Comunicare sistemica-mente

comunicazione sistemica

Si dice di solito che “comunicare” è sinonimo di influenzare, ma questa definizione è una semplificazione in quanto non spiega cosa si cerchi di fare influenzando. Inoltre, tende ad inquadrare la comunicazione come un fenomeno unidirezionale e sappiamo che questa ipotesi è errata. Secondo l’ottica sistemico-relazionale, infatti, non esiste comunicazione senza uno scambio che richiede per l’appunto una relazione.

Binomio contenuto-relazione

Ogni interazione comunicativa nasce da un intreccio di messaggi verbali, paraverbali, non-verbali che specificano il senso generale di ciò che sta accadendo. E’ senza dubbio importante distinguere tra:
Relazione: definisce i rispettivi ruoli (ovvero stabilisce chi siamo uno per l’altro)
Contenuto: definisce gli scambi comportamentali (ovvero cosa facciamo l’uno con/per l’altro).
Va esplicitato che è la relazione che dà senso al contenuto. Secondo Bateson, iniziatore della teoria della comunicazione, gli individui attraverso la comunicazione giocano la propria identità. Inoltre, oggi sappiamo che  non si può non comunicare. Questa affermazione (Wazlawick, 1971) allude ad una caratteristica essenziale della comunicazione: l’inevitabilità. La comunicazione è uno scambio reciproco fra due interlocutori uno dei quali invia un messaggio, mentre l’altro lo recepisce.

E’ innanzitutto utile distinguere tra comunicazione intenzionale e inintenzionale. Inoltre, a dispetto dell’apparente semplicità del compito, non è sempre facile comunicare in maniera efficace, anzi, i fraintendimenti sono molto più comuni i quanto si immagini. Per incrementare le possibilità che un messaggio venga recepito e decodificato secondo le intenzioni dell’emittente si devono scegliere un canale ed un codice adeguati basandosi sia sul tipo di informazione da trasmettere, sia sul tipo di relazione esistente tra i comunicanti. Con il termine codice ci si riferisce all’insieme delle regole che devono essere impiegate per trovare il significato del messaggio, mentre con il termine canale ci si riferisce per esempio al “mezzo” attraverso il quale viaggia il segnale.

La punteggiatura della sequenza di eventi

Il terzo assioma della comunicazione umana riguarda la punteggiatura della sequenza di eventi e ci permette di riflettere sul concetto di “comunicazione efficace”. Il modo di interpretare una comunicazione dipende, infatti, da come viene ordinata la sequenza delle comunicazioni fatte. Un osservatore può considerare una serie di comunicazioni come una sequenza ininterrotta di scambi, però a seconda della “punteggiatura” usata, cambia il significato dato alla comunicazione e alla relazione stessa. La comunicazione comprende diverse versioni della realtà, che si creano e modificano durante l’interazione tra più individui. Queste diverse interpretazioni dipendono per l’appunto dalla punteggiatura della sequenza degli eventi, ossia dal modo in cui ognuno tende a credere che l’unica versione possibile dei fatti sia la propria.
Wazlawick (1978) riporta l’esempio di una coppia che ha un problema coniugale. Ciascun coniuge ne è responsabile al 50%, ma ognuno dichiara di reagire in un determinato modo in conseguenza al comportamento dell’altro. Lui si chiude in se stesso e lei brontola (o ancora lei brontola e lui si chiude in sé stesso). Quando spiegano le loro frustrazioni lui racconta che si chiude perché lei critica, lei invece dice che si altera perché lui si chiude. In effetti, se ci pensiamo bene, ognuno ha ragione dal proprio punto di vista. Nella vita di coppia, capita spesso che ci si limiti ad osservare la situazione esclusivamente dal proprio punto di vista, usando cioè la propria punteggiatura e non riuscendo a cogliere quella dell’altro. In particolare, nelle relazioni conflittuali può accadere che si ritenga in torto sempre e solo l’altra parte, come conseguenza di una visione distorta. Se non si risolvono le discrepanze che si vengono a creare l’interazione arriva ad un vicolo cieco dove vengono espresse solo reciproche intolleranze. Questo esempio sottolinea il valore di una comunicazione efficace. Gli esseri umani sono sistemi aperti dove l’aggettivo “aperto” significa che l’individuo interagisce col mondo esterno attraverso scambi di informazioni. Dunque, l’individuo fa parte del sistema in cui è inserito e non può prescindere da esso.

Bibliografia

  • Watzlawick P., Beavin J.H., Jackson D.D., (1967). Pragmatica della comunicazione umana. Astrolabio (Roma)