Gli aspetti psicoeducativi dell’apprendistato
Evita di fare ciò che non sai, ma apprendi tutto ciò che occorre.
Pitagora
L’ apprendistato è un contratto di lavoro a tempo indeterminato che permette al lavoratore di continuare il suo percorso di studi.
In realtà la legge individua tre tipi di apprendistato: l’apprendistato per la qualifica e il diploma professionale, il diploma di istruzione secondaria superiore e il certificato di specializzazione tecnica superiore; l’apprendistato professionalizzante e l’apprendistato di alta formazione e ricerca.
1) L’apprendistato per la qualifica e il diploma professionale, il diploma di istruzione secondaria superiore e il certificato di specializzazione tecnica superiore, si rivolge a giovani tra i 15 e i venticinque anni in possesso del diploma di scuola secondaria di primo grado (ex scuola media). Questa tipo di apprendistato prevede momenti di formazione e attività pratiche in azienda.
2)L’apprendistato professionalizzante è rivolto a ragazzi tra i 17 e i 29 anni ed ha come scopo il raggiungimento di competenze tecnico-professionali.
3)L’apprendistato di alta formazione e ricerca si rivolge a tutti i giovani fino all’età di 29 anni. Dal punto di vista formativo l’apprendista svolge l’ attività di ricerca su argomenti di quel settore lavorativo. Questo tipo di apprendistato richiede un protocollo d’ intesa tra l’ impresa e l’ Università.
Gli aspetti psicoeducativi dell’apprendistato nel Piano formativo individuale
Gli aspetti psicoeducativi dell’apprendistato si individuano nel piano formativo individuale. Generalmente il piano è composto da varie sezioni, una sezione che che riguarda il datore di lavoro, una sezione dove riportare i dati dell’istituzione formativa e una sezione dove indicare le informazioni dell’apprendista. Vi è poi una sezione in cui sono indicate le unità di apprendimento, predisposte dai formatori. Infine vi è una sezione relativa alla valutazione degli apprendimenti.
Il piano orienta lo studente a costruire il suo percorso formativo di apprendistato. Rappresenta un vero e proprio strumento di autoanalisi, poiché permette all’apprendista di riflettere sui diversi compiti e sulle specifiche competenze richieste. Lo studente in apprendistato può utilizzare il piano formativo individuale come strumento di “miglioramento professionale” in una dimensione critica e metariflessiva.