata famiglia: medici, psicologi, assistenti sociali e familiari, farmacisti, estetisti, parrucchieri, nutrizionisti, logopedisti, fisioterapisti ed infermieri ma anche massaggiatori ed elettricisti… Qualsiasi cosa serva, S.O.F.I.A. può portarla a casa se è utile per gestire una persona anziana in difficoltà.

Chi ha creato S.O.F.I.A.?

Annapaola Prestia, psicologa e Silvia Fabris, educatrice, da oltre dieci anni al lavoro dietro le quinte per assicurare un supporto ad ogni famiglia che sia alla ricerca di risposte e soluzioni innovative nel campo della demenza, dell’invecchiamento o della disabilità.

Siamo state colleghe in realtà del terzo settore che fornivano servizi di supporto agli anziani che desideravano rimanere al proprio domicilio e, forti di questa pluriennale esperienza, abbiamo deciso di metterci in proprio, per proseguire sulla linea già tracciata ma con una maggiore libertà di azione ed una vocazione maggiormente tecnologica, sicure che ci possano essere mille piccole soluzioni che possano permettere ad una persona in stato di fragilità di poter continuare a vivere la propria vita, dentro la propria casa, in maniera dignitosa per se stessa e per i propri cari, per un tempo considerevole, senza necessità di ricoveri temporanei o definitivi in strutture o residenze.

La nostra sfida è quella di portare la tecnologia nelle case degli anziani, per aiutarli durante i piccoli atti della loro quotidianità; parimenti, ci preoccupiamo di fornire ad ogni famiglia un servizio di consulenza specialistica, dedicata, a 360° e su misura per quel nucleo in quel preciso momento, attraverso una rete di professionisti che coprano i principali bisogni della persona e dei suoi parenti. Geriatri, neurologi, psicologi, educatori, fisioterapisti, terapisti occupazionali, operatori socio sanitari, assistenti familiari, infermieri, avvocati, assistenti sociali, nutrizionisti, logopedisti collaborano con noi formando delle micro equipe dedicate a ciascuna famiglia, capaci di dare risposte con rapidità ed efficacia, in qualsiasi momento, raggiungibili attraverso S.O.F.I.A. e la sua piattaforma informatica, al reale servizio della persona.

Ma non solo!

Abbiamo anche una vasta rete di ulteriori collaboratori: elettricisti, muratori, falegnami, podologi, parrucchieri al domicilio e chiunque offra un servizio che possa essere utile e/o richiesto dalla persona in stato di fragilità e dalla sua famiglia.

IL PROGETTO S.O.F.I.A.

Il progetto S.O.F.I.A. – Sostenere Ogni Famiglia In Autonomia –  si propone di potenziare la capacità di singoli e famiglie di fronteggiare i bisogni di cura e assistenza dei propri cari durante tutte le fasi della fragilità, inclusi i momenti dedicati alla prevenzione diretta del disagio.

Il territorio di partenza della start up è il Friuli Venezia Giulia con un focus specifico sulle province di Gorizia e Pordenone ma, in un futuro prossimo, la rete costruita da questa realtà potrebbe estendersi in tutta Italia.

Il progetto prova a consolidare una nuova forma di alleanza tra soggetti (associazione, liberi professionisti e ente pubblico) che ad oggi operano in modo non coordinato sul tema dell’assistenza e della psicoeducazione alle famiglie che assistono persone fragili, affette da deterioramento cognitivo al domicilio.

La premessa del progetto è l’attuale assenza di riferimenti precisi per le famiglie nel momento successivo ad una diagnosi di demenza, o in quello precedente, di assessment diagnostico in corso, o in quello di fragilità iniziale, legata magari ad una condizione di invecchiamento non di successo e l’offerta di servizi tra loro “scollegati” che impongono a singoli e famiglie che si trovano in stato di bisogno di doversi “arrangiare” in un mare di offerte diverse e tutte parziali.

In questo contesto il progetto propone come primo elemento, di lavorare con soggetti e professionisti già strutturati, riconosciuti e riconoscibili nei territori su cui insiste la start up.

Come secondo elemento il progetto vuole proporre alla famiglia che ne faccia richiesta una entità unica di riferimento da noi chiamata “brain helper”, che è formata ed addestrata per accogliere la domanda di cura, declinarla in possibili proposte e da mettere al fianco della famiglia in funzione di consulente.

