Il gioco dei bambini nel setting terapeutico

I giochi dei bambini non sono giochi, e bisogna considerarli come le loro azioni più serie.Michel de Montaigne

Nella primissima infanzia, il bambino non dispone ancora di un linguaggio verbale adeguato per esprimere il proprio vissuto affettivo, emotivo e relazionale. Per questo, il gioco rappresenta lo strumento espressivo del bambino per comunicare il proprio vissuto emotivo,affettivo e relazionale.

La psicoanalista Melanie Klein comprese che, diversamente dagli adulti, i bambini non possono affrontare una terapia basata unicamente sulle parole. Per il bambino, il gioco è il mezzo attraverso cui esprimere conflitti e contenuti inconsapevoli. Le emozioni, gli affetti e i conflitti interiori del bambino emergono in modo inequivocabile attraverso l’interazione con i diversi personaggi e le situazioni create nel gioco.

Infatti, nel contesto ludico, il bambino ha l’opportunità sia di imitare i modelli educativi positivi sia di gestire e controllare le proprie emozioni più difficili, arrivando persino a simulare situazioni contrapposte. Se un bambino è molto legato a uno dei due genitori, durante il gioco potrebbe anche simulare il sentimento opposto (come l’odio, il rifiuto o il disinteresse). Questo potrebbe significare che sta mettendo in atto una strategia per gestire il forte legame di attaccamento.

L’espressione simbolica

Per facilitare l’espressione simbolica, la Klein stabilì regole precise per la scelta dei giocattoli nel setting terapeutico. I giocattoli (come piccole persone, animali o macchinine) erano molto semplici. La Klein riteneva che non dovessero avere un significato predefinito. Ciò permetteva al bambino di “proiettare” i suoi pensieri e le preoccupazioni interne. In questo modo, la mente e il cuore del bambino si espandono. In tale contesto è fondamentale che lo psicologo non esprima giudizi e eviti domande dirette. Queste, infatti, rischierebbero di bloccare l’espressione spontanea del gioco.

Il gioco dei bambini è un libro scritto con un linguaggio segreto. Ogni gesto è una parola di quel linguaggio. Per comprenderlo serve attenzione, pazienza e rispetto. Il gioco non va interrotto né forzato, perchè in quel momento il bambino costruisce il suo mondo interiore e lo condivide con chi per lui rappresenta qualcuno o qualcosa.