La comunicazione umana: tipologie e assiomi

Per comunicazione si intende uno scambio interattivo d’informazioni tra due o più partecipanti, dotato d’intenzionalità reciproca e di un certo livello di consapevolezza, in cui si condividono significati sulla base di sistemi simbolici e convenzionali di significazione e di segnalazione, secondo la cultura di riferimento. quel processo dinamico che avviene tra un emittente e un ricevente, in cui il primo manda un messaggio, che può essere verbale o non verbale, al secondo, che a sua volta lo elabora, codificandolo e inviandone uno in risposta. Viene considerata come un fenomeno complesso, che non si esaurisce nel passaggio d’informazioni e non prevede una registrazione meccanica di contenuti, ma mobilita risorse di natura, cognitiva, emotiva e sociale.

Tipologie di comunicazione

La comunicazione umana può essere distinta in: 

  • Verbale (o Numerica), si costituisce di suoni, parole e frasi. Riguarda tutto ciò che comprende il livello semantico, cioè il significato letterale delle parole utilizzato per trasmettere il messaggio; trasmette informazioni attraverso rigide regole sintattiche ed il significato è sempre chiaro poiché ad ogni parole sono stati arbitrariamente attribuiti e condividi uno o più significati.
  • Non verbale (o Analogica), è rappresentata dal tono, altezza, pause e velocità dell’espressione verbale, dall’espressione facciale, dal contatto visivo e corporeo tra gli interlocutori, dai gesti e dall’orientamento nello spazio. Quest’ultima non rispetta una grammatica rigida, ma risulta meno controllabile e veicola messaggi come reazioni emotive e stati d’animo.

Gli assiomi della comunicazione

“Pragmatica della comunicazione umana” (1967) di Watzlawick, Beavin, Jackson è stato un libro di fondamentale importanza per lo studio della comunicazione, in particolare dei suoi effetti sul comportamento umano. Il modello elaborato da alcuni degli esponenti della Scuola di Palo Alto sostiene come sia impossibile isolare il soggetto dal contesto di relazioni in cui è inserito. Ciascuno vive, infatti, all’interno di reti di relazioni che lo influenzano e a sua volta influenza gli altri con cui entra in contatto. Ogni comportamento produce un comportamento sugli interlocutori, per cui non è possibile considera la comunicazione come un processo unidirezionale e lineare; ma, al contrario, occorre trattarla come un processo circolare, che parte da un soggetto, giunge ad un altro e torna nuovamente al soggetto di partenza (feedback).

Watzlawick, Beavin e Jackson hanno definito i 5 assiomi della comunicazione, che sono “verità autoevidenti”, cioè principi che non richiedono ulteriori dimostrazioni in quanto sono essi stessi fondanti. Essi sono, cioè, i presupposti basilari, i fondamenti della comunicazione.

Primo assioma: Non si può non comunicare

Ogni comportamento è comunicazione. Anche quando non si utilizzano parole, attraverso il comportamento s’inviano comunicazioni agli altri; anche il silenzio ha un valore di messaggio, poiché il fatto stesso di non voler parlare, è un modo di rivelarsi, in quanto rivela la volontà di non rivelarsi.

Secondo assioma: Ogni comunicazione ha un aspetto di contenuto e uno aspetto di relazione di modo che il secondo classifica il primo ed è quindi metacomunicazione

“La relazione classifica o include l’aspetto di contenuto”. L’aspetto di contenuto della comunicazione è l’informazione che si vuole trasmettere; mentre, l’aspetto di relazione è la modalità con cui l’informazione viene comunicata. Questo secondo aspetto, in quanto classifica e definisce il primo, rientra nella categoria della metacomunicazione, ossia rappresenta una comunicazione sulla comunicazione, che può far variare il significato del messaggio.

Terzo assioma: La natura di una relazione dipende dalla punteggiatura delle sequenze di comunicazione tra i comunicanti

La comunicazione può essere considerata come una serie ininterrotta di scambi e la punteggiatura segna le sequenze e l’ordine con cui si realizzano tali scambi comunicativi. Una comunicazione chiara è una comunicazione con una punteggiatura condivisa dagli interlocutori. Senza una punteggiatura precisa, la comunicazione è ambigua e conflittuale.

Quarto assioma: Gli esseri umani comunicano sia con il modulo numerico che con quello analogico. […]

Il “modulo numerico” è il linguaggio verbale, invece il “modulo analogico” è il linguaggio non verbale. Ciascuno comunica ricorrendo in varia misura a ciascuno dei due canali. Il linguaggio parlato e scritto segue una sintassi, regole grammaticali precise, ogni parola possiede un significato condiviso, invece il linguaggio del corpo è ambiguo ed equivoco, i gesti non sono riconducibili ad un unico significato e non sono facilmente decifrabili; risulta inoltre una modalità espressiva meno controllabile.

Quinto assioma: Tutti gli scambi di comunicazione sono simmetrici o complementari, a seconda che siano basati sull’uguaglianza o sulla differenza

Le comunicazioni simmetriche avvengono quando il comportamento dell’uno rispecchia il comportamento dell’altro (come ad esempio, tra amici, compagni di classe, colleghi di lavoro), invece le comunicazioni complementari o asimmetriche implicano che i due individui assumano posizioni differenti, uno dei due comunicanti assume la posizione one-up (superiore) e l’altro quella one-down (inferiore); i diversi comportamenti dei partecipanti si richiamano e si rinforzano a vicenda, dando vita ad una relazione di interdipendenza in cui i rispettivi ruoli one-up e one-down sono stati accettati da entrambi (ad es. le relazioni madre-figlio, medico-paziente, insegnante-studente). La comunicazione sana, a differenza di quella patologica, è connotata da flessibilità e vede l’alternarsi dei due tipi di scambio.

Conclusione

“L’elemento che unifica i 5 assiomi non è la loro origine ma la loro importanza pragmatica, che a sua volta si fonda non tanto su certe particolarità quanto sulla possibilità di riferimenti interpersonali (anziché monadici) che offrono. Un individuo non comunica: partecipa a una comunicazione o diventa parte di essa. Un individuo non produce comunicazione, ma vi partecipa. Non si deve considerare la comunicazione, in quanto sistema, sulla base di un semplice modelli di azione e reazione. La comunicazione, in quanto sistema, va considerata a livello transazionale”.

Bibliografia

WATZLAWICK, J.H. BEAVIN, D.D. JACKSON, Pragmatica della comunicazione umana,. Roma, Astroabio.