Adolescenti oggi tra guerra e pandemia.
L’ adolescenza è l’età del cambiamento. Come l’etimologia della parola indica ‘ adolescere’ significa in latino crescere. Essa segna il passaggio dall’infanzia all’età adulta, è l’età di mezzo dominata dalla trasformazione fisica, psicologica, sociale. L’adolescente non è più un bambino, non lo è nel corpo, ma lo è ancora un po’ e non è ancora un adulto. Questo duplice movimento tra l’abbandono dello stato di bambino e la ricerca di una propria identità costituisce l’essenza stessa dell’adolescenza.
Ma quali strumenti abbiamo per capire l’adolescenza?
I genitori degli adolescenti spesso sono chiamati ad affrontare una ‘ristrutturazione? del proprio ruolo genitoriale. Essi devono avere la capacità di pensare i figli non come un prolungamento, ma come individui in cerca della propria identità. Avere il coraggio di lasciare sperimentare ai figli l’autonomia che essi chiedono. Avere comunque ancora quella tensione protettiva in quanto adulti e più consapevoli delle ‘trappole’ dell’adultità. L’adolescente che chiede aiuto di solito lo fa perché si sente perso rispetto ai compiti evolutivi che l’età richiede. Spesso c’è un blocco o un ritardo o un conflitto. Il ruolo della terapia è quello di ‘svelare’ la natura della crisi che spesso si palesa con un sintomo fisico e di lavorare per accompagnare il giovane o la giovane a riprendere il cammino di costruzione del nucleo identitario.