Cyberbullismo e responsabilità sociale

Secondo la definizione del Miur “il cyberbullismo definisce un insieme di azioni aggressive e intenzionali, di una singola persona o di un gruppo, realizzate mediante strumenti elettronici (sms, foto, video, email, chat rooms, instant messaging, social network, siti web, telefonate), il cui obiettivo è quello di provocare danni ad un coetaneo incapace di difendersi”. Secondo quanto emerso dalla VI rilevazione 2022 del Sistema di Sorveglianza HBSC Italia (Health Behaviour in School-aged Children – Comportamenti collegati alla salute dei ragazzi in età scolare), coordinato dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS), circa il 15% degli adolescenti tra 11 e 15 anni ha dichiarato di essere stato vittima almeno una volta di atti di bullismo e di cyberbullismo. Più frequenti nelle ragazze e tra i più giovani, con proporzioni di circa il 20% negli 11enni che progressivamente si riducono al 10% nei più grandi. Il fenomeno del cyberbullismo è in crescita nelle ragazze e nei ragazzi di 11 e 13 anni.

Gli episodi di cyberbullismo sono sempre più dilaganti, ma non solo tra i giovanissimi. Secondo quanto emerso dal report “Osservatorio indifesa 2022-23” realizzato da Terre des Hommes, in Italia il 47,7% di ragazze e ragazzi tra 14 e 26 anni è vittima di bullismo e cyberbullismo. Gli effetti di questo tipo di violenza tra pari generano perdita di autostima e di fiducia negli altri nel 38% dei rispondenti, oltre a isolamento e allontanamento dal resto dei coetanei (21%). Il 21% nota un peggioramento del rendimento scolastico o il rifiuto della scuola. Il 19% tra ragazze e ragazzi dice di aver sofferto di ansia sociale e attacchi di panico, e tra gli effetti subiti dalle vittime di bullismo ci sono anche disturbi alimentari (12%) depressione (11%) e autolesionismo (8%).

Un gran numero di studi esistenti si concentra sul problema del cyberbullismo tra gli adolescenti, ma relativamente pochi studi si concentrano sugli studenti universitari. Infatti, il problema del cyberbullismo tra gli studenti universitari non solo è molto diverso da quello tra gli adolescenti ma anche sempre più acuto. Alcuni ricercatori hanno riassunto la motivazione interna del cyberbullismo degli studenti universitari. In primo luogo, il cyberbullismo è la dissonanza cognitiva dell’individuo causata dall’intensità emotiva di puri attacchi dannosi. La realtà dell’esperienza della violenza passata sulle piattaforme dei social network potrebbe indurre un senso di frustrazione e rabbia, che a sua volta potrebbe spingere le persone a impegnarsi nel cyberbullismo come atto di vendetta.

Studi precedenti hanno costantemente sostenuto che la tendenza al disimpegno morale è il tratto della personalità più significativo che porta al cyberbullismo giovanile. Il disimpegno morale si riferisce alla tendenza cognitiva degli individui a razionalizzare il proprio comportamento in un certo modo per minimizzare la dannosità delle proprie azioni quando commettono comportamenti immorali. L’effetto predittivo positivo del disimpegno morale sul cyberbullismo suggerisce che se gli studenti universitari hanno un alto senso di responsabilità sociale, che è un tipico tratto della personalità e un processo psicologico che è l’esatto opposto del disimpegno morale, dovrebbe teoricamente essere difficile produrre comportamenti tendenti all’aggressività vendicativa e al giudizio morale irrazionale, e viceversa. Tuttavia, la relazione tra la vittimizzazione del cyberbullismo e la perpetrazione del cyberbullismo tra gli studenti universitari deve essere confermata.

La ricerca di Zhan, Yang e Lian (2022) ha analizzato tale relazione. Lo scopo di questo studio è indagare sulla relazione tra la vittimizzazione del cyberbullismo e la perpetrazione del cyberbullismo da parte degli studenti universitari e se questa relazione è moderata dalla responsabilità sociale. Il campione dello studio era composto da 1.016 studenti universitari cinesi di età compresa tra 19 e 25 anni, sottoposti a test riguardo vittimizzazione del cyberbullismo, perpetrazione del cyberbullismo e responsabilità sociale.

In estrema sintesi, I risultati della ricerca di Zhan, Yang e Lian (2022) hanno indicato che la vittimizzazione del cyberbullismo è positivamente correlata alla perpetrazione del cyberbullismo e che questa relazione è mediata dalla responsabilità sociale. In altre parole, più attacchi, vergogna e inganni gli studenti esperiranno online, più saranno propensi ad infliggere tali sofferenza online nei confronti di altri studenti. L’esposizione ripetuta alla stimolazione violenta delle informazioni aumenterà la componente aggressiva dell’atteggiamento, delle aspettative, della percezione e del comportamento dell’individuo, che quindi causerà la desensibilizzazione dell’individuo all’aggressività, che imparerà gradualmente e rafforzerà il comportamento aggressivo quando verrà attaccato online. In assenza di modi appropriati per far fronte attivamente alle esperienze emotive negative della violenza, è più probabile che gli individui si impegnino in comportamenti aggressivi, come il bullismo online contro vittime innocenti.

I risultati dello studio mostrano come la responsabilità sociale ha mediato la relazione tra la vittimizzazione del cyberbullismo da parte degli studenti universitari e la perpetrazione del cyberbullismo. Anche se gli studenti universitari subiscono violenza online, se hanno un alto senso di responsabilità sociale, intraprenderanno più azioni in linea con le norme morali e sociali della società online.

Questi risultati hanno anche un’implicazione pratica su come intervenire e ridurre il cyberbullismo, ad esempio, sia l’istruzione scolastica che l’educazione familiare dovrebbero prestare attenzione a ridurre o eliminare l’influenza negativa dell’esperienza passata di vittimizzazione online e implementare la formazione per migliorare l’atteggiamento, la cognizione e il comportamento della responsabilità sociale nel percorso morale degli studenti, universitari e non.

Fonti

Zhan J, Yang Y and Lian R (2022) The relationship between cyberbullying victimization and cyberbullying perpetration: The role of social responsibility. Front. Psychiatry 13:995937. doi: 10.3389/fpsyt.2022.995937