Come terzo elemento il progetto si propone di attivare un incontro di consulenza e di collaborazione tra tre professionisti che in questo momento già operano a vario titolo nell’ambito dei servizi alla persona e sul tema della demenza e che sono, il medico (geriatra o neurologo), lo psicologo e l’educatore. Attraverso un percorso di conoscenza reciproca, formazione dei professionisti e l’elaborazione di strumenti di valutazione, il progetto vede la sperimentazione di una collaborazione operativa finalizzata a dare una prima risposta unica alle famiglie, oltre che ulteriori proposte personalizzate sulla base della situazione presente in ciascun domicilio.

Così facendo la famiglia che si trovi in difficoltà nella gestione di un caso di fragilità o di demenza al domicilio, oppure la persona anziana che stia sperimentando un invecchiamento non di successo, si rivolge al Brain Helper, che è un operatore della Start Up S.O.F.I.A. e trova non  più una parte della risposta alla sua domanda bensì una persona alla quale fare riferimento per una proposta di servizio completo di consulenza che va dalla valutazione del bisogno, alla ricerca e selezione di ulteriori professionisti con cui essere messa in contatto, agli incontri di psicoeducazione domiciliare e ad eventuali ulteriori facilitazioni studiate appositamente per facilitare il compito assistenziale ai caregivers formali ed informali di persone affette da demenza.

Il Modello Teorico di Riferimento

L’invecchiamento della popolazione rappresenta una sfida per la sostenibilità delle comunità, in particolare per la dimensione sociale intesa “come capacità di garantire condizioni di benessere umano e accesso alle opportunità (sicurezza, salute, istruzione, ma anche divertimento, serenità, socialità), distribuite in modo equo tra strati sociali, età e generi, ed in particolare tra le comunità attuali e quelle future”. Su questo convincimento si sviluppa il modello gestionale che la Start Up S.O.F.I.A. intende realizzare nel contesto dei servizi rivolti alla popolazione anziana e adulta.

Il Piano Locale per la Domiciliarità della provincia di Gorizia, ad esempio, ribadisce in più punti l’importanza di “rinforzare, sviluppare e far crescere la rete dei servizi territoriali e delle risorse della comunità, con attenzione in particolar modo al volontariato, per rispondere in modo adeguato ai bisogni del territorio”. Inoltre, si stabilisce l’importanza di “mantenere, sostenere e sviluppare la rete del vicinato e del volontariato secondo progetti innovativi di sviluppo di comunità” e, ancora, “favorire la collaborazione attiva con la rete del volontariato, in particolare con il volontariato strutturato stabile per lo sviluppo di iniziative comuni”.

La Start Up S.O.F.I.A. sposa appieno tale assunto proprio perché spesso è difficile rilevare i bisogni non espressi della popolazione che, per motivi di vulnerabilità e fragilità, non si espone ai servizi e non esprime una domanda esplicita: solo una parte dei bisogni si trasforma in domanda e può contare su una presa in carico effettiva. Negli ultimi anni, infatti, si sta assistendo ad una profonda evoluzione dei bisogni; come descritto nella parte iniziale della presente relazione, sono venute alla luce nuove emergenze (in particolare a causa dell’attuale crisi economica), nuovi problemi e nuove utenze che obbligano allo sviluppo di un sistema di competenze più articolato.

Alla luce di quanto sopra, la Start Up S.O.F.I.A. propoe una offerta di servizio il più aderente possibile ai bisogni dell’utenza in un’ottica di orientamento proattivo dei servizi alla persona, finalizzata ad adottare uno stile operativo atto a promuovere, valorizzare e sostenere attivamente le capacità di responsabilizzazione e di protagonismo degli utenti, delle famiglie e delle espressioni di utilità sociale che nascono all’interno della comunità locale, al fine di costruire assieme la risposta ai diversi bisogni. Pertanto, il progetto si prefigge – mediante la figura del Brain Helper di aiutare la famiglia a prendere coscienza delle tante possibilità di cura che possono provenire partendo dal “basso”, quindi dei bisogni effettivi del territorio, facendo rete intorno alla persona evitando, così, una potenziale esclusione sociale.

S.O.F.I.A. è, in primis, un grande sogno, che Annapaola coltiva sin da quando studiava all’università, occupandosi già all’epoca di deterioramento cognitivo; un sogno che è rimasto in un cassetto durante gli anni spesi come ricercatrice nel campo della diagnosi precoce delle demenze prima e come coordinatrice di un centro diurno per anziani in stato di fragilità poi. Ha continuato a battere, a distruggersi ed a ricrearsi per 2 decadi, finchè, in piena pandemia, all’ennesima richiesta disperata di supporto telefonico da parte di un marito in crisi con la gestione dei disturbi comportamentali della moglie affetta da demenza, acuitisi spaventosamente durante il lockdown, non è giunto il momento di passare all’azione.

E il sogno è diventato una realtà che sta già aiutando decine di famiglie.