Disturbo dissociativo dell’identità: il caso Milligan

L’area dei disturbi mentali e delle problematiche psicologiche e psichiatriche ha da sempre riscosso tanto interesse nei non addetti ai lavori e anche nella cultura pop, tanto da ispirare film, libri e serie tv. Il disturbo che ha generato grande interesse e rappresentazioni di ogni genere è il disturbo dissociativo dell’identità o disturbo da personalità multipla, anche grazie alla sua complessità e difficoltà nel comprenderlo.

La dissociazione

Con il termine dissociazione si intente la disconnessione o dis-integrazione di alcuni processi psichici dell’individuo. Essa causa una mancata connessione e integrazione delle varie funzioni della mente, tra cui pensiero, memoria e senso di identità. La dissociazione è il processo psicopatogeno principale che caratterizza il disturbo dissociativo dell’identità.

Il disturbo dissociativo dell’identità

In passato chiamato anche disturbo da personalità multipla, il disturbo dissociativo dell’identità è presente all’interno del DSM 5 e i criteri per la sua diagnosi sono i seguenti:

  • presenza di 2 o più stati di personalità o identità, con notevole discontinuità nel loro senso di sé e nel senso di agire;
  • lacune nella memoria per eventi di tutti i giorni, per importanti informazioni personali e per informazioni ed eventi traumatici che non sarebbero normalmente dimenticati;
  • i sintomi causano un enorme disagio o compromettono significativamente il funzionamento sociale o lavorativo;
  • i sintomi non possono essere meglio giustificati da un altro disturbo, dagli effetti da intossicazione da alcol, da parte di pratiche culturali o religiose largamente accettate.

Il disturbo dissociativo di solito si verifica in persone che hanno vissuto un grave stress o un trauma durante l’infanzia. Un abuso grave e cronico (fisico, sessuale o emotivo) e un abbandono durante l’infanzia vengono frequentemente riportati e documentati nei pazienti affetti da disturbi dissociativi.  

In bambini gravemente maltrattati, molte aree dell’identità che devono fondersi attraverso le esperienze infantili restano invece separate. Nel corso del tempo, i bambini maltrattati possono sviluppare una crescente capacità di sfuggire al maltrattamento “allontanandosi” dal loro ambiente fisico ostile, oppure “ritirandosi” nella propria mente. Ogni fase evolutiva o esperienza traumatica può essere usata per generare un’identità differente.

Il caso Milligan

Tra i casi più conosciuti e famosi di disturbo dissociativo dell’identità c’è sicuramente quello di William Stanley Milligan, la cui storia è riportata nel libro “Una stanza piena di gente” di Daniel Keyes e nella docu-serie “I 24 volti di Billy Milligan” presente su Netflix. La storia di Milligan ha liberamente ispirato anche il film “Split” (2017).

William Stanley Milligan è stato il primo individuo della storia degli Stati Uniti a essere stato dichiarato non colpevole di gravi crimini per ragioni di infermità mentale, in quanto affetto da disturbo dissociativo dell’identità. Billy Milligan, a soli 26 anni, fu condannato dopo essere stato arrestato per rapimento, stupro e rapina di tre studentesse universitarie nel 1977in Ohio. Milligan, tuttavia, sosteneva di non ricordare di aver fatto ciò per cui era accusato, mostrandosi confuso. Nel corso dei vari interrogatori e delle consultazioni con i legali e gli psicologi, emerse che in Milligan erano presenti 24 personalità, che convivevano tra di loro, che avevano specifiche caratteristiche e abilità e che, in base alla situazione e agli eventi, prendevano “il posto”, ovvero prendevano possesso della coscienza e si interfacciavano con il mondo esterno.

Per esempio, la personalità Ragen, iugoslavo, guardiano dell’odio, che aveva una forza straordinaria, prendeva il controllo della coscienza nei luoghi pericolosi o in caso di pericolo. Nei luoghi sicuri dominava invece Arthur, inglese, razionale, freddo, colto e brillante, il primo a scoprire l’esistenza degli altri e a decidere chi poteva prendere il controllo della coscienza. Quando invece si doveva trattare con gli esterni, Allen prendeva il posto. Nei momenti di dolore e male fisico e psicologico, David, un bambino di 8 anni, prendeva il posto in quanto guardiano del dolore. E così via. Ognuna delle altre personalità aveva sue caratteristiche personologiche, fisiche e psichiche specifiche e ognuna di loro “prendeva il posto” nel momento in cui poteva essere più utili per garantire la sopravvivenza di Billy.

In seguito a numerose perizie psichiatriche, a Milligan venne diagnosticato il disturbo dissociativo dell’identità, all’epoca definito anche come disturbo da personalità multipla, che fino al 1980 era poco conosciuto nell’ambito scientifico. In seguito a tale diagnosi, Milligan venne affidato alle cure dell’Ospedale psichiatrico Harding Hospital. Il lavoro di cura consisteva nel far prendere coscienza a Billy della presenza di numerose personalità al suo interno, con la finalità di mettere in atto una “fusione”, cioè riunire le varie caratteristiche delle personalità all’interno del “Billy originario”.

Tale lavoro di fusione permise a Milligan di affrontare in maniera cosciente e presente il processo, durante il quale venne dichiarato non colpevole per infermità mentale. Seppur colpevole di essere il responsabile delle azioni, venne riconosciuto non mentalmente presente nel momento in cui venivano commesse.

La conoscenza dei fatti e delle esperienze vissute da Billy nella sua vita si deve all’emergere di un’ultima personalità, uscita allo scoperto durante il lavoro di fusione: “Il Maestro”, il quale non è altro che la somma di tutti i 23 alter ego fusi in uno solo, unico possessore di tutti i ricordi di ciascuna personalità, il vero Billy.

Casi come questo mostrano quanto sia affascinante e allo stesso tempo complessa la mente umana, in grado di creare personalità diverse per proteggersi dal pericolo. La visita nella “stanza piena di gente” che è stata la psiche di Billy Milligan lascia “sconvolti e turbati, ma ci induce a riflettere sull’abisso nascosto di ogni uomo”.

In conclusione, alcuni consigli cinefili riguardanti la tematica del Disturbo dissociativo dell’identità: Split (2017), Shutter Island (2010), Sybil (2007), Secret Window (2004), Io me e Irene (2000), Fight Club (1999), Schegge di paura (1997), Psycho (1960). Come serie tv alcuni esempi sono: Mr Robot, Moon Knight, Bates Motel, United States of Tara.

Fonti

– Keyes Daniel (1982). “Una stanza piena di gente. Un uomo, 24 personalità: la storia vera che ha sconvolto l’America”. Casa Editrice Nord.

– American Psychiatric Association (2013). Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders, Fifth Edition. Arlington, VA, American Psychiatric Association.

– Docu-serie“I 24 volti di Billy Milligan”. Dir. Olivier Megaton. Netflix, 2021.

https://www.stateofmind.it/disturbo-dissociativo-dellidentita-did/

– https://www.msdmanuals.com/it-it/professionale/disturbi-psichiatrici/disturbi-dissociativi/disturbo-dissociativo-di-identit%C3%A0