Halloween: Il Fascino della Paura
di Sara Di Nunzio
Perché fantasmi, castelli infestati, Halloween, storie di streghe e leggende macabre attirano da sempre persone di tutte le età?
La paura è un’emozione primaria che ci preserva dai pericoli inattesi e da situazioni potenzialmente dannose, che minacciano la nostra sicurezza. Tuttavia, non esiste solo questo tipo di paura ma c’è anche quella che viene ricercata di proposito.
Alcune persone hanno bisogno di stimoli ed emozioni che esorcizzino le nostre paure inconsce come essere aggrediti, perdere qualcuno, sentirsi impotenti o essere abbandonati. Ecco perché alcuni vedono film horror, leggono libri gialli o sono affascinati da storie di streghe e fantasmi.
Questa tensione fa sentire vivi e in allerta, ci fanno immedesimare e ci avvicinano a ciò che ci spaventa, permettendoci di mantenere una distanza di sicurezza.
La paura, a differenza di quello che potremmo pensare, non attiva il cervello ma lo calma.
Ogni persona che si trova in una situazione percepita come paurosa o pericolosa attiva, la parte del cervello che gestisce le emozioni, l’amigdala, che innesca la cosiddetta risposta “reagisci e scappa”, che si concretizza per esempio nei palmi delle mani che sudano mentre le pupille si dilatano e fa in modo che vengano pompati nell’organismo dopamina e adrenalina, ma il cervello di alcune persone ne rilascia in quantità maggiore, ed è questo uno dei motivi per cui alcune persone si divertono a provare paura.
Per quanto la paura sia distruttiva, essa può anche attrarre, fungere da stimolo: imbattersi nel nuovo, nell’ignoto, intraprendere sfide e avventure, vivere cambiamenti, affrontare il timore trasformandolo in curiosità e ricavandone soddisfazione e gioia – tutto ciò può preparare la via a un rapporto migliore con il mondo e con noi stessi. La paura, infatti, ci stimola a imparare da noi stessi e a superare gli ostacoli che la vita ci pone davanti. Avere il meglio sulla paura ci emancipa da ciò che ci sembra schiacciante e minaccioso regalandoci godimento e attrattiva, infondendoci la convinzione di poterla dominare; portandoci così magari a perseguire obiettivi più nobili, significativi non solo per l’individuo, ma anche per la società circostante.
Il significato Psicologico di Halloween
Da qualche anno, è sbarcata anche in Italia la festa di Halloween. La notte del 31 ottobre, in cui grandi e piccini, si travestono da spaventosi fantasmi, streghe cattive, vampiri assetati di sangue o zombie. Tutti questi costumi rappresentano personaggi immaginari, ma spaventosi che durante tutto l’anno vengono “dimenticati” ma che per l’occasione diventano accessibili a tutti.
Halloween è una festa antichissima di origine celtica che nasce in Irlanda per celebrare la fine dell’estate. I colori tipici erano l’arancione per ricordare la fine della mietitura e il nero, a simboleggiare l’imminente arrivo dell’inverno.
Durante questa festa venivano accesi grandi fuochi sulle colline per guidare il pascolo del bestiame e per spaventare le anime dei morti e degli spiriti che tornavano sulla Terra per una notte alla ricerca di un corpo da possedere. Doveva essere una notte molto speciale.
Come ogni festa popolare, anche quella di Halloween ha un significato psicologico, infatti nasconde il desiderio di esorcizzare ciò che l’uomo teme da sempre, la morte, il terrore ultimo che ci accomuna tutti e che, soprattutto nella nostra cultura attuale, costituisce un tabù di cui raramente si parla.
Questa festa diventa una delle poche occasioni in cui la morte, ha accesso alla nostra quotidianità, ma attenuata da stratagemmi che la rendono innocua: i dolci, i festeggiamenti, l’atmosfera scherzosa. Halloween consente, insomma, di avvicinarci in modo meno drammatico a ciò che temiamo.
Scherzare sulla morte rende meno angosciante il pensare la morte. Non a caso il giorno successivo, infatti, si svolge la ricorrenza cristiana della commemorazione dei defunti. Perciò scherzare sulla morte risulta essere un modo per sottrarsi all’angoscia della fine e perdita della vita.
Sembra che i bambini siano proprio attratti da ciò che appare mostruoso e pauroso, perché la paura è un sentimento che i bambini iniziano a conoscere molto presto al quale hanno bisogno di dare concretezza; infatti, già dai tre anni tutto ciò che fa paura e che appare troppo astratto e ingestibile viene trasformato in qualcosa di concreto a cui viene dato un nome in modo che sia più facile affrontarla e gestirla.
I bambini, infatti, amano travestirsi e prendere le sembianze di personaggi che ammirano o che rappresentano per loro particolari doti di forza o bellezza; indossandone i panni, possono sperimentare altre identità. Travestirsi dai personaggi che di solito li spaventano, come streghe o fantasmi, consente loro di esorcizzare la paura diventando loro stessi quelle creature e sentendosi così al sicuro. Il “per finta”, sia nella fiaba che nella festa di Halloween, è ciò che consente di approcciarsi a ciò che spaventa in un modo rassicurante.
Nel caso di Halloween, oltre a streghe e fantasmi, entra in gioco il tema della morte, della quale dagli 8-10 anni in poi i bambini acquisiscono consapevolezza. Essere immersi in un’ambientazione così tetra aiuta allora i bambini ad avere un avvicinamento giocoso al tema della morte e integrarlo nella loro vita, esorcizzando ancora una volta le loro paure.
Possiamo quindi dire che benché sia una festa importata può essere sfruttata a nostro favore in quanto utile a livello psicologico a tutte le età.
E tu sei pronto a festeggiare Halloween?