Dipendenza dagli short video

Cosa sono gli “shorts”?

Gli “short” video sono filmati caratterizzati  da effetti speciali e colonne sonore, hanno solitamente contenuti d’intrattenimento o educativi che si contraddistinguono per la durata, che oscilla tra i 15 e 30 secondi massimo. Li possiamo trovare su diverse piattaforme, come YouTube, Facebook, Instagram e in modo particolare su Tik Tok,ed hanno un’alta capacità di attrazione.

MA PERCHE’ POSSONO CREARE DIPENDENZA?

Oggigiorno abbiamo una tecnologia basata sull’interazione e rapidità.
I social consentono infatti l’accesso immediato alle informazioni in qualunque momento e sono progettati per mantenere il coinvolgimento degli utenti. I messaggi e le comunicazioni vengono visualizzate in modo imprevedibile su un programma di rinforzo variabile estremamente potente. E come sappiamo, un eccessivo uso della tecnologia ha un impatto sulle funzioni cognitive del nostro cervello.

Secondo uno studio condotto da We Are Social, Data Reportal e Meltwater,  in seguito riportato su Digital 2023 Global Overview Report in cui si approfondisce il rapporto tra gli utenti e internet, l’utente medio passa più di due ore e mezza al giorno su piattaforme social.
Contenuti come video, in particolar modo, hanno un impatto significativo.
Come afferma Ester Corvi, autrice di “Streaming Revolution” edito da Flaccovio : “I deficit di attenzione di cui risentiamo in un mondo iperconnesso ci portano a preferire i video come forma privilegiata di contenuto perché sono in grado di innescare un impatto emotivo immediato, che suscita a sua volta una reazione che può essere facilmente condivisa sui social utilizzando gli smartphone, come e quando vogliamo. E visto che la capacità di restare concentrati online diminuisce drasticamente, la maggioranza degli utenti preferisce i video di minore lunghezza, a cui reagire con commenti o altri video brevi, in una forma digitale di socialità partecipata”.

E’ IN ATTO UN CAMBIAMENTO

E’ un problema che può coinvolgere tutte le fasce d’età, ma in numero maggiore  i ragazzi, specialmente in età adolescenziale. Questo lo possiamo intuire dal ruolo crescente dei media nell’ambiente quotidiano dei giovani.
La lettura di libri stampati  è la forma mediatica a cui i giovani si rivolgono sempre meno spesso nel loro tempo libero.

Ci troviamo nel mezzo di un cambiamento generazionale negli stili cognitivi. E’ in atto un passaggio  dall’attenzione sostenuta all’iperattenzione.

 L’attenzione sostenuta,  è caratterizzata dalla concentrazione su un flusso di stimoli per un lungo periodo di tempo, dall’ignorare gli stimoli esterni mentre si è impegnati, e dall’avere un’alta tolleranza per i lunghi tempi di concentrazione.
L’iperattenzione è caratterizzata da un rapido passaggio da un compito all’altro, dalla preferenza per più flussi di informazioni, dalla ricerca di un alto livello di stimolazione e da una bassa tolleranza alla noia.

Siamo in un era di attenzione istantanea e parcellizzata, segnata dallo scroll (movimento del dito per passare al contenuto successivo) continuo.
Ogni scroll potrebbe portare a qualcosa di meglio, ma gli utenti non sanno quando lo otterranno, quindi continuano a scorrere in attesa di un contenuto che potrebbe non arrivare mai.
Questo perché, Il nostro cervello, ogni qual volta sperimentiamo momenti di piacere, libera alcune sostanze, come la dopamina che funzionano da rinforzo a quello stesso stimolo, rimarcandolo.

Questo sistema di gratificazione è la spina dorsale degli “short video” che  trasformano l’intrattenimento in un gioco senza fine.
Sta a noi comprendere il momento giusto in cui porre fine al gioco.