Cosa sono le psicosi infantili?
Il termine in sé spesso fa rabbrividire, fa pensare immediatamente a qualcosa di grave. La diagnosi tempestiva, la presa in carico e il trattamento sono elementi fondamentali per garantire una qualità di vita migliore al bambino e alla sua famiglia.
Cos’è la psicosi infantile
Già da piccoli ci si può ritrovare affetti da gravi patologie come le psicosi infantili.
Ci appare veramente difficile che un bambino possa trovarsi in situazioni psicologiche gravi. Eppure, già così piccoli, ci si può ritrovare affetti da gravi patologie. Per quanto differenti possano essere, posseggono tutte un aspetto fondamentale comune: in ogni forma di psicosi il bimbo vive un rapporto alterato con la realtà. Le psicosi infantili comprendono un’alterazione globale delle capacità comunicative, anomalie a livello delle interazioni sociali e comportamenti od interessi stereotipati e ripetitivi.
I bambini psicotici trasmettono forte ansia e frustrazione. Questi bambini all’interno di un gruppo di pari non vengono aggrediti o derisi, come invece accade a quelli con deficit organico.
Si possono individuare le psicosi sintomatiche e le psicosi funzionali. Le prime sono facilmente identificabili poichè strettamente connesse ad un danneggiamento organico, seguito ad esempio a malattie o attacchi epilettici. Nelle seconde invece non vi è la presenza di un disturbo organico.
Schizofrenia infantile
La schizofrenia infantile vera e propria si manifesta generalmente dopo i 5 – 6 anni di età. E’ riconoscibile dal fatto che il bimbo presenta un rapporto alterato con ciò che lo circonda, tende ad isolarsi, è facilmente irritabile, aggressivo, perde in creatività e voglia di esplorare, conoscere l’ambiente, verso il quale mostra scarso interesse.
Sindrome simbiotica
Nella sindrome simbiotica il bambino interrompe la propria crescita psichica ed entra in simbiosi con la madre. Si verifica che i disturbi psichici della madre si riflettono sul bimbo. La madre impedisce al bambino di raggiungere una propria identità. E’ fondamentale che la famiglia partecipi in modo positivo al recupero del piccolo. Questo verrà attuato non solo con terapie farmacologiche, ma anche con psicoterapie adeguate.
Trattamenti possibili
E’ fondamentale intervenire anche all’interno delle scuole per creare una rete di lavoro più ampia. E’ importante anche evitare che il bambino possa essere etichettato come malato. E’ opportuno il superamento della visione tradizionale dei problemi psicologici in modo che la scuola non sia considerata come un luogo di emarginazione e di esclusione, ma come spazio per la socializzazione e per la sperimentazione di una autonomia individuale.
I genitori cosa possono fare?
I genitori a volte non hanno il tempo necessario per analizzare la situazione. E’ difficile per loro pensare alla possibilità che il loro bambino possa soffrire di psicosi infantile.
Va anche tenuto presente che i genitori tendono a negare sempre qualsiasi disturbo o problema dei loro figli, nonostante le evidenze.
Una rapida azione da parte loro può aiutare molto il piccolo giungendo alla conclusione che si trattava di un falso allarme o iniziando un’immediata terapia di miglioramento.