Disturbi Trigenerazionali: quando la storia familiare continua a parlarci

A volte capita di sentirsi intrappolati in modi di reagire che non riconosciamo come nostri, in emozioni troppo grandi o in ruoli che sembriamo assumere senza aver mai realmente scelto. È in questi momenti che la prospettiva sistemica ci invita a guardare oltre il singolo individuo, verso la trama più ampia delle generazioni che lo hanno preceduto. I disturbi trigenerazionali sono eredità emotive e relazionali che si ripetono per tre generazioni o più: traumi mai elaborati, segreti taciuti, mandati familiari non detti. Questi copioni si insinuano nel presente sotto forma di ansie, difficoltà relazionali, rigidità emotive o ruoli disfunzionali, diventando parte del modo in cui ci muoviamo nel mondo senza che ce ne rendiamo conto. La prospettiva sistemica ci ricorda che esistono storie che vivono silenziosamente nelle pieghe delle famiglie. Non solo racconti, ma atmosfere emotive, ruoli, compiti non detti, speranze infrante, traumi taciuti per proteggere tutti. Sono memorie che non passano attraverso le parole, ma attraverso i gesti, gli sguardi, la postura con cui affrontiamo la vita. Sono “voci” che ci abitano senza che ce ne accorgiamo, e che a volte parlano più forte delle nostre. Così, senza volerlo, entriamo in ruoli che non abbiamo scelto, ripetiamo ciò che è stato utile a qualcun altro molto tempo fa. E finiamo per sentirci inadeguati o sbagliati, quando in realtà stiamo portando una storia che non è nata con noi.
Come si manifestano?
I disturbi trigenerazionali si manifestano attraverso il modo in cui gli individui vivono relazioni, emozioni e scelte. Tra i segnali più frequenti troviamo:
• difficoltà che sembrano ripetersi nella linea familiare (dipendenze, relazioni conflittuali, evitamento emotivo);
• figli che assumono compiti da adulti troppo presto;
• famiglie dove alcuni temi diventano tabù;
• storie di perdita o traumi rimasti senza spazio di elaborazione.
Spesso la persona che arriva in terapia porta il pezzo più visibile di una storia lunga.
Il ruolo della terapia sistemica
La prospettiva sistemica ci ricorda che esistono storie che vivono silenziosamente nelle pieghe delle famiglie. Non solo racconti, ma atmosfere emotive, ruoli, compiti non detti, speranze infrante, traumi taciuti per proteggere tutti. Sono memorie che non passano attraverso le parole, ma attraverso i gesti, gli sguardi, la postura con cui affrontiamo la vita. Sono “voci” che ci abitano senza che ce ne accorgiamo, e che a volte parlano più forte delle nostre. L’obiettivo non è “trovare il colpevole”, ma comprendere come e perché un certo pattern si sia strutturato.
Osservare ciò che si eredita non significa sentirsi “segnati dal destino”, ma al contrario, quando un pattern familiare diventa visibile la persona può scegliere se continuarlo, trasformarlo o interromperlo. Riconoscere la propria storia è, dunque, un atto di libertà.