15 Marzo: Giornata Nazionale del Fiocchetto Lilla

La Giornata Nazionale del Fiocchetto Lilla è dedicata alla bulimia, all’anoressia e agli altri disturbi dell’alimentazione e della nutrizione. Già da più di trent’anni, in America, il simbolo del Fiocchetto Lilla rappresenta la lotta contro i Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA). 

In Italia invece la Giornata Nazionale è stata promossa per la prima volta nel 2012, dall’Associazione “Mi Nutro di Vita” ed è nata grazie a Stefano Tavilla, in ricordo della figlia Giulia, colpita da bulimia nervosa e scomparsa proprio il 15 marzo.

I principali DCA sono l’anoressia nervosa, la bulimia nervosa e il disturbo da alimentazione incontrollata (o binge eating disorder, BED); i manuali diagnostici, inoltre, descrivono anche altri disturbi correlati come i disturbi della nutrizione (feeding disorders) e i disturbi alimentari sottosoglia, permettendo spazio ai pazienti che non soddisfano i criteri per una diagnosi conclamata. 

I Disturbi del Comportamento Alimentare (DCA) o disturbi dell’alimentazione sono caratterizzati da un’alterazione delle abitudini alimentari e da un’eccessiva preoccupazione per le forme del proprio corpo e per il proprio peso. Le condotte DCA riguardano nello specifico la riduzione di cibo assunto, il digiuno, le crisi bulimiche (ingerire una notevole quantità di cibo in un breve lasso di tempo), la tendenza al vomito atta a controllare il peso, l’uso di farmaci anoressizzanti, lassativi o diuretici nonché un’attività fisica intensa.  

L’anoressia e la bulimia sono molto più frequenti nelle donne, il binge eating disorder è invece molto più frequente negli uomini. Il sesso maschile rappresenta circa il 40% delle diagnosi di disturbo da alimentazione incontrollata. 

Le cause e i fattori di rischio principali per lo sviluppo del binge eating disorder riguardano eventi di natura traumatica, insoddisfazione verso il proprio corpo, bassa autostima e difficoltà nella gestione delle emozioni. Inoltre è importante sottolineare la stretta correlazione tra la depressione ed il binge eating disorder, per la quale spesso il trattamento della depressione risulta parallelo al percorso di cura per il disturbo del comportamento alimentare.

Molte persone che soffrono di DCA, col tempo, sviluppano un certo grado di consapevolezza legata al cibo senza più provare ansia e preoccupazioni per il peso le quali in passato pervadevano la maggior parte della loro vita ma, al contempo, molti soggetti restano vulnerabili alle difficoltà che caratterizzano il rapporto con l’alimentazione ed alle preoccupazioni ad essa correlate. 

In ogni caso, seppur rimanga probabile la possibilità di ricadute, essa non è un fattore indicativo ed inequivocabile dell’insuccesso rispetto alla guarigione della persona, la quale potrà definirsi guarita anche se occasionalmente avrà difficoltà ad alimentarsi in modo corretto.