Come osservare in classe strategie per evitare errori
Per chi si occupa di processi di insegnamento-apprendimento l’osservazione rappresenta lo strumento fondamentale per capire i comportamenti degli alunni.
Osservare nella scuola significa “fotografare” una situazione educativa, per poi analizzarla nei dettagli, comprenderla e, se possibile, cambiarla.
Ciò che viene osservato ,però, dipende dall’osservatore e, quindi, per evitare di cadere nella soggettività è necessario, come diceva Marcel Proust avere “nuovi occhi” . Bisogna allenare la nostra mente, evitando “scappatoie osservative”, che potrebbero indurre al fallimento.
Osservare significa tratteggiare in maniera accurata caratteristiche relative ad un fenomeno,ad una persona all’interno di un setting limitato e secondo un tempo ben stabilito.
Per osservare bisogna:
- concentrarsi con attenzione sul soggetto o fenomeno;
- riconoscere dati certi;
- evitare di fare interpretazioni soggettive.
La sfida sta, a questo punto, nel distinguere il semplice guardare dall’osservare. Guardare si riferisce al processo percettivo della vista; osservare, invece, presuppone l’intenzionalità dell’azione stessa.
Ad esempio, si può guardare un quadro registrando percettivamente i colori e le forme dell’immagine, ma solo dopo un’attenta osservazione è possibile cogliere le sfumature cromatiche ed ulteriori elementi rappresentati.
Osservare in classe permette di raccogliere “dati certi”
che riguardano gli alunni, i loro bisogni, le loro motivazioni, i loro pensieri e i loro apprendimenti, evitando di formulare considerazioni soggettive. Volendo prendere in esame dati certi possiamo procedere citando le seguenti frasi: il bambino è seduto, il ragazzo ride, l’alunno scrive. Queste frasi non sono soggette ad interpretazioni, ma sono vere e proprie conoscenze fattuali di natura oggettiva. La deduzione, invece, induce ad interpretare i dati osservati, valutandoli qualitativamente e quantitativamente rispetto a dei parametri soggettivi che sono propri del soggetto che osserva. Esempi di deduzioni: Marco è triste, Andrea è arrabbiato, Maria è nervosa.
La scuola richiede agli insegnanti abilità e competenze osservative, per decodificare situazioni complesse, rispondendo in maniera appropriata alla poliedricità dei comportamenti che si manifestano nei contesti di apprendimento. Per diventare buoni osservatori, occorre mantenersi aperti al dubbio e alla reinterpretazione di quanto osservato secondo la logica della continuità e della corrispondenza.
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