La capacità di attenzione non è più stimolata

Capacità

La capacità di mantenere l’attenzione alta è un insieme di processi cognitivi.

Le sue principali funzioni sono di tre tipologie:

1: selettiva, perché effettua una cernita delle informazioni;

2: sostenuta, perché mantiene alta la concentrazione su di uno stimolo;

3: divisa, perché mantiene il controllo su più differenti.

Questo processo, in sintesi, consiste proprio nel filtrare le innumerevoli informazioni che arrivano al cervello, dando priorità solo ad alcune di esse, in base all’utilità che ne può derivare.

Lo sviluppo di questa attività mentale molto utile sia dal punto di vista adattivo che funzionale, matura già nel corso dell’infanzia.

I bambini, innanzitutto, sono molto attratti dagli stimoli nuovi ed è necessario aiutarli a mantenere la concentrazione su di essi.

In questo modo, fin da piccoli, i bimbi hanno la possibilità di imparare l’attitudine a concentrarsi su di un compito e portarlo a termine.

D’altro canto, la digitalizzazione informatica e l’abuso dei mezzi tecnologici, hanno abbassato sensibilmente la capacità attentiva, soprattutto nei bambini e negli adolescenti.

L’intensivo uso dei dispositivi elettronici ha determinato un drastico calo dell’utilizzo di questa capacità.

In primis, la testa sempre china sul cellulare ha fatto perdere interesse per l’ambiente circostante, compromettendo le relazioni sociali.

Inoltre, essendo il telefono diventato una fonte di distrazione, talvolta anche la sicurezza fisica si compromette, esponendo a pericoli reali non rilevati.

Allo stesso tempo, i social media utilizzati detengono il deleterio potere di monopolizzare l’attenzione, distraendoci dall’ambiente, e mantenerla concentrata esclusivamente su di essi, a discapito di tutto il resto.

Una diminuzione così evidente della capacità attentiva, quindi, compromette sensibilmente la funzione adattiva all’ambiente.

In ambito scolastico, infatti, i docenti si lamentano delle limitate capacità di mantenere l’attenzione in classe.

Anche gli ambienti lavorativi e relazionali, risentono di questa mancata partecipazione, rendendoci così tutti vittime del phubbing e aumentando il senso di alienazione sociale, cui pian piano ci stiamo avvicinando.